La storia da incubo di Kilmar Abrego Garcia è iniziata il 12 marzo scorso
Abrego Garcia, 29 anni, fuggito da El Salvador quando era ancora adolescente per sfuggire alla violenza delle gang, è stato fermato dagli agenti federali dell'immigrazione vicino a casa sua a Beltsville, nel Maryland, il 12 marzo e arrestato.
Tre giorni dopo, è stato espulso e rimandato in El Salvador, con l'accusa non provata di essere un membro di gang criminali MS-13 e Tren de Aragua del Venezuela, nonostante avesse ottenuto sei anni prima un'ordinanza del tribunale che ne impediva l'espulsione.
Il suo caso è simile a quello di molte altre centinaia di immigrati dopo l'entrata in vigore degli ordini esecutivi di Trump per la deportazione di massa, e per questo ha suscitato una grande attenzione.
L'aspetto paradossale è che l'amministrazione Trump ha dovuto riconoscere di aver "deportato Kilmar per errore", in El Salvador ma che non poteva più riportarlo indietro negli USA, perché il governo degli Stati Uniti affermava di non avere giurisdizione per ordinarne il rimpatrio perché si trova in un paese straniero.
La moglie di Abrego Garcia, Jennifer Vasquez Sura, e il loro figlio di 5 anni, entrambi cittadini statunitensi, hanno intentato causa al governo chiedendone il rimpatrio. L'amministrazione Trump si è opposta e la questione è finita alla Corte Suprema degli Stati Uniti, il cui giudizio è inappellabile (per ora) neanche da parte della Casa Bianca.
E la Corte Suprema ha dato ragione a Kilmar e alla sua famiglia, segnando una sconfitta politica clamorosa per Donald Trump.
Simon Sandoval-Moshenberg, l'avvocato della famiglia di Abrego Garcia, ha applaudito la sentenza della Corte Suprema. "Lo stato di diritto ha prevalso", ha detto. "La Corte Suprema ha confermato l'ordinanza del Giudice Distrettuale che impone al governo di riportare Kilmar a casa. Ora devono smettere di perdere tempo e darsi una mossa."
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L'amministrazione Trump nel caso di Kilmar Abrego Garcia pretendeva di affermare il principio di non avere l'obbligo alla riparazione del danno ingiusto causato da un proprio errore.
"abbiamo sbagliato ad arrestare l'immigrato e quindi non dovevamo deportarlo in El Salvador, ma non abbiamo alcun obbligo di riportarlo indietro".
Una pretesa arrogante e assurda, che la Corte Suprema, pur a maggioranza di giudici conservatori e nominati nel primo mandato del biscazziere, ha ovviamente rigettato.
Cresce di giorno in giorno il numero di coloro che pensano che Trump sia un emulo di Nerone.
i. fan.
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Date Created: 11/04/2025 09:08:19