La strage poteva essere evitata, ma qualcuno diede ordine di non soccorrere il barcone di migranti. OMISSIONE DI SOCCORSO, SALVINI PIANTEDOSI GIORGETTI DIMETTETEVI !!
Frontex conferma che «come sempre in questi casi, abbiamo immediatamente informato dell’avvistamento il Centro di coordinamento internazionale dell’operazione Themis e le altre autorità italiane competenti, fornendo la posizione dell’imbarcazione, la rotta e la velocità». Tra le «autorità italiane» c’è anche il Centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo che è incaricato di «assicurare l’organizzazione efficiente dei servizi di ricerca e di salvataggio nell’ambito dell’intera regione di interesse sul mare»
Parlando alla Commissione Affari costituzionali della Camera il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha dichiarato che «l’assetto aereo di Frontex che per primo aveva individuato l’imbarcazione non aveva segnalato una situazione di pericolo o di stress a bordo». Ma quando si chiede proprio all’agenzia a chi spettava lanciare l’operazione di ricerca e soccorso, quello che avrebbe dispiegato tutti i mezzi per salvare le persone in mare, la portavoce di Frontex è netta: «Secondo il diritto internazionale questa è una responsabilità delle autorità nazionali».
Quindi dell’Italia.
Il quadro delle responsabilità sul mancato soccorso ai migranti e quindi sul loro tragico destino, è sempre più chiaro.
QUALCUNO NON HA DATO L'AUTORIZZAZIONE ALLA GUARDIA COSTIERA DI INTERVENIRE PER SOCCORRERE I MIGRANTI
130 Migranti Morti a Cutro Perché Nessuno Li Ha Soccorsi
Il Ministro Matteo Piantedosi probabilmente dovrebbe iniziare a dire che cosa è realmente accaduto nella catena di comando dei soccorsi mancati, piuttosto che raccontare ciniche e disumane scemenze.
Il ministro Piantedosi dovrebbe semplicemente dimettersi.
Alla richiesta di dimissioni da parte dei partiti di opposizione, Piantedosi-Salvini ha risposto: "Se c’è stata debolezza del Viminale mi assumo le responsabilità".
Bene, se le assuma subito, dimettendosi!
Naufragati per Omissione di Soccorso
Più passano i giorni e più si conferma l'ipotesi che avevo formulato poche ore dopo il naufragio del barcone carico di migranti sulla spiaggia di Cutro in Calabria: OMISSIONE DI SOCCORSO.
L'imbarcazione era stata avvistata la sera precedente dal sistema Frontex, poi è partita una motovedetta della Guardia di Finanza, che ha confermato la presenza della barca con probabili migranti a bordo, ma la GdF non era attrezzata al soccorso, né probabilmente lo riteneva necessario.
I migranti si trovavano a qualche miglio dalla costa, il mare grosso li avrebbe spinti verso la spiaggia, gli ufficiali della GdF avranno pensato che si trattava di normale routine, e se proprio qualcuno doveva intervenire sarebbe stata la Guardia Costiera.
La quale sostiene di non "aver ricevuto nessuna comunicazione" e che le operazioni di intervento "sono complesse" dal punto di vista burocratico, anche se il mare era forza 4 e un'operazione di salvataggio si sarebbe potuta fare senza grosse difficoltà.
Sono ammissioni pesanti che iniziano a trapelare, mentre le bare si accumulano.
Settanta i morti accertati, ma molte decine potrebbero essere in fondo al mare senza che nessuno ne reclami le salme.
Il capo della Guardia Costiera sostiene che si sarebbero potuti salvare.
Non è stato il mare ad uccidere ma l'inerzia o la non volontà delle istituzioni.
Qualcuno, avvisato che un barcone carico di immigrati clandestini era in balia del mare, avrà pensato: "sono affari loro, se hanno deciso di viaggiare con questo tempo ..."
Il barcone è affondato perché giunto in prossimità della spiaggia le onde lo hanno sollevato e poi sbattuto sul fondo sabbioso.
E' il tipico fenomeno delle onde di mare grosso quando si infrangono in prossimità di una secca o di una riva. Lo sanno anche i bambini che quando il mare è agitato è più sicuro stare al largo che sottocosta.
Lo sapevano anche coloro che hanno avvistato il barcone mentre si dirigeva, spinto dalle correnti, verso la spiaggia di Cutro. La morte beffarda sarebbe arrivata a poche decine di metri dall'ipotetica salvezza.
Qualcuno sapeva del pericolo ma non è intervenuto prima che la tragedia accadesse.
