COVID-19 Italia, aggiornamento al 16 marzo: 2158 deceduti, 349, 19% in piu' del giorno precedente. Una crescita un po' rallentata rispetto al giorno precedente che consente di mantenere il numero dei decessi reali piu' basso (-441) rispetto a quelli previsti dal modello esponenziale. mappa della situazione in Italia Se questo andamento fosse confermato anche nei prossimi 2-3 giorni si potrebbe sperare che la curva del contagio si si stia appiattendo, consentendo di rafforzare le strutture di terapia e quindi di curare un numero maggiore di malati. COVID-19 Italia, aggiornamento al 15 marzo: 1809 deceduti, 368, 26 % in piu' del giorno precedente. E' un dato che allarma perche' potrebbe significare che a parita' di contagio, le strutture sanitarie non riescono piu' ad accogliere altri malati nei tempi necessari per portare a termine con successo la terapia. Un'ipotesi che sarebbe confermata dall'incremento inferiore ai giorni precedenti dei nuovi casi di terapia intensiva, 154 registrati oggi. Il modello esponenziale prevedeva al 15 marzo 2142 decessi, che in realta' sono stati 1809, 333 in meno. Mi aspettavo un differenziale maggiore, sperando che la realta' di discostasse verso il basso in maniera piu' significativa dal modello matematico. In Lombardia, epicentro italiano del contagio, soprattutto nella provincia di Bergamo, i posti disponibili di terapia intensiva sono ridotti ad una manciata. Per far posto a qualcuno bisogna aspettare che qualcun altro guarisca o muoia, ma chi aspetta rischia di non farcela. _____________________ Ecco Come si Muore di Coronavirus Covid-19 13/03/2020 _____________________ La Protezione Civile e il ministero della Salute ripetono che e' ancora presto per valutare l'efficacia delle misure di distanziamento sociale e di blocco quasi totale delle attivita' (anche se i trasporti continuano a veicolare i casi di infezione in tutte le regioni) decise nei giorni scorsi dal governo Conte. Restano molte zone d'ombra da chiarire rispetto alla chiusura delle fabbriche e alla protezione dei lavoratori dei servizi ancora attivi. Inizia a farsi strada la consapevolezza che le conseguenze del disastro non sono ancora immaginabili ne' quantificabili sono i danni affettivi, sociali, psicologici ed economici. Una situazione aggravata dal comportamento disomogeneo dei governi e delle autorita' nazionali, dentro e fuori l'Europa. Quasi tutti i paesi hanno deciso di chiudere le frontiere, oggi e' stato il turno della Germania, ma consentono spostamenti e raduni al proprio interno. Il caso piu' scandaloso e' della Francia che non ha rinviato il voto amministrativo di oggi, esponendo milioni di cittadini alla probabilita' di contagio, o della Gran Bretagna che si ostina a perseguire la strategia del contagio totale della popolazione per far crescere "l'immunita' di gregge" al prezzo di una catastrofe umanitaria di centinaia di migliaia di morti. E' quasi certo che l'Italia tra quindici giorni non sara' piu' al primo posto nella macabra classifica dei morti di Covid-19 in Europa. E questo certamente non rallegra nessuno che sia sano di mente, perche' la tragedia iniziata a Wuhan ed esportata in tutto il resto del mondo, complice la sottovalutazione del pericolo, si rimbalza di nazione in nazione e continuera' nei mesi a venire se non si trova subito un rimedio medico ed una strategia efficace. Sta arrivando il caldo della primavera, ma le foglie continuano a cadere come d'autunno.