AGGIORNAMENTO ore 18 del 8/3: 366 morti, + 133 ; 7375 contagiati, + 1492 ____________________ L'aggiornamento comunicato dal Ministero della Salute in data 8/3 mostra un ulteriore drammatico incremento di morti e contagi. 133 deceduti in piu' per un totale di 366 e 1492 contagi per un totale di 7375. Il numero dei morti purtroppo conferma il modello previsionale esponenziale che avevo illustrato nei giorni scorsi e anzi e' leggermente sottostimato (353) rispetto al dato reale di 366. Mentre il numero dei contagi e' in parte diverso per alcune variazioni nel computo apportate dal ministero e non ancora adattate al modello. Vedi la tabella di previsione sulla base dei dati reali al 8/3 Nella notte tra sabato e domenica 8 marzo l'Italia ha iniziato a rendersi conto di cosa significhi l'epidemia di COVID-19. Di colpo di fronte alla cruda necessita' di isolare completamente la Lombardia e altre 14 province tra Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna e Marche (Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano Cusio Ossola, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia) la gente ha capito che non era piu' il caso di indugiare, fare salotto o esternare paure tanto per parlare di qualcosa. Migliaia di persone, dal Nord al Sud dell'Italia, hanno avuto uno scatto emotivo di massa. Qualcuno ha messo poche cose in una valigia o in uno zaino ed e' corso alla stazione dei treni, il primo che passa e va verso qualsiasi luogo purche' fuori dalla trappola. Altri milioni si sono tirati il portone di casa dietro le spalle e hanno iniziato la lunga attesa della quarantena fino al 3 aprile, se non oltre. Il coronavirus ha imposto la sua legge, quella dei numeri che progrediscono senza sosta, in maniera esponenziale, lungo la scala dell'angoscia che classifica i sospettati, i contagiati, gli internati, i casi gravi e infine i morti. Era una legge gia' nota due settimane fa, quando era emerso il paziente uno di Codogno, per molti giorni trattato come un influenzato a spargere virus nel Lodigiano, ma i politici preferirono recitare la parte della reazione spavalda, Milano non si ferma, non facciamoci prendere dalla paura, e' solo un'influenza un po' aggressiva, c'e' di peggio ecc. Il peggio ora e' arrivato, anche se il decreto emanato dal governo Conte lo ammette solo in parte, sia per quanto riguarda le dimensioni delle zone e delle popolazioni coinvolte sia per le misure previste, parziali e in gran parte ancora affidate alla buona volonta' della gente. Non e' facile mettere in quarantena la popolazione di una nazione dell'Occidente, con un sistema politico ancora basato sul consenso elettorale e non sui "pieni poteri" di qualcuno. Non e' facile resettare il sistema sanitario di una nazione europea attrezzata per curare le malattie conosciute, in condizioni di normalita' e comunque sempre al limite delle poche risorse disponibili. Non e' facile ingabbiare milioni di persone nelle proprie case senza dover ricorrere alle forze dell'ordine (anch'esse limitate e sempre sottodimensionate anche per i compiti ordinari) o all'esercito per impedire comportamenti irrazionali o devianti rispetto alle misure restrittive della liberta' individuale. Ma ci sono cose che in questi momenti si possono e devono essere realizzate: fare prima quello che si sara' costretti a fare dopo. La corsa contro il coronavirus che si espande a velocita' esponenziale impone di prendere decisioni rapide, incisive e realizzabili. Invitare le persone a starsene a casa nella regioni piu' colpite dall'epidemia poteva essere fatto una settimana fa. Chiudere le attivita' produttive poteva essere fatto prima, senza dover vedere i numeri dei contagi e dei morti impennarsi secondo una progressione gia' nota in partenza. Si poteva guadagnare qualche giorno prezioso se assieme al blocco delle scuole di ogni ordine e grado si fosse iniziato a disporre il fermo produttivo generalizzato. Aver messo in quarantena il Nord dell'Italia, e nemmeno tutto, con la complicazione di una provincia si e un'altra limitrofa no, serve a poco o a nulla, come hanno dimostrato le migliaia di partenze con treni e auto verso le regioni del Sud, se non a portare piu' rapidamente e massivamente altri miliardi di virus in giro, ottenendo il risultato opposto a quello sperato. Il coronavirus si ferma se il sistema paese si ferma, tutto e contemporaneamente. Lasciare che treni e metropolitane possano ancora trasportare persone e virus da un posto ad un altro e' un tragico errore. Lasciare che alcuni luoghi di svago, come i ristoranti, possano restare aperti basta che facciano rispettare le distanze di sicurezza di un metro e' una tragica presa in giro, dettata solo da motivazioni di "normale" pregiudizio politico e non da evidenze scientifiche. Tra una provincia inclusa nella quarantena e quella confinante esclusa, ci sono decine di strade di entrata ed uscita impossibili da controllare o da chiudere. Tanto valeva estendere il blocco a tutta l'Italia, senza mezze misure. Tra qualche giorno, dato che la progressione esponenziale dei contagi e dei morti continuera' il suo percorso, si dovranno prendere in considerazione misure piu' restrittive e piu' ampie, avendo perso altro tempo e altre occasioni per fermare il coronavirus. ___________________ Decreto Coronavirus Italia, Mezze Misure, Zero Soluzioni 08/03/2020 _____________________ Il comunicato