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Elisabetta Belloni - verità per Giulio Regeni

Elisabetta Belloni dice che Renzi ha mentito sull'omicidio Regeni?


ifan - 26 Settembre 2024 - aggiornato il 26/09/2024 21:42:57 ID: 4404


La testimonianza di Elisabetta Belloni al processo per l'omicidio di Giulio Regeni chiama in causa Armando Varricchio e Matteo Renzi, uno contro l'altro. La versione di Renzi traballa.

Renzi fece la prima telefonata ad Al Sisi solo dopo il ritrovamento del cadavere di Giulio e non il 31 gennaio, quando ancora non poteva sapere se Regeni era morto o vivo


Matteo Renzi smentisce Matteo Renzi

L'ex presidente del Consiglio Matteo Renzi ha sempre sostenuto che se qualcuno lo avesse informato subito del rapimento di Giulio Regeni, senza aspettare il 31 gennaio 2016, "avrei potuto fare di più per salvare Giulio".

Ma nella sua testimonianza al processo di Roma per l'omicidio Regeni che vede imputati 4 ufficiali egiziani dei servizi segreti di Al Sisi, Matteo Renzi smentisce ... Matteo Renzi.

Quando il PM gli chiede "Lei prese contatti diretti con il presidente Al Sisi ? ecco cosa risponde Matteo Renzi.

Renzi a processo Regeni

VIDEO

Quindi, pur avendo saputo il 31 gennaio 2016 della scomparsa di Giulio e del movente politico sottostante, Matteo Renzi fa la prima telefonata ad Al Sisi solo alcuni giorni dopo il 3 febbraio, data del ritrovamento del cadavere del giovane italiano.

Se ne deduce che seppure, fosse stato informato il 26 o il 27 gennaio - cosa molto probabile che però Renzi nega - comunque non avrebbe mosso il dito per telefonare al dittatore egiziano.

Matteo Renzi il 31 gennaio 2016 non poteva ancora sapere se Giulio fosse vivo o già morto per le sevizie e le torture degli aguzzini di Al Sisi, e quindi avrebbe dovuto in ogni caso telefonare subito al dittatore per intimargli il rilascio del giovane cittadino italiano.

Perchè Renzi non telefonò nè il 31 gennaio, nè nei giorni successivi, per fare pressioni sull'Egitto in vista degli importanti accordi commerciali e militari che sarebbero stati al centro del viaggio della ministra Guidi al Cairo?


 

Elisabetta Belloni dal 2021 è direttrice generale del DIS, Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, il dipartimento presso la Presidenza del Consiglio dei ministri che ha compiti di coordinamento e vigilanza sulle attività dei servizi segreti italiani.

All'epoca dell'omicidio di Giulio Regeni, nel gennaio 2016, la Belloni era a capo della Segreteria Generale della Farnesina, braccio destro del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni nel governo presieduto da Matteo Renzi

Elisabetta Belloni era già stata chiamata nel 2020 dalla Commissione Parlamentare d'Inchiesta sul caso Regeni.


Fu un'audizione "molto diplomatica", in particolare sugli aspetti che riguardavano l'operato del governo italiano.

All'epoca dell'audizione non erano ancora emersi 2 particolari importanti, su cui la Belloni si guardò bene dal fornire indicazioni di sua iniziativa, entrambi rivelati dalla recente inchiesta di Report su Rai3

Il primo riguarda il "messaggio 211"

Esclusiva Report: Il messaggio riservato che contraddice la versione dell’ex Presidente del Consiglio Renzi sul caso Regeni
Alle 14,21 del 28 gennaio l’ambasciatore d’Italia al Cairo, Maurizio Massari, invia un messaggio criptato alle massime istituzioni italiane. Il messaggio, che riporta l’intestazione “URGENTE” e ricostruisce i dettagli della sparizione di Giulio Regeni, viene inviato anche alla Presidenza del Consiglio.
Tuttavia l’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi testimonierà in Commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di Giulio Regeni di aver saputo della scomparsa del ragazzo solo il 31 gennaio, aggiungendo che se lo avesse saputo prima avrebbe forse potuto fare qualcosa di più per salvarlo.

