Come e perché Aysenur Ezgi Eygi è stata uccisa da un cecchino IDF


ifan - 11 Settembre 2024 - aggiornato il 13/09/2024 14:39:22

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manifestazione per Aysenur Ezgi Eygi, uccisa dal IDF

- L'uccisione della giovane americana Aysenur Ezgi Eygi è stata un'operazione mirata e congiunta tra IDF e Shin Bet

- Joe Biden si accontenta delle scuse degli israeliani



aggiornamento:  anche il Washington Post mette in dubbio la versione israeliana che la morte di Aysenur Ezgi sia stata "un incidente" e ipotizza che sia stato un cecchino ad ucciderla da una distanza di 200 metri, da dove era impossibile che la giovane attivista americana potesse minacciare o lanciare sassi contro le truppe dell'IDF.


L'esercito israeliano bombarda la scuola al-Jaouni gestita dalle Nazioni Unite nel centro di Gaza per la quinta volta da ottobre, uccidendo almeno 18 persone. Testimoni dicono che "donne e bambini sono stati fatti a pezzi" nell'assalto.
Sei delle vittime erano membri del personale dell'UNRWA, tra cui il direttore del rifugio.


 

L'IDF dichiara di aver colpito Aysenur Ezgi Eygi "per errore". Falso!

Falso, perché i colpi 2 sono stati sparati da un cecchino. Il cecchino aveva ben visibile il volto e la capigliatura di Aysenur. Ha sparato due colpi, da una distanza di oltre 200 metri, come fanno tutti i cecchini addetti al killeraggio programmato.

Non è stata una iniziativa autonoma di un militare, e nemmeno di un ufficiale responsabile sul posto.


Le decisioni sugli obbiettivi da colpire, la potenza di fuoco da impegnare, le unità che devono eseguire le operazioni, vengono decise centralmente dai comandi militari israeliani, spesso in cooperazione con i servizi di sicurezza dello Shin Bet.


L'ordine di agire per uccidere è stato impartito da una centrale operativa specializzata.


La conferma indiretta del crimine la fornisce lo stesso IDF : "durante l'attività delle forze di sicurezza vicino a Beita, la forza ha risposto sparando a un istigatore centrale che ha lanciato pietre contro le forze, rappresentando una minaccia per le nostre forze"

Proviamo a mettere in fila le informazioni.

I soldati israeliani presidiano Beita, vicino Nablus in Cisgiordania, dove si svolgono le proteste dei palestinesi contro le violenze dei coloni ebrei che, approfittando della guerra a Gaza, hanno piena copertura da parte dell'IDF.

Le unità israeliane, mezzi corazzati e fanteria, controllano la zona della manifestazione, riprendono con le telecamere i volti di tutti i partecipanti nella parte palestinese, inviano le immagini ad un centro operativo a Tel Aviv, dove le immagini vengono analizzate e tutti i manifestanti vengono identificati.


Anche il volto di Aysenur Ezgi Eygi tra i filari di olivi ai piedi di una collina viene catturato dalle telecamere, trasmesso alla centrale che risponde all'unità sul campo, identifica nei propri archivi digitali l'obiettivo valutandolo come "pericoloso" secondo i criteri di Israele e impartisce l'ordine di sparare per uccidere.

L'ordine viene trasmesso allo specialista sul campo, ovvero il cecchino, gli vengono fornite le coordinate e a quel punto partono i 2 colpi. Partono per uccidere "l'istigatore centrale", senza alcun errore.

Perché Aysenur Ezgi Eygi, 26 anni nata in Turchia e cittadina degli Stati Uniti d'America, era considerata un "istigatore centrale" secondo le valutazioni di IDF e Shin Bet?

Ezgi Eygi faceva parte dell'International Solidarity Movement, che si definisce come un movimento guidato dai palestinesi "impegnato a resistere all'oppressione e all'espropriazione sistematiche e radicate della popolazione palestinese, utilizzando metodi e principi non violenti e di azione diretta".

Fa parte da tempo della strategia israeliana la decisione di eliminare, anche fisicamente, dai territori palestinesi qualsiasi presenza di organizzazioni solidali con la causa palestinese. Queste organizzazioni infatti sono testimoni scomodi e inequivocabili dei crimini e delle violenze che vengono commesse dai coloni ebrei o da altre istituzioni di Tel Aviv.

E' una strategia che punta ad annullare le informazioni, isolare la questione palestinese per impedire che i network mondiali e quindi l'opinione pubblica, possano disporre di elementi di accusa nei confronti di Israele.

Questa strategia è stata implementata e raffinata nei venti anni di dominio di Netanyahu. Gli ha consentito di manipolare le elezioni, di negare le inchieste di organismi internazionali come Amnesty International, le Nazioni Unite e persino della Corte Penale Internazionale.

A riprova ci sono numerosi episodi, di cui il più famoso è quello dell'uccisione di Shireen Abu Akleh, giornalista palestinese di Al Jazeera nel 2022, seguito dalle decine di reporter internazionali uccisi a Gaza, ma anche altri minori, come il ferimento dell'attivista attivista americano Amado Sison, 40 anni, ferito ad una gamba il 10 agosto proprio nello stesso luogo dove è stata uccisa Eygi.


Sono questi infatti, secondo la folle definizione dei fanatici sionisti, "gli istigatori centrali" che Israele ritiene di dover eliminare con ogni mezzo. Anche se lanciano semplici sassi contro i super-tank dell'IDF, "rappresentando una minaccia per le nostre forze".