del Ministero della Salute: Ulteriori misure eccezionali contro il dilagare dell�epidemia di nuovo coronavirus sono contenute nell'ultimo Dpcm firmato nella notte dal presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte. Il documento stabilisce provvedimenti specifici per i territori piu' colpiti dall�infezione di Covid-19 (regione Lombardia e province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio nell�Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia) e altri validi per l�intero Paese. Le disposizioni adottate hanno efficacia da oggi 8 marzo fino al 3 aprile 2020 (salve diverse previsioni contenute nelle singole misure). Nella regione Lombardia e nelle province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio nell�Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia: Evitare gli spostamenti In generale si chiede di evitare gli spostamenti in entrata e in uscita da questi territori, salvo quelli per esigenze lavorative o motivi di salute. Ai soggetti con febbre superiore a 37,5 gradi e' fortemente raccomandato di rimanere a casa e limitare al massimo i contatti sociali. Quarantena: vietato uscire di casa Divieto assoluto di uscire dalla propria abitazione per chi e' sottoposto alla quarantena o e' risultato positivo al virus. Stop a eventi e competizioni sportive Sono sospesi gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina svolti in ogni luogo, sia pubblico, sia privato. Resta consentito lo svolgimento dei predetti eventi e competizioni nonche' sedute di allenamento degli atleti agonisti all�interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse o all�aperto senza pubblico. Favorire congedo ordinario o ferie Si raccomanda ai datori di lavoro pubblici e privati di promuovere la fruizione da parte dei dipendenti dei periodi di congedo ordinario e di ferie. Chiusi cinema, teatri, pub, discoteche, sale bingo Sono sospese tutte le manifestazioni organizzate e gli eventi in luogo pubblico o privato, di qualsiasi tipo. Chiusi quindi anche cinema, teatri, pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse, sale bingo e discoteche e locali assimilati, con sanzioni della sospensione dell'attivita' in caso di violazione. Chiuse scuole e universita' Sono sospesi fino al 15 marzo i servizi educativi per l'infanzia e le attivita' didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado. Resta valida la possibilita' di attivare la modalita' didattica a distanza. Sono esclusi dalla sospensione i corsi post universitari connessi con l'esercizio di professioni sanitarie (Art. 1 lettera d DPCM 8 marzo). Sono sospese anche le riunioni degli organi collegiali in presenza. Sospese cerimonie e funerali Luoghi di culto aperti solo se fanno rispettare la distanza interpersonale di protezione di almeno un metro. Sono sospese le cerimonie civili e religiose, comprese i funerali. Musei chiusi Sono chiusi i musei e gli altri istituti e luoghi della cultura. Concorsi sospesi (eccetto quelli per il personale sanitario) Sono sospese le procedure concorsuali pubbliche e private, eccetto quelle effettuate su base curriculare o in modalita' telematica. Sono esclusi dalla sospensione i concorsi per il personale sanitario, compresi gli esami di Stato per i medici, e quelli per il personale della protezione civile. Ristoranti e bar aperti dalle 6 alle 18 Durante l�apertura dell�attivita' il gestore ha l�obbligo di garantire la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro. In caso di violazione, e' prevista la sospensione dell�attivita'. Negozi aperti solo a un metro di distanza Le altre attivita' commerciali sono consentite solo se il gestore garantisce accessi contingentati e tali da evitare assembramenti di persone e garantire ai frequentatori la possibilita' di rispettare la distanza di almeno un metro . Congedi ordinari sospesi per personale sanitario Sono sospesi i congedi ordinari del personale sanitario e tecnico, nonche' del personale le cui attivita' siano necessarie a gestire le unita' di crisi a livello regionale. Riunioni da remoto Laddove possibile viene adottata per lo svolgimento di riunioni la modalita' di collegamento da remoto, con particolare riferimento a strutture sanitarie e sociosanitarie, servizi di pubblica utilita' coinvolti nell�emergenza Covid-19. Chiusi esercizi nei centri commerciali e mercati nelle giornate festive e prefestive Nelle giornate festive e prefestive sono chiuse le medie e grandi strutture di vendita, nonche' gli esercizi commerciali presenti all'interno dei centri commerciali e dei mercati. Nei giorni feriali il gestore dell�esercizio deve garantire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro. Nell�impossibilita' di garantirla o in caso di violazione, l�attivita' viene chiusa. Aperti alimentari, farmacie e parafarmacie Anche in questo caso il gestore e' chiamato a garantire il rispetto della distanza di un metro. Stop a palestre, piscine, centri benessere e impianti sciistici Sono sospese le attivita' di palestre, centri sportivi, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali (fatta eccezione per l�erogazione delle prestazioni incluse nei Lea), impianti sciistici. Ma anche di centri culturali, sociali e ricreativi. Stop agli esami di guida Sono sospesi gli esami di idoneita' alla guida da espletarsi presso gli uffici periferici della motorizzazione civile aventi sede nei suddetti territori.