 

Il secondo riguarda la confidenza di Zena Spinelli ad un funzionario dell'ambasciata italiana al Cairo, che aveva saputo da una fonte del Ministero di Giustizia egiziano che Giulio Regeni era ancora vivo il 29 gennaio 2016.

Se il governo italiano si fosse degnato di "disturbare" Al Sisi per chiedere l'immediato rilascio del suo concittadino, forse Giulio si sarebbe salvato.


 

Elisabetta Belloni è stata chiamata a testimoniare nel processo contro 4 ufficiali dei servizi di sicurezza egiziani, i torturatori del regime di Al Sisi  Usham Helmi, il generale Sabir Tariq  il colonnello Athar Kamel Mohamed Ibrahim,  accusati del reato di sequestro di persona pluriaggravato e il colonnello Magdi Ibrahim Abdelal Sharif accusato anche di concorso in lesioni personali aggravate e di concorso in omicidio aggravato.

Belloni ha confermato che gli egiziani non solo non hanno mai collaborato alle indagini ma hanno fatto di tutto per depistarle e prendere in giro le autorità italiane. 

Ma il vero nodo a cui la Belloni era chiamata a dare la sua versione è quello relativo alle attività svolte dal governo italiano nei giorni drammatici e concitati del rapimento di Giulio, che stanno diventando un caso politico di primaria rilevanza. Il governo e in particolare il suo primo ministro Matteo Renzi fecero davvero tutto il possibile per salvare Giulio Regeni?

 

Dopo l'inchiesta di Report su RAI3, che ha rivelato nuovi particolari che hanno contraddetto le dichiarazioni rese in Commissione Parlamentare, anche Elisabetta Belloni è stata costretta ad essere un pò più precisa sulle circostanze e sulle date che segnarono le tappe dell'omicidio di Giulio Regeni.

 

Queste in sintesi le principali dichiarazioni della Belloni.

- La mattina del 26 gennaio 2016 sono stata informata dall'ambasciatore Massari della scomparsa di Giulio Regeni;

 - Nelle prime ore non c'era preoccupazione, ma via via che le ore passavano la preoccupazione aumentava;

 - il 26 gennaio ho informato il ministro Gentiloni;

 - Massari la sera del 25 gennaio ha avvisato il capo-centro dell'AISE (servizi segreti italiani per l'estero);
 - il 28 Massari scrive un messaggio che ha una pluralità di indirizzi, io non posso sapere se qualcuno ha portato a conoscenza del Presidente del Consiglio (Matteo Renzi ndr) il messaggio, quindi quanto io affermo non contraddice quello che ha dichiarato il presidente Renzi , quello che io posso certamente dire è che io ho chiamato a telefono il consigliere diplomatico del presidente del consiglio in quei giorni, ora non ricordo se il 26 o il 27 ma certamente in quei giorni ... il consigliere diplomatico era l'ambasciatore Varricchio.

 


La Belloni afferma che fin dal 26 gennaio, o al massimo il 27, il consigliere diplomatico di Matteo Renzi, l'ambasciatore Armando Varricchio, era stato informato della scomparsa.

E non in maniera generica come vorrebbe far credere Renzi, cioè una scomparsa come ce ne sono a decine, senza rilevanza, ogni giorno, ma con grande allarme politico, diplomatico e di intelligence.


Palazzo Chigi, da cui dipendeva il consigliere Armando Varricchio, una lunga carriera diplomatica sulle spalle, era stato già tempestato di telefonate fin dalle prime ore del 26 gennaio da Elisabetta Belloni, che a sua volta era in stretto e continuo contatto con l'ambasciata al Cairo, perchè da subito tutti avevano capito che le circostanze attorno alla scomparsa di Giulio Regeni indicavano una pista politica.

Solo Matteo Renzi poteva sostenere che quella di Regeni fosse una delle tante scomparse di italiani sbadati all'estero ...


 

Sono state le affermazioni di Zena Spinelli riportate da Davide Bonvicini, ex funzionario dell'ambasciata italiana al Cairo, nell'inchiesta di Report del maggio scorso a scardinare il muro di "non ricordo", "non sapevo", "non potevamo fare di più", che le autorità italiane avevano costruito nei mesi successivi al ritrovamento del cadavere di Giulio Regeni.


