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Almasri riportato in Libia ?

Chi ha fatto fuggire il criminale libico Almasri Njeem dall'Italia


i.fan. - 23 Gennaio 2025 - aggiornato il 23/01/2025 19:21:04 ID: 4519


La fuga del criminale libico Almasri Njeem dall'Italia a Tripoli non è stata un errore causato da un cavillo giuridico ma una scelta deliberata del governo italiano. Un particolare lo dimostra ...

Piantedosi va in Senato a raccontare barzellette su Almasri


aggiornamento - 23 gennaio - Meloni Tajani e Nordio hanno fatto la conta e alla fine è toccato al ministro Piantedosi raccontare una barzelletta per spiegare nell'aula del Senato che "Il cittadino libico Najeem Osema Almasri Habish è stato rilasciato nella serata del 21 gennaio per poi essere rimpatriato a Tripoli, per urgenti ragioni di sicurezza, con mio provvedimento di espulsione, vista la pericolosità del soggetto."

 

Piantedosi dovrebbe garantire la sicurezza interna all'Italia e perciò ci spiega che i soggetti pericolosi, ovvero criminali perseguiti dalla Corte Penale Internazionale per crimini contro l'umanità non vanno processati e condannati ma rispediti, su un comodo aereo a spese dei contribuenti, nella loro terra d'origine delle malefatte, dove vengono accolti con gioia e affetto dalle loro bande criminali per essere rieducati alle buone maniere.

Piantedosi piantala di considerarci degli idioti!

 


 

Almasri Habish riportato libero in Libia per ordine di Giorgia Meloni?

Almasri

22 Gennaio 2025 - La pagina più brutta ed infamante della Storia d'Italia l'ha scritta il governo di Giorgia Meloni liberando e scortando in Libia il criminale libico Almasri Habish, generale a capo di mercenari, trafficante e torturatore di migranti, ricercato dalla Corte Penale Internazionale per crimini contro l'umanità.

Almasri era stato arrestato in Italia sabato sera ma il ministro della Giustizia Nordio, dopo aver chiesto istruzioni a Antonio Tajani e a Giorgia Meloni, non ha convalidato l'arresto nei tempi tecnici necessari, costringendo la Digos a scarcerarlo.

Poi Giorgia Meloni, mentre prendeva ordini da Donald $Trump, ha ordinato ai servizi segreti italiani di mettere a disposizione del criminale Almasri un aereo di Stato per trasportarlo libero in Libia. Dove Almasri è stato accolto dai suoi mercenari che non hanno mancato di sbeffeggiare l'Italia.

Grazie a Giorgia Meloni, quella che si vanta di fare la Storia. Una brutta Storia.


 

Il 22 gennaio, dopo che la notizia della fuga di Almasri Habish Njeem, con la complicità delle istituzioni italiane, era stata resa pubblica, la Corte Penale Internazionale ha diffuso il seguente comunicato, da cui si evincono i tratti salienti della vicenda che vede coinvolti i massimi esponenti del governo di Giorgia Meloni.

 

Situazione in Libia: mandato di arresto della CPI contro Osama Elmasry Njeem per presunti crimini contro l'umanità e crimini di guerra

 

Il 18 gennaio 2025, la Camera preliminare della Corte penale internazionale ("CPI" o "la Corte"), a maggioranza, ha emesso un mandato di arresto per il signor Osama Elmasry Njeem, noto anche come Osama Almasri Njeem, nella situazione in Libia.

Il signor Osama Elmasry Njeem, presumibilmente a capo delle strutture carcerarie di Tripoli, dove migliaia di persone sono state detenute per periodi prolungati, è sospettato di crimini contro l'umanità e crimini di guerra, tra cui omicidio, tortura, stupro e violenza sessuale, presumibilmente commessi in Libia da febbraio 2015 in poi.

