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Una ex alunna della Columbia University manifesta per Gaza

Columbia University, dal "Cessate il Fuoco" a "Palestina Libera"


i.fan. - 23 Aprile 2024 - aggiornato il 25/04/2024 07:47:36 ID: 4184


Più di 100 studenti della Columbia University a New York arrestati per le proteste contro il massacro dei palestinesi a Gaza e per la Palestina Libera. Nei campus americani, come in molte università del mondo, i giovani si schierano con i palestinesi contro Israele. Cosa aspetta Joe Biden a rovesciare Netanyahu?


aggiornamento 25 aprile - 


 

Giovedì 18 aprile la Rettrice della Columbia University di New York Minouche Shafik, sotto accusa per aver tollerato manifestazioni "antisemite" da parte degli studenti del campus, per rifarsi una credibilità istituzionale chiama la polizia e fa sgomberare un accampamento di protesta organizzato dagli studenti, il Gaza Solidarity Encampment.

La polizia interviene e arresta 108 studenti i quali, tiene a precisare il capo degli agenti intervenuti nello sgombero, erano pacifici e disarmati.

Nella sua lettera alla polizia di New York, Shafik aveva scritto di aver “determinato che l’accampamento e i relativi disagi rappresentano un pericolo chiaro e attuale per il funzionamento sostanziale dell’Università”.

Quando gli è stato chiesto di caratterizzare le proteste, il capo della Polizia John Chell ha affermato che il “pericolo chiaro e presente è stato identificato dalla Columbia", non dalla polizia di New York. La polizia di New York non ha segnalato violenze o feriti associati al Gaza Solidarity Encampment.

"Per essere più chiari, gli studenti arrestati erano pacifici, non hanno opposto alcuna resistenza e hanno detto quello che volevano dire in modo pacifico", ha detto Chell.

 

 


 

Gaza Solidarity Encampment

Gaza Solidarity Encampment - Columbia University


E' la riprova che l'unica preoccupazione dei vertici istituzionali delle università americane è che le proteste degli studenti, pacifiche ma determinate, contro il massacro dei palestinesi a Gaza dopo oltre sei mesi, possano allontanare i ricchi donatori ebrei che sovvenzionano le università per vari motivi.

Il comportamento è stato ampiamente smascherato dalle associazioni degli studenti ma il mondo politico, anche quello progressista, è altrettanto influenzato dalle lobby ebraiche e dai loro fondi nel pieno della campagna elettorale presidenziale USA 2024.

 

La protesta degli studenti della Columbia University si allargherà ad altri campus o rimarrà una testimonianza isolata?

Joe Biden si augura la seconda ipotesi, ovvero che le posizioni estreme filo-palestinesi restino confinate e non contagino altri strati di opinione pubblica americana e giovanile.

Biden si muove su un filo diplomatico sottile che rischia di spezzarsi soprattutto per la cinica strategia di Netanyahu che favorisce Donald Trump. I giovani democratici delusi e arrabbiati contro Israele non andranno certamente a votare per Joe Biden, un comprensibile astensionismo a vantaggio di Trump.

Cosa accadrà nei campus quando Netanyahu darà l'ordine di attaccare i palestinesi rifugiati a Rafah? Quante altre immagini di morte e distruzione perpetrate dall'esercito israeliano possono essere tollerate senza far traboccare il vaso della protesta?
Biden si illude che con qualche sanzione simbolica ad un battaglione di soldati israeliani possa lavarsi la coscienza dell'appoggio politico a Israele manifestato con il veto posto dagli USA al riconoscimento del diritto di rappresentanza ONU per i palestinesi?

Ogni giorno che passa la protesta, negli Stati Uniti e nel resto del mondo, contro Tel Aviv si radicalizza.

Se tre mesi fa l'obiettivo delle proteste era il "cessate il fuoco" umanitario per porre fine ai bombardamenti di ospedali e abitazioni civili a Gaza, ora lo scenario sta cambiando e iniziano a prevalere le posizioni, prima minoritarie, che chiedono la liberazione totale della Palestina dall'occupazione israeliana, "dal fiume al mare".

Ormai anche lo slogan "due Stati per due popoli" è considerato troppo moderato alla luce del massacro ordinato da Netanyahu a Gaza e del via libera a nuovi insediamenti di coloni in Cisgiordania in violazione di tutti gli accordi sottoscritti con l'Autorità Palestinese.

Cosa aspetta Joe Biden a rovesciare Netanyahu?

 


 

La guerra di Israele a Gaza nell'opinione pubblica americana è diventata improvvisamente uno dei principali argomenti di discussione, molto più che nei giorni successivi all'attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre.

