Non sono d'accordo con quanti hanno chiesto di impedire il ripetersi di interviste televisive come quella di Zona Bianca - Rete 4 al ministro degli Esteri Russo Serghei Lavrov.
Scandalosa ma in fin dei conti utile, per la causa ucraina.
Sarei anzi dell'opinione di invitare Lavrov, Solovyov, Dugin e la crema dell'intellighenzia putiniana ogni sera nei nostri telegiornali e talk show di maggior ascolto.
Gli effetti sarebbero vistosi e immediati e la guerra di invasione in Ucraina potrebbe terminare in qualche giorno con la vittoria di Zelensky.
Ascoltare le argomentazioni dei maggiordomi di Putin farebbe ravvedere milioni di persone in tutto il mondo. Una prova inconfutabile della loro propensione alla menzogna criminale.
Persino Narendra Modi e Xi Jinping sarebbero costretti a rivedere le posizioni "neutrali" di India e Cina, così come è stato costretto a fare il primo ministro Bennett in Israele.
Le dichiarazioni di Lavrov sulle origini ebree di Hitler, come Zelensky, e sull'antisemitismo degli ebrei hanno avuto un effetto devastante sui rapporti tra Russia e Israele, il quale finora aveva tenuto una posizione neutrale sulle sanzioni economiche e di mediazione diplomatica nella guerra di Putin contro Ucraina.
Scrive Herb Kainon sul Jerusalem Post a proposito dell'intervista di Lavrov:
"L'antisemitismo di Lavrov significa che Israele non è più neutrale su Ucraina-Russia"
I migliori piani di Gerusalemme per rimanere in qualche modo al di sopra della guerra tra Russia e Ucraina sono stati vanificati.
"La convocazione del ministero degli Esteri dell'ambasciatore russo in Israele Anatoly Viktorov lunedì per protestare contro i commenti eclatanti del ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov secondo cui Hitler aveva "sangue ebreo" segna la fine dello sforzo di Israele di rimanere in qualche modo al di sopra della mischia russo-ucraina.
Indipendentemente dal genuino interesse di Israele nel non voler inimicarsi la Russia perché questo potrebbe scatenare un boomerang contro di essa in Siria, dove i russi dominano e potrebbe causare danni considerevoli a Israele, gli orrori quotidiani in Ucraina si muovono nell'arena internazionale costringendo le nazioni a schierarsi e parole come quelle di Lavrov hanno impedito a Israele di rimanere "neutrale".
Inoltre, l'interesse del primo ministro Naftali Bennett a mediare il conflitto – originariamente uno dei motivi per non condannare fermamente la Russia – non ha portato da nessuna parte; Israele non ha né leva da usare sui russi, né alcuna garanzia di sicurezza da dare agli ucraini che lo renderebbe un serio mediatore.
Insieme alla convocazione dell'ambasciatore russo, la risposta di Bennett alle parole di Lavrov ha anche segnalato che Israele sta schierandosi verso la parte ucraina.
"Considero con la massima severità la dichiarazione del ministro degli Esteri russo", ha affermato Bennett. “Le sue parole non sono vere e le loro intenzioni sono sbagliate. L'obiettivo di tali bugie è accusare gli stessi ebrei dei crimini più terribili della storia, che sono stati perpetrati contro di loro, e quindi assolvere i nemici di Israele dalle responsabilità".
Bennett, che la scorsa settimana il giorno della memoria dell'Olocausto ha dichiarato in un discorso a Yad Vashem che nulla può essere paragonato all'Olocausto, ha detto che era ora di smettere di usare l'Olocausto come strumento politico.
Che Bennett fosse disposto a prendere pubblicamente in carico il ministro degli Esteri russo per i suoi commenti mostra due cose: quanto trovi cattive le parole di Lavrov e la distanza che ha percorso nelle 10 settimane di guerra. È passato dal condannare la guerra, ma senza mai menzionare i russi per nome, ad ora sbattere contro il ministro degli Esteri russo.
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In sintesi, la posizione di neutralità di Israele nella guerra Russia-Ucraina era dettata soprattutto da motivi di interesse nazionale, cioè la paura che la Siria del macellaio Assad sostenuto da Putin e dall'Iran potesse attaccare militarmente Israele.
Ma i governanti israeliani cominciano a dubitare che la neutralità possa aiutarli ad evitare guai peggiori e temono che il cinismo antisemita che trapela dalle parole di Lavrov, e in generale dai mass media russi, sia in realtà una minaccia esplicita per Tel Aviv.
Quindi fine della neutralità di Israele e un sostegno forse più fattivo alla resistenza ucraina.
Bravo Mister Lavrov, dopo quasi venti anni di carriera diplomatica sei rimasto un somaro cattivo e arrogante, come il tuo padrone. Sei riuscito a fare in poche battute quello che lo staff di Biden alla Casa Bianca non avrebbe fatto in 6 mesi.
Alla prossima intervista, magari dalla Berlinguer su Rai Tre, potresti per favore ricordare al mondo intero che i cinesi sono selvaggi che mangiano topi e pipistrelli e siccome sono tanti potrebbero arruolarsi con Kadyrov contro i nazisti, per morire ammazzati sul campo di battaglia in Ucraina al posto dei russi?
Altrimenti come farebbe Xi Jinping a dimostrare la sua eterna amicizia verso Putin, visto che non compra nemmeno il gas?
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La reazione di Israele all'intervista di Lavrov rivela anche un'altra conseguenza della guerra in Ucraina, finora poco valutata: la fine del bluff con cui Putin ha costruito una posizione di potere nelle aree critiche del mondo, basandosi sul ricatto energetico e sull'immagine di potenza militare.
La guerra in Siria è emblematica, per le centinaia di migliaia di civili massacrati e per gli intrecci geopolitici. Occupando la Siria, Putin si è garantito un posto di assoluto rilievo da cui condizionare tutto il Medio Oriente e l'Europa, paralizzando lo storico dominio degli Stati Uniti attraverso Israele.
Gli israeliani hanno raggiunto nel corso degli anni un "equilibrio conveniente" con la presenza russa a Damasco, ottenendo garanzie assolute nella gestione oppressiva sui palestinesi di Gaza e Cisgiordania e parziali limitazioni dell'influenza iraniana, lasciando fare a Putin quello che voleva nel Medio Oriente e Nord Africa.
Un equilibrio che ora rischia di venire meno non solo e non tanto per le dichiarazioni antisemite di Lavrov quanto per l'indebolimento complessivo dell'immagine militare che la Russia aveva costruito attorno a sè.
L'Ucraina, con l'evidente appoggio tecnologico-militare degli USA, è in grado di resistere alla Russia, mettendone in luce l'inefficienza, la corruzione e l'arretratezza delle Forze Armate.
Un paese come Israele che ha sempre fatto uso della forza militare per ottenere obiettivi politici, scopre il bluff dell'esercito russo e comincia a non averne più troppa paura. Israele non ha per il momento convenienza ad uno scontro con la Siria armata da Putin, ma potrebbe non avere più interesse a starsene in un angoletto nello scontro tra Russia e Stati Uniti.
La questione del nucleare iraniano è sempre aperta.