Nello specifico, il mandato di arresto per il signor Osama Elmasry Njeem elenca i crimini di guerra di oltraggi alla dignità personale ai sensi dell'articolo 8(2)(c)(ii) dello Statuto; del crimine di guerra di trattamento crudele ai sensi dell'articolo 8(2)(c)(i) dello Statuto; del crimine di guerra di tortura ai sensi dell'articolo 8(2)(c)(i) dello Statuto; dei crimini di guerra di stupro e violenza sessuale ai sensi dell'articolo 8(2)(e)(vi) dello Statuto; e del crimine di guerra di omicidio ai sensi dell'articolo 8(2)(c)(i) dello Statuto, commessi nella prigione di Mitiga dal 15 febbraio 2015 in poi e per i crimini contro l'umanità di reclusione ai sensi dell'articolo 7(1)(e) dello Statuto; del crimine contro l'umanità di tortura ai sensi dell'articolo 7(1)(f) dello Statuto; dei crimini contro l'umanità di stupro e violenza sessuale ai sensi dell'articolo 7(1)(g) dello Statuto; del crimine contro l'umanità di omicidio ai sensi dell'articolo 7(1)(a) dello Statuto; e del crimine contro l'umanità di persecuzione ai sensi dell'articolo 7(1)(h) dello Statuto commessi nella prigione di Mitiga dal 15 febbraio 2015 in poi.

La Camera ha ritenuto che i crimini indicati nel mandato sono stati commessi personalmente dal signor Njeem, su suo ordine o con la sua assistenza da membri delle Forze di deterrenza speciali, note anche colloquialmente come RADA (le "SDF/RADA").

I crimini hanno avuto luogo nella prigione di Mitiga, contro persone incarcerate per motivi religiosi (come essere cristiani o atei); per le loro presunte violazioni dell'ideologia religiosa delle SDF/RADA (ad esempio, sospettate di "comportamento immorale" e omosessualità); per il loro presunto sostegno o affiliazione ad altri gruppi armati; a scopo di coercizione; o una combinazione di questi.

Nello stesso giorno, la Cancelleria della CPI, agendo in consultazione e coordinamento con l'Ufficio del Procuratore e sotto l'autorità della Camera, ha presentato una richiesta di arresto del sospettato a sei Stati Parte, tra cui la Repubblica Italiana. La richiesta della Corte è stata trasmessa attraverso i canali designati da ciascuno Stato ed è stata preceduta da una consultazione preventiva e da un coordinamento con ciascuno Stato per garantire l'adeguata ricezione e l'ulteriore attuazione della richiesta della Corte. La Corte ha inoltre trasmesso informazioni in tempo reale indicanti la possibile ubicazione e i possibili spostamenti del sospettato attraverso la zona Schengen europea. Parallelamente, come previsto dallo Statuto, la Corte ha inoltrato una richiesta all'INTERPOL di emettere un Avviso Rosso .

Il sospettato è stato localizzato a Torino, Italia, nelle prime ore di domenica 19 gennaio 2025 ed è stato arrestato con successo dalle autorità italiane. Il sospettato è stato trattenuto in custodia in attesa del completamento delle procedure nazionali richieste relative al suo arresto e alla sua consegna alla Corte.

Su richiesta e nel pieno rispetto delle autorità italiane, la Corte si è deliberatamente astenuta dal commentare pubblicamente l'arresto del sospettato.

Allo stesso tempo, la Corte ha continuato a perseguire il suo impegno con le autorità italiane per garantire l'effettiva esecuzione di tutti i passaggi richiesti dallo Statuto di Roma per l'attuazione della richiesta della Corte. In questo contesto, la Cancelleria ha anche ricordato alle autorità italiane che nel caso in cui individuassero problemi che potrebbero impedire o impedire l'esecuzione della presente richiesta di cooperazione, dovrebbero consultare la Corte senza indugio al fine di risolvere la questione.

 

Il 21 gennaio 2025, senza preavviso o consultazione con la Corte, il signor Osama Elmasry Njeem sarebbe stato rilasciato dalla custodia e riportato in Libia.

La Corte sta cercando, e deve ancora ottenere, una verifica dalle autorità sui passi presumibilmente intrapresi.

La Corte ricorda il dovere di tutti gli Stati Parti di cooperare pienamente con la Corte nelle sue indagini e nei suoi procedimenti penali in materia di reati.

 


 

Il governo italiano, per bocca del ministro degli esteri, nonché vice di Giorgia Meloni, Antonio Tajani, e il ministro della giustizia Carlo Nordio hanno giustificato la scarcerazione del criminale libico adducendo un "cavillo giuridico" e cioè il fatto che il mandato di arresto eseguito dalla Digos di Torino non fosse stato comunicato e convalidato dal ministero della Giustizia, come richiesto dai regolamenti relativi ai mandati della Corte Penale Internazionale. Un cavillo pretestuoso, una foglia di fico, secondo chiunque si intenda di questione di sicurezza e legali.

