A detta di tutti, questa sarebbe la prima volta.
La prima volta che un Presidente cubano diventa oggetto di satira non dall'estero, ma all'interno del paese.
E' successo che una settimana fa, durante una conferenza stampa trasmessa in TV in differita, Miguel Diaz-Canel, Presidente della Repubblica, ha abbordato ancora una volta il tema della scarsita' alimentare, acuito in questi tempi di pandemia.
Ha dunque insistito, come fa ormai da oltre un anno, sulla necessita' di invertire il rapporto import-export nella bilancia dei pagamenti, rafforzando le produzioni nazionali e riducendo le importazioni. Ha fatto due esempi: - il "guarapo", bevanda che si ottiene dalla spremitura della canna da zucchero, popolarissima, e' ora introvabile perche' perfino lo zucchero (di cui Cuba e' sempre stata produttrice ed esportatrice) viene attualmente importato dall'estero ed e' sparito dai mercati. "Ci dovrebbe essere una 'guarapera' ad ogni angolo di strada", ha detto il Presidente. La sfida ora e' quella di riabilitare l'obsoleta industria nazionale di zucchero in funzione prima di consumo interno e poi di esportazione. - i succhi di frutta. La produzione di frutta, che in tempi normali abbonda, oggi non soddisfa la domanda. E quindi, al posto delle buonissime e naturali spremute fatte al momento nelle tante 'juguerias' del Paese (attualmente tutte chiuse), si importano dal Messico succhi di frutta industriali.
Ed e' a questo punto che Diaz Canel inciampa, sostenendo che bisogna affidarsi ai limoni. "La limonata e' alla base di tutto", afferma da dietro la mascherina. "Ovunque mettete succo di limone, risolvete". Questa e' la frase che viene presa, isolata e trasformata in un torrente di ironia, un tormentone che per tutta la settimana continua a produrre video, canzoni rap, montaggi e fotomontaggi, commenti al vetriolo. Il fatto e' che per prima cosa i limoni non si trovano. E poi la gente ha fame, non sete. Questo il senso delle centinaia di riadattamenti in chiave ironica della frase: la limonata e' alla base di tutto. Sembra, appunto, che non si fosse mai visto prima un bombardamento satirico nei confronti di un uomo di potere a Cuba. Sembra anche (notizia non confermata) che il giornalista che ha montato il servizio sia stato cacciato via per non aver intuito il potenziale esplosivo di quella frase e non averla tagliata. Nessuna replica o commento ufficiali, per ora.
Diaz Canel, da persona intelligente qual e', deve aver capito che un po' di umanizzazione accresce la popolarita' della sua figura.
In ogni caso, chissa' che a Cuba non stia cominciando una nuova era nel rapporto tra governanti e governati. Passasse pure per un succo di limone, sarebbe la benvenuta.