Elon Musk ha pagato il riscatto all'Iran per liberare Cecilia Sala ?

Sarebbe stato Elon Musk e non Donald Trump, e tanto meno Giorgia Meloni, l'uomo decisivo per ottenere la scarcerazione di Cecilia Sala, presa in ostaggio dall'Iran il 19 dicembre scorso come ritorsione per l'arresto dell'ingegnere dei droni Abedini.

Questa verità emerge dalle notizie riportate al New York Times da "fonti ben informate" iraniane, ovviamente smentite dall'Iran, a conferma del crescente ruolo politico-affaristico di Elon Musk nello staff di Donald Trump.

Un ruolo così importante da sopravanzare quello dello stesso bis-presidente.

Giorgia Meloni nella sua improvvisata del 4 gennaio scorso a Mar-a-Lago, la reggia di Trump, aveva quindi ottenuto la rassicurazione del suo amico Elon sul buon esito dello scambio Sala-Abedini, perché il garante dell'accordo era il proprietario di Tesla-SpaceX, che già da molti mesi coltivava rapporti con personaggi influenti della diplomazia iraniana.

Come l'ambasciatore iraniano alle Nazioni Unite Amir Saeid Iravani, un personaggio più influente di Pereshkyan grazie alla rete diplomatica intrecciata da anni con gli ambienti di New York.

Elon Musk aveva iniziato a coltivare i rapporti con Amir Saeid Iravani ben prima del sequestro di Cecilia Sala.

All'indomani della vittoria elettorale di Trump, Elon Musk aveva fiutato "l'affare Medio Oriente", una regione del mondo dove sviluppare i propri affari - vendere auto Tesla e connessioni Starlink - una volta che le tensioni e le guerre fossero state risolte grazie alla nuova presidenza Trump.

Il 14 novembre 2024 il corrispondente de La Stampa Alberto Simoni scriveva:

Pieni poteri Musk: tratta con Teheran, il miliardario incontra Amir Saeid Iravani, diplomatico Onu, in un luogo segreto. L’obiettivo: smorzare le tensioni sempre più forti tra gli Stati Uniti e Teheran

Elon Musk ha incontrato lunedì in un posto segreto l’ambasciatore iraniano alle Nazioni Unite Amir Saeid Iravani. Sono stati due funzionari iraniani a descrivere al New York Times il meeting che aveva l’obiettivo di allentare la tensione fra Stati Uniti e Teheran. L’incontro è durato oltre un’ora e sempre secondo il resoconto degli iraniani è stato «positivo» e con «buone notizie».

In conclusione, premesso che è bene tutto ciò che finisce bene, la liberazione di Cecilia Sala e la scarcerazione di Abedini avrebbero un'unica regia, di cui solo una piccolissima parte andrebbe attribuita ai servizi segreti italiani e al governo di Giorgia Meloni, mentre il ruolo dominante sarebbe di Elon Musk, ormai onnipresente in qualsiasi situazione in cui ci siano rischi e opportunità d'affari.

Perchè in un mondo sempre più rischioso e conflittuale il vero business, per chi ha enormi mezzi finanziari e strumenti di condizionamento mediatico, consiste nel cavalcare le crisi e piegarle ai propri interessi.

D'altronde chi può negare che sarebbe vantaggioso per tutti se l'Iran abbandonasse l'idea di costruire armi nucleari e si dedicasse al "nucleare civile" con cui alimentare le auto elettriche targate Tesla di Elon Musk?

Regalare una Tesla a Khamenei, magari facendola provare prima all'ambasciatore ONU Amir Saeid Iravani, questo è stato il prezzo del riscatto per la liberazione di Cecilia Sala, e non c'è nulla di male, in fondo.

Basta saperlo, senza dare a Giorgia quel che non è di Giorgia.

E sarebbe utile anche sapere perché lo ha fatto, in cambio di cosa, di quali contropartite d'affari in Italia, per gentile e disinteressata concessione di Giorgia Meloni.

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