1) Musk compra Twitter per dare corpo ad un disegno politico ambizioso.
E' l'uomo più ricco del mondo, il più visionario ma privo di canali di informazione e comunicazione di proprietà. Una lacuna che intende riempire con la favola a lui più congeniale, quella della battaglia per il "free speech" contro l'oligopolio dei censori, soprattutto quello dei liberal di sinistra.
Ma non credo che abbia speso 45 miliardi di dollari per amore del mio diritto di parola ed espressione, o di quello di un diseredato di New Delhi e nemmeno di qualche ricco filantropo di Los Angeles a lui più congeniale.
Carli Pierson scrive su USATODAY :
"Sono preoccupato per ciò che l'acquisto di Twitter da parte di Musk significa per un mondo che affronta una divisione di classe sempre più profonda."
L'equazione social media = potere politico ed economico non la scopriamo oggi.
Elon Musk si è semplicemente adeguato, forse addirittura in ritardo.
Vuole fare di Twitter una "piazza di libertà di espressione", senza nessuna censura o limite che non sia quello stabilito dalle leggi (molto incerte).
Un principio in cui si dovrebbero riconoscere i progressisti di ogni latitudine e invece trova esultanza soprattutto a destra, tra i liberal conservatori e i trumpiani. Se Musk fosse stato proprietario di Twitter nel 2020 non avrebbe impedito a Trump di fare propaganda sovversiva, dicono.
Impossibile trovare riscontri.
In ogni caso l'acquisto di Twitter da parte del padrone della Tesla, ha un risvolto politico enorme, transnazionale e trasversale. Configura la base per dare voce ad un movimento sociale e politico, e, perché no, anche un partito politico planetario, PPPP, Partito Per il Potere Planetario, una sorta di avanguardia del un nuovo soggetto politico muskiano.
2) Ridimensionata l'ipotesi dell'uso politico, resta comunque quella dell'investimento finanziario. Twitter tra i social media è rimasto fermo alle origini, spartano, essenziale, poco attraente per i giganti del commercio e della pubblicità.
Elon Musk, acquistato l'intero capitale azionario di Twitter sottraendolo alle quotazioni dei mercati finanziari (da public a private company), ha sicuramente i mezzi tecnologici e visionari per stravolgere il social e farne un'azienda molto più redditizia.
Tra tre o quattro anni, se si stanca della battaglia per il free speech, potrebbe rimettere Twitter sul mercato e realizzare grandi plusvalenze, tutto esentasse.
3) Elon Musk non nasconde le sue manie di grandezza e il senso edonistico che dà alle sue imprese. Che si tratti di conquistare lo spazio o di sconfiggere il cambiamento climatico con macchine avveniristiche a zero emissioni, Musk si compiace di essere il primo, unico visionario precursore del futuro. I Bezos, i Gates, i Zuckenberg li vede dall'alto verso il basso.
Comprare Twitter come se fosse un gelato potrebbe sembrare un capriccio costoso e rischioso.
Se fallisce non perde solo una montagna di miliardi ma anche gran parte del mito costruito negli anni.
Ma se gli riesce, chi lo ferma più?
Come utente di Twitter sono ovviamente coinvolto e interessato a quanto accaduto.
Se la gestione di Elon Musk dovesse rivelarsi un'operazione politica e di potere, non aspetterò un minuto ad andarmene. E lo stesso farò se invece Twitter dovesse rivelarsi un opprimente supermercato.
In ogni caso credo che il vero problema, già riscontrato negli anni passati con Facebook Amazon e C. è rappresentato dalla assoluta mancanza di limiti alle concentrazioni mediatiche, finanziarie ed economiche. Non pagano tasse e per dipiù manipolano l'opinione pubblica.
C'era una volta la legge anti-Trust, e i paletti alle posizioni dominanti o di cartello.
Tutti d'accordo liberal, progressisti, conservatori.
Il pluralismo dell'informazione, come della politica, è morto da almeno 30 anni.
i.fan. twitter: menoopiu
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Date Created: 27/04/2022 19:47:20