Lo chiamano il D-Day della guerra al coronavirus, lo "sbarco in Normandia" della potente e gigantesca armata dei vaccini che dovranno sconfiggere covid-19 entro pochi mesi.
E' la fine dell'anno 2020, che passerà nei libri di storia come uno dei più infausti della storia moderna dell'umanità.
Tutto e tutti ruotano attorno alla speranza della vaccinazione di massa, la corsa contro il tempo per salvare altre centinaia di migliaia di vite umane e rimettere in moto la macchina della normalità dell'economia, dell'istruzione e delle relazioni sociali.
Le centinaia di milioni di siringhe armate si dirigono verso lo sconfinato fronte di guerra che attraversa tutti i meridiani del globo.
Il teatro di guerra europeo e quello statunitense saranno i più importanti, perchè sono quelli dove la concentrazione degli interessi socio-politici e l'alto numero di vittime stabilisce il grado di priorità della controffensiva anti-covid.
Dall'Italia agli Stati Uniti si inizia a sentire il rumore dei "carri armati" frigoriferi a -70°, e la gente festosa, eccitata dall'imminente vittoria e dalla frenesia dei consumi di Natale, si accalca nelle vie dello shopping, offrendo il petto alle ultime pallottole dei coronavirus cecchini.
Negli USA ne muoiono tremila al giorno, e la festa del vaccino si somma a quella della cacciata di Trump dalla Casa Bianca.
In Italia il numero dei morti è il più alto d'Europa, tra i cinquecento e i mille al giorno, ma anche qui le strade sono illuminate a festa per gli acquisti, una frenesia senza precedenti che preoccupa solo a parole i governanti, perchè quasi tutti la pensano, senza avere il coraggio di dirlo, come quel tal Guzzini dirigente di Confindustria che ha avuto il coraggio di dire in pubblico quello che pensa: "La gente è stanca di restrizioni, lockdown, distanziamenti. Pazienza, se qualcuno morirà".
Questa è la vera arma atomica contro il coronavirus, altro che i vaccini, costosi e incerti, che forse, tra un anno o due, ci daranno l'immunità di gregge.
La vera arma per sconfiggere rapidamente e definitivamente il COVID-19 è quella che da tempo viene proposta, con tutte le sue varianti in giro per il globo.
E' l'arma del chissenefrega se i vecchi ultrasessantenni muoiono a pacchi, tanto prima o poi deve succedere.
Certo che non si può andare in giro a dirlo sfacciatamente, come ha fatto quell'idiota di Trump o quel tal Guzzini.
Ci vuole più stile, mostrare un viso addolorato e preoccupato, agitare il pericolo della Terza Ondata, ma poi, inesorabilmente, ringalluzzire gli animi e lanciare il grido di speranza, anzi di vittoria. Vaccino! Vaccino! Vaccino!
L'effetto sarà immediato. Dai giovani adolescenti in assetto paramilitare, ai vecchi tremebondi in carrozzella, tutti si lanceranno verso il primo negozio o il primo ristorante disponibile, sfidando senza paura le ultime pallottole nemiche.
Tanto c'è il vaccino, e pazienza se qualcuno non ce la farà a vaccinarsi. Avrà comunque compiuto la sua missione. Tuffarsi nei bei tempi passati, risollevare l'economia, dimostrasi fiducioso del futuro.
Però sbrigatevi a fare gli acquisti e i regali, perchè per rendere più credibile e festoso il D-Day i governi dovranno chiuderci (lockdown o zona rossa) di nuovo per qualche giorno.
Giusto il tempo di far arrivare qualche siringa e farci vedere Giuseppe Conte e Sergio Mattarella che si vaccinano in diretta televisiva a reti unificate.
Post Scriptum
Che pena, la Merkel. Quella non ha capito che il vero lockdown non serve. Glielo spiegherà Giuseppe Conte come si fa a fare un lockdown multicolore senza che l'economia subisca danni e il coronavirus se ne accorga.
i.fan. - 22/11/2020
A Natale le misure anti-Covid saranno allentate. Molti organizzano cenoni all'insegna del "tanto ora arriva il vaccino". Maria Rosaria Capobianchi dello Spallanzani avverte che si tratta di "un'ipotesi consolatoria".