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Da Seoul a Parigi, da Yoon a Macron, la follia dei presidenzialismi


ifan - 4 Dicembre 2024 - aggiornato il 04/12/2024 21:43:20 ID: 4506


In Corea del Sud Yoon Suk Yeol dichiara la legge marziale ma il Parlamento si ribella e lo caccia, in Francia Macron impone il "governo del presidente" contro il Fronte Popolare, il Parlamento sfiducia Barnier-Macron. Francia nel caos, per colpa di Macron


aggiornamento - L'Assemblea Nazionale francese ha approvato la mozione di censura contro il governo di Michel Barnier, che quindi si dimette.

 

Il presidente Macron, che aveva dato l'incarico a Barnier contro ogni logica parlamentare,  esce sconfitto e ancora più debole. Macron dopo il voto ha annunciato che parlerà alla Nazione domani sera.

 

Farà marcia indietro e darà l'incarico di governo ad un esponente del Nuovo Fronte Popolare? oppure proverà ancora a formare un governo tecnico di unità nazionale guidato da un esponente più vicino ai socialisti?

 

L'unica certezza è che la Francia è in piena crisi istituzionale ed economica. Come la Germania? o peggio? 

 


 

Il tentato "colpo di mano" del presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol è finito.

 

Un finale tragicomico, perché la carriera politica di Yoon finirà con un impeachment votato da tutto il parlamento, compreso il suo partito di appartenenza. Voleva imporre la legge marziale per impedire che la politica e l'opinione pubblica indagassero troppo sui casi di corruzione che lo riguardano, un tentativo maldestro e folle, che si spiega solo con l'arroganza di chi non vuol perdere il potere e la stupidità di chi non si rende conto che in un sistema elettorale democratico c'è comunque un limite all'arroganza.

 

Il caso sudcoreano resterà negli annali della storia solo per questo motivo, rafforzato da una concomitanza casuale ma significativa. Dopo il fallito colpo di mano a Seoul, se ne prepara un altro a Parigi, in Francia, con uno sfondo abbastanza simile.

 

Il presidente francese Emmanuel Macron sta tentando in tutti i modi di forzare le regole democratiche della Repubblica, almeno da quando è stato sconfitto alle ultime elezioni europee.

 

All'epoca aveva sciolto il Parlamento e indetto nuove elezioni politiche per prevenire un logoramento ulteriore e favorendo la possibilità di una vittoria clamorosa dell'estrema destra di Marine Le Pen, che era uscita vittoriosa dalle urne.


Di fronte al baratro, la sinistra (dai socialisti agli estremisti di Melenchon, passando per i verdi) si è riunita in un Nuovo Fronte Popolare che ha avuto la maggioranza relativa dei deputati e soprattutto ha bloccato e ridimensionato l'avanzata dell'estrema destra di RN.

 

Il colpo di mano non ha premiato Macron, che ha perso molti dei deputati che aveva nel precedente parlamento e si sarebbe dovuto rassegnare a dare l'incarico di formare il nuovo governo ad un esponente del Fronte Popolare, magari una socialista.

 

Ma così non è stato. Macron ha tirato per le lunghe e a settembre, tre mesi dopo il voto, ha dato l'incarico ad un suo uomo, Michel Barnier, tecnocrate conservatore, con fama di essere un esperto mediatore.

 

Macron ha così dimostrato di essere un arrogante cialtrone, con un colpo di mano che ha aggravato ancora di più la crisi politica francese.

Un governo Barnier, non avendo una maggioranza parlamentare, era uno schiaffo al popolo che aveva premiato la sinistra, ma anche un'esca pericolosa per la destra di Marine Le Pen, a cui Barnier strizzava l'occhiolino per ottenere un appoggio esterno non dichiarato.

 

Quante possibilità di successo aveva una scelta folle come quella di Macron? Zero, come si è dimostrato in questi giorni, in cui il Parlamento avrebbe dovuto approvare la legge di Bilancio presentata da Barnier e ispirata da Macron.

Una serie di norme contrarie al programma della sinistra ma indigeste anche per la destra.

Barnier ha deciso di andare avanti senza sottoporre la legge al voto del Parlamento, con un escamotage tecnico che glielo consente ma che rappresenta un colpo di mano politico.

 

Per tutta risposta la sinistra ha presentato una mozione di censura contro il governo, una specie di sfiducia, a cui la destra non può non aderire, ed è costretta ad uscire allo scoperto contro Barnier.

 

Oggi il voto in Parlamento, che dovrebbe aprire la crisi politica in Francia, una delle crisi più profonde e inestricabili che si intreccia con una crisi economica altrettanto grave come testimonia l'impennata dei rendimenti dei titoli di stato francesi e l'aumento dello spread con gli analoghi tedeschi.

 

Un colpo di mano dopo l'altro Macron sta trascinando la Francia e l'Europa in un'avventura simile a quella coreana.

 

Speriamo che la soluzione del caso a Seoul sia d'insegnamento anche per Parigi.

In tal caso Emmanuel Macron avrebbe le ore contate come il suo omologo sudcoreano.

 

Il presidente francese dovrà dimettersi e quantomeno concedere al Fronte Popolare la guida del futuro governo.

 

In ogni caso nel giro di 48 ore dall'estremo oriente al cuore dell'Europa abbiamo assistito ad un evento inatteso: la fine della favola sul presidenzialismo come soluzione dei problemi politici nei sistemi di democrazia occidentale.

Due presidenti eletti dal popolo hanno dato di matto, mostrando arroganza del potere e disprezzo della volontà popolare.

Due presidenti eletti costretti alla sconfitta dal Parlamento eletto dal popolo.

 

I presidenzialisti o i premieristi alla Meloni sono avvisati.

Non basta essere stati eletti dal popolo per arrogarsi la pretesa dei pieni poteri.

 


 

ifan twitter: menoopiu


Key1: Macron keywords: Corea del Sud, Francia, Macron, Yoon Suk Yeol, Parigi, Barnier, Seoul, Democrazia e Potere

Date Created: 04/12/2024 13:57:20


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