Dopo le rivelazioni di Zena Spinelli e il "cablo 211" di Massari, anche Elisabetta Belloni ha dovuto precisare meglio le sue dichiarazioni.

Come fa il capo dei Servizi Segreti italiani ad avallare la tesi renziana che "la scomparsa di Giulio era come una delle tante che avvengono ogni giorno"?


La stessa integrità professionale della Belloni veniva ridicolizzata dalle affermazioni di Renzi, costringendola a prendere le distanze.

"Se Renzi vuole continuare a sostenere la versione di essere stato informato solo il 31 gennaio, sono affari suoi e se la veda con Armando Varricchio, fino a prova contraria", ma senza mettere in discussione l'immagine professionale di Elisabetta Belloni.

 


 

La testimonianza di Elisabetta Belloni nel processo Regeni quindi è una smentita clamorosa di quanto affermato da Matteo Renzi, il quale può ancora formalmente trincerarsi nell'affermazione che "gli uffici (cioè Farnesina e Consigliere Varricchio) sapevano ma io sono stato informato solo il 31 gennaio, non ricordo se la mattina o la sera ...".


Ma è un trincea sempre più fragile e potrebbe addirittura rivelarsi un boomerang nel caso in cui l'ex consigliere di Renzi, Armando Varricchio, fosse chiamato a testimoniare (perché non lo hanno ancora chiamato ??) sul suo ruolo nel caso Regeni.

Oppure si ritenesse offeso dalla versione di Renzi che scaricano su di lui "la sottovalutazione del caso".


 

Chi è Armando Varricchio, attuale ambasciatore a Berlino, dopo aver ricoperto lo stesso incarico a New York?


Dal suo profilo ufficiale sul sito dell'Ambasciata

Profilo biografico dell’Ambasciatore Armando Varricchio

Dal 16 giugno 2021 Ambasciatore d’Italia nella Repubblica Federale di Germania

Marzo 2016 – giugno 2021 Ambasciatore d’Italia negli Stati Uniti e accreditato a Bahamas e Giamaica

Giugno 2013 – marzo 2016 Consigliere Diplomatico del Presidente del Consiglio e Rappresentante Personale (“Sherpa”) ai Vertici G7/G8 e G20

Maggio 2009 – giugno 2013 Ambasciatore a Belgrado

Agosto 2006 – giugno 2009 Consigliere Diplomatico Aggiunto del Presidente della Repubblica

Agosto 2002 – luglio 2006 Capo dell’Ufficio Economico dell’Ambasciata a Washington

Settembre 1999 – agosto 2002 Consigliere Diplomatico del Presidente della Commissione Europea e Rappresentante Personale (“Sherpa”) ai Vertici G7/G8

Ottobre 1998 – settembre 1999 Capo di Gabinetto del Ministro per gli Affari Europei

Settembre 1996 – ottobre 1998 Consigliere per le relazioni con Europa e Asia presso l’Ufficio del Consigliere Diplomatico del Presidente del Consiglio

Ottobre 1992 – agosto 1996 Primo Segretario (Consiglio Europeo e Consigli Affari Generali, Ecofin, Affari Interni e Giustizia) alla Rappresentanza Permanente presso la Comunità Europea

Maggio 1988 – ottobre 1992 Capo Ufficio Economico presso l’Ambasciata a Budapest

Marzo 1986 – maggio 1988 formazione presso l’Istituto Diplomatico e Secondo Segretario alla Direzione Generale del Personale

Ha conseguito una specifica conoscenza delle tematiche europee e transatlantiche e si è occupato dei più delicati dossier internazionali, con particolare riguardo ai temi della sicurezza.

 

Possibile che un diplomatico di così lunga esperienza come Varricchio non abbia colto l'allarme lanciato dall'ambasciatore italiano, dai vertici dell'AISE, dalla Segretaria Generale della Farnesina e abbia considerato la scomparsa di Giulio Regeni alla stregua di una scappatella turistica? quale interesse aveva Varricchio a sottovalutare i pericoli che correva il giovane ricercatore italiano?

 


 

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Perché Armando Varricchio è stato sollevato dall'incarico di consigliere a Palazzo Chigi nel marzo 2016, molti mesi prima della fine del governo Renzi?

L'incarico di ambasciatore a New York era un classico "promoveatur ut amoveatur" ?