 

da usatoday.com

Gli animi hanno continuato a infiammarsi ai margini del campus parzialmente chiuso mentre le manifestazioni continuavano durante il fine settimana. Lunedì la Casa Bianca si era gettata nella mischia, condannando le notizie di retorica antisemita nel campus. Un rabbino universitario ha avvertito gli studenti ebrei di restare a casa per la loro sicurezza, sebbene il capitolo di Hillel del campus non fosse d'accordo con tale raccomandazione. Lunedì tutte le lezioni si sono svolte online.

A quel punto, gli studenti di un numero crescente di università in tutto il paese, tra cui Harvard, Yale e l’Università della California, Berkeley, stavano prendendo spunto dalla Columbia, lanciando proteste simili in segno di solidarietà.

Storia delle proteste
I college e le università sono da tempo focolai di attivismo, svolgendo un ruolo importante nel plasmare il sentimento pubblico su questioni controverse. Alla Columbia, l’attivismo universitario ha una storia particolarmente controversa.

Nel 1968, massicce manifestazioni studentesche gettarono il campus nella violenza e nel caos. La rabbia per i legami dell'università con la guerra del Vietnam e per i suoi piani per costruire quella che sarebbe stata effettivamente una palestra scolastica segregata su terreno pubblico, portò a centinaia di arresti. Alla fine, gli amministratori hanno interrotto il rapporto della scuola con un think tank legato alla guerra. La costruzione della palestra è stata interrotta.

Ci sono voluti decenni alla Columbia per recuperare la sua reputazione e le sue risorse. Le conseguenze dello sconvolgimento mandarono l’università in crisi finanziaria, inasprendo i rapporti con i ricchi donatori.

Alcuni newyorkesi non hanno ancora dimenticato l'episodio.

Lunedì fuori dai cancelli della scuola, un'alunna settantenne della Columbia che si è identificata con il suo nome, Daphne, teneva un cartello che diceva: "50 anni fa ero qui per porre fine alla guerra del Vietnam... Oggi sono qui per dire PALESTINA LIBERA!"

Ha rifiutato di fornire il suo nome completo perché aveva paura di essere minacciata.

 

 

dal Jerusalem Post 

"Sarà il distruttore del paese", dice Eyal Megged contro l'ex amico Netanyahu
"Non credo che sia sempre stato un dittatore, ma è possibile che abbia sviluppato sempre più la personalità di un dittatore, dove tutti i suoi pensieri sono concentrati sul rimanere al potere", ha detto Eyal Megged.

Chi distruggerà Israele? Netanyahu, secondo l'amico Eyal Megged

 

Lo scrittore e poeta Eyal Megged, che a un certo punto è stato il migliore amico del primo ministro Benjamin Netanyahu, ha scritto un articolo su Haaretz domenica in cui ha affermato che il primo ministro sta distruggendo Israele.

"Sarà il distruttore del paese poiché non ha altra scelta", ha scritto. "Netanyahu è prigioniero della follia della grandezza di un dittatore, che vede il paese come sua proprietà privata. È diventato così abituato a governare che non è in grado di sopportare una situazione in cui qualcun altro prenderà il suo posto.

"Per lui, lasciare il governo è come trasferire la proprietà di una proprietà. Bibi è come un marito geloso, che non riesce a immaginare la moglie tra le braccia di un altro. È un disturbo incurabile. Ciononostante, è un uomo che consideravo un amico e, cosa più importante, uno statista la cui principale preoccupazione è la sicurezza e l'incolumità di Israele".

Magad ha anche scritto di provare profonda vergogna per il fatto che il primo ministro non abbia vergogna, e lo ha persino definito un "tiranno".

Ha anche scritto che Netanyahu pagherà qualsiasi prezzo a spese del pubblico in Israele, a condizione che il suo governo non cada "e quindi, con orrore, non c'è alcuna possibilità che la guerra finisca nel prossimo futuro. Né volontariamente né secondo la logica. La sua continuazione per sempre è l'unica barriera che impedirà la sua catastrofe personale.

"La guerra finirà solo con il rovesciamento di Netanyahu, coloro che si sbagliano nell'illusione che sia possibile aspettare le ruote della democrazia nel loro lento viaggio verso il cambio di potere - soprattutto coloro che ancora aderiscono a Netanyahu - meglio disilludersi".

 


 

 

A Gaza Hamas non si Arrende perché HAMAS E' UNA CREATURA DI NETANYAHU


i.fan. - 21 Febbraio 2024 - aggiornato il 28/02/2024 20:08:12

/media/fe1lhi4w/hamas-creatura-di-netanyahu-2024.jpg


 

Perché quel che resta di Hamas a Gaza non si arrende togliendo a Netanyahu il pretesto per continuare la strage di palestinesi a Rafah ?
Sinwar da tempo non è più a Gaza ma Israele ancora non lo ammette, perché ?

i.fan.


Key1: Gaza keywords: Columbia University, Gaza, Palestina, Israele, Rafah, Joe Biden, USA 2024, Netanyahu,

Date Created: 23/04/2024 17:36:25


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