Tragedia aggravata dalle dichiarazioni ciniche e insulse delle istituzioni governative.
Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, quello che aveva definito i migranti "un carico residuale", accusa "i genitori che mettono in pericolo la vita dei figli".
Poi, pensando di farsi perdonare le gravissime e disumane parole, Piantedosi chiarisce che intendeva dire ai migranti "fermatevi, verremo noi a prendervi" !?!
Qualcuno gli ha fatto eco: "aspetta e spera, che già l'ora si avvicina, faccetta nera ...". Valditara?
"Affari loro", il Modello Piantedosi
La tragedia di Cutro mette a nudo la logica del "modello Piantedosi" che poi è uguale, guarda caso, a quella di altri ministri del governo Meloni:
"Se i clandestini (migranti) decidono di partire per venire in Italia noi cercheremo di ostacolarli in tutti i modi.
Non saremo noi a soccorrerli, se hanno deciso di rischiare la vita sono affari loro."
"se rischiano la vita, non intervenire, non cedere al ricatto"
perché secondo il modello culturale della destra al governo il soccorso ai migranti è un cedimento, che alimenta il fenomeno a tutto vantaggio delle ONG, a cui invece va resa difficile la vita.
"Se soccorrete e salvate migranti a sud della Sicilia, dovete sbarcarli ad Ancona o a Genova" così non si abituano "alla vita facile e comoda".
Il decreto Piantedosi è frutto del modello "affari loro".
Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi sulla spiaggia di Steccato di Cutro:
Dal "carico residuale" alla "vocazione alle partenze". Sconcerto per la posizione del ministro dell'Interno dopo il naufragio di Crotone: le opposizioni" Prosopopea insopportabile". Strage di Cutro, Piantedosi: «Sbagliato mettere a rischio la vita dei figli».
L’Organizzazione internazionale dei migranti: «Stimiamo 100 morti».
Msf: «Effetto del decreto Piantedosi».
Il ministro: «La disperazione non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettano in pericolo i figli»
Crotone, il comandante della Guardia costiera: «Con quel mare si poteva intervenire. Non siamo usciti? Regole complesse»
Anche per Cospito, OMISSIONE DI SOCCORSO
La Cassazione Condanna a Morte 41bis l'Anarchico Cospito
La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso dei difensori dell'anarchico Alfredo Cospito contro la sua detenzione in regime di carcere duro (41 bis).
La decisione della Cassazione equivale alla prosecuzione dello sciopero della fame da parte di Cospito e quindi alla probabile morte.
La sentenza della Cassazione contro Cospito è stupida e inutile, motivata solo dal decadimento del sistema giudiziario italiano e dall'incapacità o non volontà dei politici di porvi rimedio
Lo stesso ragionamento è stato utilizzato per lasciare Alfredo Cospito nel regime di carcere duro 41bis.
"Se Cospito ha deciso di morire, sono affari suoi" hanno dichiarato diversi ministri della Meloni, con iun testa il ministro della Giustizia Nordio, preoccupati solo di attaccare con mezzi illeciti (Donzelli e Delmastro) i parlamentari che avevano fatto visita all'anarchico in carcere per sincerarsi delle sue condizioni di salute.
Nessuna pietà per l'anarchico Alfredo Cospito, condannato all'ergastolo pur non avendo ucciso, e recluso in regime 41bis pur non avendo alcuna influenza "organizzativa" né coordinamento con associazioni terroristiche esterne.
Se Alfredo Cospito ha deciso di continuare lo sciopero della fame dopo la sentenza della Corte di Cassazione che conferma il 41bis, sono affari suoi.
Nessun cedimento al suo ricatto, per salvarlo da sicura morte, nessun soccorso.
Se Cospito muore, lo avrà scelto lui, come i migranti che partono con i barconi per cercare una vita in Italia.
Il metodo Piantedosi-Nordio è dentro la cultura del governo Meloni.
Non saranno mai sfiorati dal dubbio che i migranti rischiano la vita perché quella che vivono è già una forma di morte, una condanna a priori a cui nessun individuo dovrebbe essere sottoposto.
E anche l'anarchico Alfredo Cospito, colpevole di gravissimi reati, non può essere condannato a morte a priori negando il problema perché "sono affari suoi"
Il governo Meloni pensa di risolvere i problemi negandone l'esistenza, riducendoli a scelte individuali, togliendogli la cornice umana e sociale.
Ovvero l'abitudine all'omissione di soccorso.
i.fan.
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Date Created: 01/03/2023 14:51:05