Mi sento in obbligo di fare chiarezza.
Dopo i post sull'astrezenecaos mia figlia mi ha lanciato qualche battuta allusiva, come se avessi dichiarato di appartenere al fronte NO VAX, che accomuna, a suo dire, molti "populisti" di destra e di sinistra.
Fare chiarezza? magari fosse facile, sarei ben contento, per me e per altri.
Ad esempio, mentre mi accingo a questa autodelucidazione, utile anche a me per sistemare le idee dopo l'accavallarsi di eventi, arriva la notizia che in Francia le autorità sanitarie hanno deciso che AstraZeneca dovrà essere somministrato solo agli over 55, dopo che l'agenzia europea EMA aveva riammesso il vaccino sospeso per tre giorni!.
In pratica AstraZeneca potrà essere utilizzato, per motivi precauzionali, solo per chi è tra i 55 e gli 80 anni. Una fascia di "utenti" che si restringe ancor più se ci si mette nei panni di chi ne ha 57 o 77.
Un altro spot a favore dei NO VAX confezionato dagli scienziati di Macron!?
Mi sembra che i populisti siano già arrivati al potere In Europa, anche se hanno ancora le sembianze di Macron, Draghi o Merkel, mentre il populista per eccellenza Boris Johnson Brexit è l'unico ad avere il piglio del tecnocrate decisionista.
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Una piccola premessa. Non sono un negazionista del coronavirus.
Nel febbraio del 2020 polemizzavo con alcuni bravissimi amici medici che giudicavano Covid-19 poco più di un'influenza.
"Questo è un disastro planetario - sostenevo sulla base delle prime notizie che filtravano dalla Cina e delle mie reminiscenze matematiche - il coronavirus è un software micidiale che si trasmette con un algoritmo esponenziale basato sulla mobilità umana".
Purtroppo nel giro di poche settimane anche i medici si resero conto che la matematica di Covid-19 non era un'opinione.
Ho criticato il governo Conte agli inizi di marzo 2020 perchè le prime misure di prevenzione erano mezze misure, corrette dopo solo una settimana con il lockdown che tutti ci ricordiamo.
Fermare la vita sociale e l'economia sembrava allora un'enormità sconosciuta, una decisione presa senza avere un background di esperienza, un lockdown al buio.
Si rivelò utile contro la prima ondata di covid.
Poi arrivò l'estate, i negazionisti del sabato sera, le scuole riaperte con gli autobus stracolmi e Covid ritornò, con le varianti, i morti, i malati, lo stress e il disastro economico.
Ma all'inizio della seconda ondata gli scienziati e i politici ci rassicuravano: "Niente paura, sta arrivando il vaccino di Natale, quello che sconfiggerà per sempre il coronavirus".
Tra me e me pensavo che era una rischiosa stupidaggine diffondere l'ottimismo sui vaccini, perchè istintivamente ci saremmo sentiti tutti liberi di fare a meno delle restrizioni e prevenzioni, di mascherine e distanziamenti ecc ecc, tanto sta arrivando il vaccino.
Molti già sapevano fin da gennaio scorso che nella migliore delle ipotesi solo alla fine del 2021 i vaccini sarebbero stati somministrati ad una quota sufficiente di popolazione, almeno il 70%, per garantirne l'efficacia.
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Non sono un NO VAX, ma potrei diventarlo se nei prossimi mesi non si chiariscono due grandi interrogativi che ruotano attorno ai vaccini.
1- Il primo è prettamente medico-scientifico: i vaccini sono davvero efficaci e necessari? elimino volutamente la questione della "rischiosità" perchè fuorviante in questo momento, nonostante AstraZeneca. La matematica del rischio purtroppo è un'opinione.
2 - La seconda questione riguarda il prezzo sociale e politico che si intravede dietro il mega-business dei vaccini indotto dalla necessità di salvarsi dal coronavirus. Niente di nuovo, se si valuta l'opprimente influenza dell'industria farmaceutica sulle scelte politiche degli ultimi 40 anni, ma con una prospettiva ancora più pesante, data la propensione accentuata dei governi a prostrarsi e ad allearsi con chi gli promette affari e potere, a scapito degli interessi e della salute delle popolazioni.
1 - I vaccini sono efficaci e necessari
Ci sono ormai ampi riscontri sull'efficacia dei vaccini, in primis quello di Moderna e Pfizer- BioNTech, entrambi "costruiti" con la tecnologia mRna.
In Israele, dove il vaccino Pfizer è stato dato praticamente a tutti (tranne che ai palestinesi) il tasso di mortalità e contagiosità si è quasi azzerato. Anche in Gran Bretagna, che utilizza AstraZeneca Pfizer e ha raggiunto un tasso di vaccinazione della popolazione adulta molto alto, i casi di contagio e di malattia/decesso sono drasticamente diminuiti.
Mi viene solo un dubbio: quanta parte del successo è legata ai vaccini e quanta invece rappresenta un ciclo naturale della seconda ondata di pandemia?
Il dubbio nasce guardando i grafici dell'andamento dei decessi forniti dal database di Johns Hopkins University in quattro situazioni: Israele, Gran Bretagna, Stati Uniti e Italia, tutte da marzo 2020 al 21 marzo 2021.
