La ritirata dell'esercito ucraino dal cumulo di macerie di Sivierodonetsk aveva scatenato l'offensiva delle "truppe mediatiche" filorusse. "Ucraina ha perso, cosa aspetta Zelensky a rinunciare al Donbass e alla Crimea e a porre fine alla sanguinosa e inutile guerra contro Putin"?
A dare manforte alla propaganda del Cremlino anche vecchie e turpi cariatidi del passato come Henry Kissinger, diventato alfiere dei neopacifisti di Michele Santoro. "Persino gli USA di Joe Biden cominciano a parlare di "concessioni" al tavolo della trattativa anzichè di "invio di armamenti" a Kyiv".
Poi a dare una mano alle speranze della Resistenza ucraina sono arrivati una serie di eventi che hanno cambiato, se non ribaltato, le immediate fosche previsioni.
I Missili sul Centro Commerciale di Kremenchuk hanno squarciato la routine dei bombardamenti contro i civili che ormai sembravano essere diventati la norma della sporca guerra russa a cui tutti si stavano abituando.
Palazzi sventrati, città rase al suolo, "questa è la guerra, purtroppo ... Zelensky si deve arrendere ... e poi tutto finirà, anche le distruzioni"
Kremenchuk ha riaperto gli occhi all'opinione pubblica e a molti capi di stato: colpire civili inermi mentre fanno la spesa nei negozi, un'immagine che accomuna tutto il mondo in qualsiasi situazione, è stato un atto di puro terrorismo. Putin è un terrorista, oggi contro l'Ucraina ma domani contro altri innocenti, la Russia è uno Stato Canaglia.
Putin e l'esercito russo come Al Qaeda e Isis.
Il caso ha voluto che la strage di Kremenchuk avvenisse mentre era in corso il G7 in Baviera, allargato a Indonesia, India, Sudafrica e altri paesi "neutrali" o recalcitranti a schierarsi a favore delle sanzioni alla Russia.
Tra le quinte del rituale G7 si svolgevano altre trame di potere e di affari.
La regia USA del G7 cercava una contromossa alla dichiarazione del Cremlino, secondo la quale "Putin sarà in Indonesia al G20 di ottobre", ovvero "la Russia non è isolata, anzi siamo con India e Cina".
Biden in difficoltà, per via dell'atteggiamento di Macron e Scholz.
Improvvisamente è spuntato Mario Draghi
Ma improvvisamente è spuntato Mario Draghi.
Mario Draghi fino ad un certo punto all'indomani dell'aggressione russa a Kyiv si era ritagliato il ruolo dell'ex banchiere, concentrandosi sugli aspetti economici dell'invasione in Ucraina e sulla "guerra della sanzioni".
Per superare i dubbi sulla rinuncia al gas russo, aveva lanciato la proposta del "price cap" al gas e petrolio di Putin, un'idea che cominciava a farsi strada anche tra i più scettici tedeschi, coniugata alla "diplomazia del grano" per sbloccare i porti da cui far ripartire le navi con i preziosi cereali.
Mario Draghi, grande camaleonte ed opportunista, si era tenuto alla larga da alcune questioni simboliche come ad esempio il ruolo internazionale di Putin, su cui il suo amico Macron aveva speso parole di bieco opportunismo del tipo "evitare di umiliare la Russia ... Putin è un interlocutore ..." ecc ecc.
Ora Mario Draghi con fatti e parole si è autoproclamato leader dello schieramento europeo a fianco di Zelensky, quello che nei primi giorni dell'invasione " non aveva risposto alla sua (di Draghi) telefonata" ricevendo uno schiaffone di risposta " ... ho altro a cui pensare"
Mario Draghi ha incassato e capito, e da allora si è dimostrato il più sensibile e convinto tra i leader dell'Unione Europea a fianco di Zelensky, ribaltando la diplomazia arrendevole di Macron con la frase "Putin non deve vincere".
Mario Draghi alla vigilia del G7 sembrava indebolito dalla scissione dei M5Stelle e dagli attacchi dei filorussi al suo ministro degli esteri Di Maio. Tutti pensavano che in Baviera sarebbe andato in sordina, preoccupato più dalle sorti del suo governo che dalle sconfitte ucraine nel Donbass.
E invece Draghi al G7 sale sul palco e diventa protagonista di un evento diplomatico senza precedenti nella storia d'Italia.
Manda direttamente all'inferno Vladimir Putin : altro che G20, Putin al massimo potrà fare un collegamento "da remoto", dichiara il Presidente del Consiglio italiano in mondovisione. Sostituite "remoto" con "inferno" e avrete ottenuto il senso compiuto della dichiarazione di Draghi.
" Putin, vai all'inferno e partecipa al G20 da lì, se proprio ci tieni ..."
Non contento di aver attaccato Putin, Draghi si è rivolto ai capi dei paesi "titubanti", come l'India e molti paesi africani ricattati dal grano che Putin ha rubato all'Ucraina : "Quando gli elefanti lottano l'erba soffre". Un proverbio che può essere letto sia in chiave solidaristica con l'erba che soffre, sia come un invito all'erba a schierarsi nella lotta tra elefanti.
La risposta di Putin a Mario Draghi è stata diretta, immediata ma anche imbarazzata "Non decide lui...". Ovvio, Draghi lo sa benissimo e per questo cerca di convincere quelli che decidono ... tra i quali annovera anche la Cina di Xi Jinping.
Ai quali non sono piaciute le scene orribili del centro commerciale Kremenchuk, perchè anche da loro ci sono le mamme che vanno a fare la spesa con i bambini e certe immagini non invogliano le famigliole a consumare allegramente...
Per non parlare delle vere manovre militari a fianco del G7 e G20, l'ingresso ufficiale di Svezia e Finlandia nella NATO e l'ipotesi di allargare l'alleanza militare occidentale anche ad altri paesi in Africa, Asia Medio Oriente.
La guerra di Putin contro l'Ucraina ha rotto tutti gli equilibri pre esistenti. Nulla rimarrà come prima, e anche la Cina dovrà riconsiderare la chiave di lettura fin qui utilizzata ...
Se i missili sul centro commerciale di Kremenchuk erano un avvertimento di terrore che annunciavano il messaggio trionfante di Putin al Mondo, l'invito "da remoto" di Draghi è stata una risposta all'altezza della situazione, che si unisce a quello di Zelensky che ha definito la Russia uno "Stato Terrorista Canaglia".
Vai all'inferno Putin!