Non guardo quasi mai la TV di Stato, ovvero la RAI. In generale guardo poco la TV italiana, lottizzata e indecorosa da molti anni, asservita a partiti e potentati. Ma in RAI non c'è mai fine al peggio e TeleMeloni ne è una conferma.
Ieri mi è capitato di accendere la TV mentre era in onda su RAI3 il programma "Il cavallo e la Torre" di Marco Damilano, giornalista e analista politico di sinistra, pacato e serioso come sempre.
Ospite in studio Elly Schlein, segretaria nazionale del Partito Democratico fresca di vittoria elettorale nelle elezioni regionali in Emilia-Romagna e in Umbria in coalizione assieme ai cespugli di cinquestelle, verdi e renziani.
Uno spettacolo imbarazzante.
Una dimostrazione di pessimo giornalismo e di pessima politica, quasi ai livelli irraggiungibili della pessima destra di governo, sia nella versione meloniana che in quella ancor più tragicomica salviniana.
La puntata era intitolata "Responsabilità" facendo presagire che si sarebbe parlato sì della vittoria elettorale della sinistra, ma anche dei problemi che attanagliano la politica e i partiti, non ultimi quelli di sinistra, sempre più distanti e avulsi dal paese reale, sempre meno capaci di motivare la gente a recarsi alle urne.
Una vittoria ottenuta con meno o poco più del 50% degli elettori, come quella della destra in Liguria e della sinistra in Emilia-Romagna-Umbria, è una vittoria? chiunque vinca?
Marco Damilano nell'intervistare Elly Schlein gli ha reso un pessimo servizio, esaltandone solo le qualità retoriche ed evitando accuratamente di porre domande minimamente difficili o imbarazzanti.
Mi sarei aspettato una domanda ingenua del tipo:" perché in Liguria avere perso e in Umbria-Emilia-Romagna avete vinto? ". No, questa domanda era troppo difficile da fare, avrebbe comportato un minimo di analisi politica, quindi è stata scartata.
Oppure ci si poteva domandare perché un tasso di astensione record, quale campanello di allarme c'è dietro, cosa si potrebbe fare per far tornare la gente a votare con interesse. No, anche questa domanda non è stata posta perché rubava spazio alla propaganda di partito.
Mentre invece Marco Damilano non ha certo perso l'occasione di lanciare la palla alla Schlein sul sacrosanto sciopero della sanità o sulle farneticanti e preoccupanti dichiarazioni del ministro Valditara.
Un gioco facile per chiunque raccogliere la palla e fare gol a porta vuota.
Questo, Marco Damilano, non è giornalismo televisivo, Questa, Elly Schlein, non è politica responsabile.
Questa è propaganda, magari con un pò più di stile e argomenti di quelli utilizzati dalla Meloni o da Salvini o da Tajani, ma pur sempre propaganda sfruttando una trasmissione del sedicente servizio pubblico.
Elly Schlein ha vinto le elezioni del 50% di votanti, ma ha perso l'occasione di parlare all'altra metà del Paese, quella che è necessario coinvolgere se si vuole tornare a vincere davvero, quella metà in gran parte ex di sinistra a cui la propaganda, chiunque la faccia, non piace.
questo è il video dell'intervista di Marco Damilano a Elly Schlein. Giudicate voi.
PS
Alla fine dell'intervista Marco Damilano si accorge che la Schlein porta un braccialetto giallo con la scritta Verità per Giulio Regeni, e anche questo argomento tristissimo si trasforma in un assist per parlare dell'Egitto "paese sicuro" dopo la scandalosa decisione del governo Meloni.
A me ha fatto invece anche ricordare che un alleato elettorale della Schlein, il senatore Matteo Renzi, quando era a capo del governo nei tragici giorni del sequestro di Giulio Regeni, ha evitato di disturbare il dittatore egiziano Al Sisi per chiedergli di rilasciare immediatamente Giulio.
Il 31 gennaio 2016, quando Renzi venne a sapere (secondo la sua cronologia, anche se smentita dalle dichiarazioni di Zena Spinelli) con 5 giorni di ritardo del sequestro di Giulio Regeni forse c'era ancora una piccola possibilità di salvarlo.