E' evidente l'andamento ciclico, a prescindere dal tasso di somministrazione dei vaccini, che sicuramente hanno sovrapposto il proprio effetto a quello dell'andamento "naturale" della pandemia.
Ci si può ragionevolmente aspettare che prima dell'inizio dell'estate la situazione della pandemia di COVID 19 in quasi tutti i paesi del mondo sarà sotto controllo, se non addirittura azzerata, grazie all'effetto combinato di fattori climatici, vaccinazioni e misure di prevenzione.
Israele è già fuori dal tunnel, la Gran Bretagna potrebbe esserlo entro un mese, gli Stati Uniti puntano a festeggiare il 4 luglio, festa nazionale e giorno della liberazione dal coronavirus.
In Europa probabilmente per colpa dei tecnocrati incompetenti bisognerà aspettare settembre.
In realtà le misure, soprattutto in Italia, saranno allentate quasi completamente già subito dopo Pasqua, perchè abbiamo tutti giustamente fretta di ripartire, dal momento che i soldi del Recovery Fund sono finiti prima ancora di preparare e presentare i progetti, e non c'è più spazio per bonus, sostegni, sussidi e debiti.
Quindi o l'economia riapre subito, covid o non covid, o la crisi travolgerà anche il governo Draghi.
Per riaprire subito è necessario che il piano di vaccinazione parta davvero.
AstraZeneca è stato un incidente di percorso molto grave, che ha scosso la fiducia dei cittadini. Non sarà facile recuperarla.
Dunque, a mio avviso i vaccini sono efficaci e necessari nel breve periodo che ci separa all'estate.
Dopo rischiano di diventare inutili e politicamente costosi.
In una recente intervista Ugur Sahin, cofondatore di BioNTech, a chi gli chiedeva:
Il vostro obiettivo: battere il virus oppure conviverci? , ha risposto «Il virus non sparirà. Vedremo se avremo bisogno di una vaccinazione ogni anno oppure ogni 5 anni».
Viva la sincerità.
La differenza tra un vaccino che dura 1 anno e un altro che copre fino a 5 anni è notevole e non solo per motivi tecnico-sanitari.
Se ogni anno saremo costretti a dover ripetere la vaccinazione, con uno sforzo organizzativo eccezionale che dura non meno di 6 mesi, vuol dire che non usciremo mai dalla crisi pandemica, dall'emergenza, dal condizionamento psicologico e sociale che ne consegue.
Un mondo inchiodato ogni anno alle paure del coronavirus diventa ingestibile e gli unici a trarne benefici sarebbero le aziende farmaceutiche e i sistemi di controllo repressivi.
Vaccinazione Continua non è ritorno alla normalità.
Molti virologhi temono che il coronavirus SARS Cov 2, al pari di quelli che sono i suoi cugini "raffreddori", diventerà endemico e persistente. E' un'ipotesi credibile, che mi rende ancora più convinto che la strategia dei vaccini come unica arma contro Covid 19 sia perdente.
Se il coronavirus si endemicizza non si può vaccinare tutti i miliardi di esseri umani ogni anno.
Servono dei farmaci curativi, dei protocolli di medicina per chi si infetta e presenta sintomi, senza costringere tutti a stare in quarantena o a fare tamponi. Il vaccino potrà servire solo per i soggetti deboli o a rischio, tutti gli altri, a partire dai bambini, devono avere essere curati, se si ammalano.
Finora, purtroppo, gli sforzi e gli investimenti sono stati diretti in un senso unico, quello dettato dai colossi farmaceutici. Anche i farmaci monoclonali vanno nella stessa direzione.
Poco o nulla si è fatto nel campo degli antivirali tradizionali. Si sono sperimentati, con esiti alterni, quelli già esistenti ma di nuovo, ed efficace, non c'è nulla.
Chi ha i mezzi, tecnologie, know how, disponibilità finanziarie da investire nella ricerca di farmaci per curare i malati di Covid-19 sono gli stessi che stanno puntando tutto sui vaccini, quelli attuali e quelli futuri, riadattati contro le nuove varianti.
Se si scoprisse un farmaco che guarisce al 95% da Covid-19 molti smetterebbero di vaccinarsi, aspetterebbero di ammalarsi per prendersi poi la medicina che guarisce. Il business delle multinazionali farmaceutiche attorno alla pandemia di coronavirus verrebbe notevolmente a ridursi.
Vero è che l'emergenza c'è adesso, non domani, ed ora c'è bisogno di soluzioni veloci e abbastanza sicure. Per questo dico anch'io SI VAX.
Ma la guerra contro il coronavirus venuto da Wuhan è di lungo periodo, non si vince con il folclore militarista, ma con una medicina gestita seguendo strategie, obbiettivi e logiche diverse.
I conclusione, farsi subito il vaccino è efficace e necessario, ma a patto che si riesca entro i prossimi 6-12 mesi a trovare una cura effettiva. Così potremo smettere di vaccinarci due volte all'anno, e smettere di essere sempre in guerra, con i generali a riempire la TV ogni giorno.
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La risposta al secondo interrogativo discende in parte da questa prima riflessione, ma ne parlerò una prossima volta.
(segue)