Confesso che mentre scrivo questo post provo un senso di vergogna.
Come si fa in un momento così grave a spendere tempo prezioso per commentare una notizia scontata e oggi irrilevante tanto più perché riguarda quello che faremo tra un mese?
Il presidente del consiglio Mario Draghi ha annunciato che dopo il 31 marzo non sarà più prorogato lo stato di emergenza per Covid-19.
Fu introdotto dal governo Conte Bis a gennaio 2020 quando il coronavirus era uno sconosciuto, l'emergenza era la presa d'atto di un disastro sanitario sociale ed economico epocale, la globalizzazione della sofferenza e dell'angoscia che ci ha accompagnato da due anni ad oggi.
Oggi quell'emergenza è finita in gran parte dei paesi che l'hanno subita.
L'Italia, tra propaganda di governo e senso di responsabilità civile di milioni di cittadini, ha pagato l'altissimo prezzo di 150 mila morti e centinaia di migliaia di long-covid.
Ora l'emergenza è finita non perché non ci siano più morti e contagiati, ma solo perché avvertiamo rischi molto minori e ci dichiariamo moderatamente speranzosi di quanto si sta delineando per il prossimo futuro.
Siamo in gran parte vaccinati, e si va verso la primavera e poi l'estate.
Omicron ha trasformato Covid da polmonite a bronchite, ha "immunizzato" in poco tempo i no-vax e i no-booster (vaccinati con immunità scaduta e senza terza dose).
Per i soggetti vaccinati senza patologie particolari il contagio si è risolto con lievi sintomi in pochi giorni.
Avere un "positivo in casa" non è più una tragedia e non fa più notizia.
L'emergenza quindi nella nostra testa è finita molto prima di quanto si appresti a fare il governo Draghi.
Un governo serio e competente avrebbe dichiarato la fine delle misure già da subito, come hanno fatto altri governi in Europa, senza aspettare il 31 marzo.
Ma il governo italiano non brilla per competenza e tempestività.
Clamoroso (vergognoso) il modo in cui Mario Draghi ha posticipato l'azione diplomatica nei confronti della crisi Russia-Ucraina annunciando un viaggio a Mosca per incontrare Putin quando questi aveva già chiuso le porte, avendo ricevuto le visite di Macron e Scholz, e si apprestava a mandare in onda "il discorso dello Zar".
Quel viaggio Draghi non lo ha fatto perché ha sottovalutato la portata degli avvenimenti nell'Europa dell'Est, perché era occupato a dirimere le beghe interne del suo debole governo, con Salvini che tifa per Putin, e a riprendersi dalla cocente delusione-sconfitta nella corsa al Quirinale.
Il governo Draghi, che doveva farci ritrovare autorevolezza e prestigio in Europa, è un governicchio che tira a campare, con il solo scopo di spartire i soldi del PNRR tra gli eterogenei e affamati commensali.
Gira voce che la colpa del mancato viaggio di Draghi a Mosca sia di Elisabetta Belloni, capo dei servi Segreti italiani e sgambettata proprio da Draghi (per il tramite di Renzi) mentre era ad un passo dal salire al Quirinale. La Belloni avrebbe di proposito dato a Draghi informazioni parziali e tardive su quello che stava succedendo tra Mosca e Kiev, per vendicarsi dello sgarbo ricevuto. Dicerie!!
Dopo una figuraccia internazionale clamorosa, per rifarsi l'immagine, Mario Draghi sceglie la strada della facile propaganda e proclama la fine dell'emergenza Covid-19 dal 31 marzo.
Gli italiani incrociano le dita e sperano di arrivarci, a quella data.
La vera emergenza adesso è l'inflazione, l'impennata dei carburanti e tra breve sarà il blocco del trasporto merci.
i.fan.
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Date Created: 23/02/2022 20:59:40