La decisione del "Vaticano" di scendere in campo contro il disegno di legge Zan nel nome degli accordi Stato-Chiesa cioè del Concordato è un atto che va oltre la materia, pur importantissima, delle norme di contrasto all'omotransfobia.
A parole la Chiesa Cattolica guidata da Francesco sembrava essersi allineata - a malincuore - all'evoluzione dei tempi in materia di sessualità e libera scelta.
Ma dalle parole ai fatti, e in particolare sulla "filosofia" che sottende il ddl Zan racchiusa nell'articolo 1 (identità di genere), è rispuntata la vocazione clericale oscurantista.
Il "Vaticano", cioè la struttura politica e amministrativa guidata da Papa Francesco, considera l'identità di genere alla stregua della blasfemia:
Il testo dell'articolo controverso: «Per identità di genere si intende l’identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione».
Secondo l'ortodossia cattolica "Se si punta a negare il reale e a far valere solo il “percepito” si gioca col fuoco con conseguenze pericolose su un’infinità di “frontiere” della nostra umanità e delle regole (morali e giuridiche) che dovrebbero presidiarla. E quest’operazione nulla c’entra con l’obiettivo dichiarato di rafforzare la difesa da offese e violenze per le persone omosessuali o transessuali. Sembra che se ne stiano rendendo conto in tanti, in diversi gruppi parlamentari. Meno male."
La realtà secondo i cattolici è fatta solo di maschile e femminile, che la famiglia è solo una, che la "percezione di sè" al di fuori delle regole sancite dalla Chiesa è inammissibile.
Un conto è difendere il diritto a non essere discriminati, picchiati o uccisi per la propria omosessualità, altro è dichiarare l'omosessualità e la transessualità come una condizione legittima per libera scelta dell'individuo.
Riaffiorano le teorie cattoliche sulla "realtà oggettiva" sbandierate nelle grandi occasioni in materia di divorzio e sull'aborto. La "libera scelta" secondo la Chiesa è un'eccezione, concessa solo se è d'accordo il padreterno.
E, cosa peggiore, la Chiesa di Papa Bergoglio scatena la guerra al Parlamento italiano e alla società civile (laica e cattolica) appellandosi alle norme del Concordato, reclamando un ruolo che negli ultimi sessanta anni gli è stato tolto dalle libere scelte del popolo italiano.
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Oggi Mario Draghi andrà in Parlamento a spiegare la posizione del governo italiano su questo grave episodio sollevato dall'ingerenza vaticana sul ddl Zan.
E' molto probabile che userà il suo solito camaleontismo proclamando da un lato il diritto del Parlamento e dall'altro "invitandolo" a tenere conto delle opinioni clericali, cioè a cambiare l'articolo uno del disegno di legge in ossequio alla richiesta vaticana.
Un primo ministro non eletto che chiede al legittimo Parlamento italiano di soggiacere alle pressioni di uno stato straniero.
Se Draghi si dovesse avventurare su questa strada metterebbe in grande difficoltà il cattolico leader del PD Enrico Letta e il cattolico ministro degli Esteri Luigi Di Maio, accentuando ancora di più la sua immagine di burocrate imposto dall'establishment conservatore internazionale.
Se Draghi non respinge nettamente l'ingerenza vaticana si renderà complice di una profonda spaccatura nella politica e nella società italiana, tutto il contrario dell'immagine di "unità nazionale" con cui si vorrebbe accreditare per scalare il Quirinale.
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Dopo la nota del Vaticano sul ddl Zan, la favola di Papa Francesco traghettatore della Chiesa cattolica verso il mondo moderno volge ad un triste e opprimente finale, che coinvolge anche tutti noi, se il gesuita Draghi si farà facilmente persuadere dalle teorie cattoliche sulla "realtà oggettiva" (quelle stesse con cui ebbe a scontrarsi Galileo Galilei) .