Secondo la visione ossessiva del fanatismo ebraico, Israele considera la strategia di eliminazione dei "contestatori esterni" alla stregua di un primario obiettivo di sicurezza, da perseguire con ogni mezzo e argomento.

Si comincia con l'accusare di antisemitismo chiunque osi criticare l'operato dell' esercito contro la popolazione civile palestinese e si finisce con eliminare fisicamente quelli che partecipano attivamente sul campo in difesa dei diritti umani.


Se gli americani, compreso il presidente Joe Biden, non fossero succubi delle strategie israeliane dovrebbero pretendere una vera indagine indipendente sull'uccisione della loro giovane cittadina.

Biden invece ha preferito far finta di credere alla versione israeliana, forse per non urtare la suscettibilità di Netanyahu prima delle ultime speranze per la conclusione della trattiva con Hamas per la liberazione degli ostaggi e la tregua a Gaza.

Parlando ai giornalisti a Washington, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha detto che l'uccisione di Eygi sembra essere stata un incidente.

"A quanto pare è stato un incidente: il proiettile è rimbalzato da terra e lei è stata colpita per sbaglio", ha detto.

Più deciso invece il giudizio del segretario di Stato americano Antony Blinken che ha attaccato l'omicidio come "non provocato e ingiustificato". Ha chiesto all'IDF di apportare "cambiamenti fondamentali al modo in cui operano in Cisgiordania, comprese le modifiche alle loro regole di ingaggio".

 

 



Vivi Chen, che fa volontariato come parte della campagna Faz'a per sostenere e proteggere gli agricoltori palestinesi, a cui aderiva anche Eygi, ha testimoniato: "Eravamo tutti in fondo alla collina, e l'esercito era in cima. Due volontari erano in piedi dietro un bidone della spazzatura, quando dall'altra parte hanno iniziato a sparargli. Poi hanno sparato di nuovo ed Eygi è stata colpita alla testa".


 


il sito israeliano +972Magazine pubblica le testimonianze dei presenti all'uccisione di Aysenur Ezgi Eygi


La protesta di venerdì scorso nella città palestinese di Beita è iniziata come ogni settimana, con residenti e attivisti che si sono riuniti per le preghiere di mezzogiorno su una collina vicino all'avamposto dei coloni israeliani di Eviatar. Situato a sud di Nablus, nella Cisgiordania occupata, l'avamposto è stato istituito nel maggio 2021 su un terreno appartenente ai residenti di Beita. Da allora, i palestinesi hanno tenuto manifestazioni settimanali che l'esercito israeliano ha represso in modo letale, uccidendo 17 palestinesi negli ultimi anni. La scorsa settimana, la città ha pianto la sua diciottesima vittima.

Non appena le preghiere sono finite quel venerdì pomeriggio, i soldati israeliani hanno iniziato a sparare gas lacrimogeni e proiettili veri contro i residenti e gli attivisti, costringendoli a ritirarsi giù per la collina verso le case. Ne sono seguiti lievi scontri, con alcuni giovani di Beita che hanno lanciato pietre in direzione dei soldati, ma alla fine la situazione si è calmata.

Ma dopo un periodo di calma, un soldato israeliano, che si era sistemato sul tetto di una delle case palestinesi più a monte, ha improvvisamente sparato due proiettili veri: il primo ha colpito un residente palestinese alla gamba, e il secondo ha colpito direttamente alla testa l'attivista turco-americana di 26 anni Ayşenur Ezgi Eygi.

...

Quando sono emerse notizie della sparatoria, il portavoce dell'IDF ha dichiarato che i soldati avevano aperto il fuoco "contro un istigatore chiave che aveva lanciato pietre contro le forze e rappresentava una minaccia per loro".

Un'indagine dell'esercito ha inoltre affermato martedì che Eygi è stata probabilmente colpita "indirettamente e non intenzionalmente dal fuoco dell'IDF che non era diretto contro di lei", che si è verificato "durante una violenta rivolta in cui decine di sospetti palestinesi hanno bruciato pneumatici e lanciato pietre contro le forze di sicurezza".

Secondo testimoni oculari, tuttavia, il lancio di pietre era terminato circa 20 minuti prima che Eygi fosse uccisa, ed è avvenuto in una parte completamente diversa della città. Eygi non era stata coinvolta negli scontri e si trovava semplicemente negli uliveti dei residenti, a una distanza di circa 230 metri dal tetto dove era posizionato il tiratore, +972 ha confermato sul posto domenica.

"Era completamente tranquillo quando è successo, e avresti dovuto essere un lanciatore di pietre olimpico per raggiungere i soldati da lì in ogni caso", ha detto Pollak. Inoltre, ha aggiunto, come nelle altre settimane, i manifestanti non hanno cercato di avvicinarsi all'avamposto, che si trova a diverse centinaia di metri da dove si erano svolte le preghiere.

Un altro testimone oculare, un volontario americano di 30 anni che si fa chiamare Vivi, ha detto a +972:

"Eygi era con altri internazionali che cercavano di trovare un po' d'ombra. Non c'è dubbio che l'esercito israeliano sapesse che era una volontaria internazionale: in primo luogo, era in piedi accanto ad altri internazionali; e in secondo luogo, non c'erano donne locali a queste manifestazioni".


 

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Key1: Aysenur Ezgi Eygi keywords: Aysenur Ezgi Eygi, Israele, Palestina, IDF, Netanyahu,

Date Created: 11/09/2024 15:00:49


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