Se Armando Varricchio ha effettivamente sottovalutato il caso Regeni, ritardando e vanificando la possibile iniziativa di Matteo Renzi, perchè è stato inviato a fare l'Ambasciatore a New York?

E perchè Armando Varricchio non è stato chiamato dalla Commissione d'Inchiesta?

e perché non viene chiamato a testimoniare nel processo sull'omicidio di Giulio Regeni in corso a Roma?


 

La testimonianza di Elisabetta Belloni stringe la morsa attorno alla versione di Matteo Renzi.


La verità sul comportamento del governo italiano nella dolorosa vicenda di Giulio Regeni si gioca tra le affermazioni di Renzi e il silenzio di Armando Varricchio.

 


 

Quel che è certo è che Armando Varricchio era stato informato tra il 26 e il 27 gennaio da Elisabetta Belloni, con tutti gli elementi di gravità e preoccupazione per la sorte di Giulio. Tutti avevano ben chiara la posta in gioco.


Non è plausibile, anzi è un oltraggio all'intelligenza, affermare che Armando Varricchio non abbia informato del caso Regeni l'allora Primo Ministro Matteo Renzi per 4 lunghissimi giorni, durante i quali il giovane ricercatore italiano veniva barbaramente torturato dagli aguzzini di Al Sisi ma era ancora possibile salvargli la vita.


La credibilità di Matteo Renzi è messa a dura prova dalle dichiarazioni di Zena Spinelli, Maurizio Massari, Davide Bonvicini, e ora anche di Elisabetta Belloni, capo dei Servizi di Sicurezza italiani.


L'autorevolezza e il ruolo di Elisabetta Belloni lasciano presumere che abbia voluto indicare con chiarezza quale sia per Matteo Renzi la linea di demarcazione tra la verità e la menzogna.

Se Armando Varricchio conferma le dichiarazioni di Renzi, assumendosi lui la responsabilità di aver sottovalutato e omesso l'informativa tempestiva, non dovrebbe fare altro che lasciare la carriera diplomatica e dedicarsi agli ortaggi, inseguito per sempre dalla vergogna e dal pubblico ludibrio.

Se Armando Varricchio smentisce, con le parole o con il silenzio, la versione di Renzi - "sono stato informato della scomparsa di Giulio Regeni solo il 31 gennaio" - la carriera politica dell'ex presidente del consiglio sarà interrotta per sempre, più di quanto i suoi insuccessi finora, aggiungendo un altro tassello alla verità sull'omicidio di Giulio Regeni.

 

L'ambasciatore Armando Varricchio può salvare l'onore di Renzi infangando il proprio e dichiarando di aver "dimenticato" di informarlo durante quei 4 lunghissimi giorni.

Oppure può continuare a mantenere il silenzio.

Un silenzio che equivale ad un'ombra che accusa l'ex presidente del consiglio Matteo Renzi.

 


 


Ma cosa fece Matteo Renzi dopo aver saputo di Giulio il 31 gennaio 2016?

Anche dando credito alla versione che lui fu informato solo il 31 gennaio della scomparsa di Regeni e della correlata gravità, Renzi non fece nessuna telefonata ad Al Sisi fino ai giorni successivi al ritrovamento del cadavere di Giulio.

Il 31 gennaio 2016 Matteo Renzi non poteva sapere che Giulio Regeni fosse ancora vivo o già morto, eppure non fece nulla di più di quanto avesse fatto prima di aver ricevuto la terribile notizia.

Lui stesso dichiara nella testimonianza al processo di aver fatto la prima telefonata ad Al Sisi solo dopo il ritrovamento del cadavere e la colloca in un giorno imprecisato del febbraio 2016.


Perciò l'affermazione di Renzi "se avessi saputo prima, avremmo potuto fare di più" è infondata, perché dopo essere stato informato il 31 gennaio Renzi NON fece nessuna pressione sul dittatore egiziano per risolvere positivamente il caso Regeni.

 


in aggiornamento


 

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Key1: Elisabetta Belloni keywords: Processo Regeni, Omicidio Giulio Regeni, Elisabetta Belloni, Matteo Renzi, Verità per Giulio Regeni, Al Sisi, Zena Spinelli,

Date Created: 26/09/2024 07:27:30


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