 

Fanpage.it ha discusso il caso Almasri con Luca Masera, penalista e docente esperto di diritto internazionale e membro dell’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI), per approfondire le implicazioni legali e le criticità emerse da questa vicenda.

 

 

Il ministro Nordio ha dichiarato che "il complesso carteggio è in valutazione per la trasmissione formale della richiesta della CPI al Procuratore generale di Roma", ma nel frattempo Almasri è stato liberato. Si tratta davvero di un "cavillo tecnico"? Era possibile trattenere Almasri con un'altra procedura?

 

Sicuramente si. Per prima cosa, voglio precisare che quello che viene chiamato "cavillo", è un'interpretazione molto discutibile della Corte d'Appello di Roma, che ritiene che non sia applicabile ai casi di esecuzione del mandato di arresto della Corte Penale Internazionale, la procedura che si applica invece in caso di estradizione, in cui la polizia può procedere di propria iniziativa all'arresto. Questo, per quanto riguarda il punto giuridico. Si può invece sostenere che, visto che c'è una norma della legge relativa alla Corte Penale Internazionale e i rapporti con l'Italia, che dice che si applicano tutte le disposizioni del codice di procedura penale, ove non diversamente disposto, si poteva benissimo argomentare che questa procedura era valida.

Il ministero avrebbe potuto procedere a seguire ciò che diceva la Corte. Cioè chiedere al procuratore generale, e quest'ultimo alla Corte d'appello, di predisporre l'arresto. C'era benissimo, insomma, la possibilità di chiedere l'arresto. Se c'era la volontà politica di farlo.

 

Risulta che la notizia della scarcerazione sia arrivata nel pomeriggio, mentre Almasri era già stato liberato da ore e si trovava già su un volo per Tripoli. Perché è stata data solo la sera la notizia della sua scarcerazione? Il Ministro Nordio dice di essere stato informato tardi, è una ricostruzione plausibile?

 

Il Ministro diceva che stava valutando le carte, quando in realtà l'aereo italiano era già partito. E questa è una cosa gravissima.

 


 

Gravissimo è anche il commento lapidario di Antonio Tajani, responsabile della Farnesina.

 

Tajani : Magistrati e il ministro hanno rispettato il diritto"
Roma, 22 gen. (askanews) -“La procedura penale deve essere rispettata: se ci sono dei vizi nell’applicazione delle norme i provvedimenti non possono essere applicati. Ci sono stati errori da parte di chi doveva parlare con il ministro Nordio."
Lo ha detto il ministro degli esteri Antonio Tajani arrivando a un convegno a Montecitorio.

 

 


La mattina del 20 gennaio Antonio Tajani chiama Giorgia Meloni, che è a Washington per l'Inauguration Day di $Trump.

"Presidente, ti disturbo perché ci sono aggiornamenti importanti sul caso Almasri. I libici ci hanno chiesto di liberare subito Almasri e di fare in modo che torni in Libia, altrimenti salta tutto, saltano tutti gli accordi e ci invadono con migliaia di migranti ... che dobbiamo fare?"

 

Giorgia Meloni ci pensa qualche secondo, sembra scambiare alcune frasi con qualcuno che gli siede a fianco, e poi risponde lapidaria.


"... non abbiamo alternative, fatelo uscire subito dall'Italia"

 

"ma come? - obietta Tajani - se prende l'aereo lo bloccano all'aeroporto, c'è un ordine della Corte Penale Internazionale, per ora abbiamo potuto astenerci ma il ministro Nordio prima o poi è costretto a firmare la convalida, altrimenti c'è omissione d'ufficio. E se lo arrestiamo di nuovo andrà a processo e salta tutto, i libici ce la faranno pagare."

 

"secondo te cosa dobbiamo fare? - chiede la Meloni

 

"dobbiamo subito riportarlo in Libia, certo, ma senza farlo sapere in giro, ...  ci pensiamo noi con un aereo dei nostri servizi ... dammi l'OK se sei d'accordo"

 

"OK ! ma fate in modo che non se ne parli troppo, che non resti traccia di come sia uscito dall'Italia. Deve sembrare una fuga nel nulla, come quella di Artom Uss ... il trafficante russo scappato dall'Italia non si sa come ... lo liberiamo per un vizio di procedura e lui scompare, non sappiamo dove e come, capito?!"

 

OK, ti aggiorno più tardi, buon viaggio


 

Antonio Tajani si consulta con il neo-direttore del DIS Vittorio Rizzi, subentrato da poco a Elisabetta Belloni che stava antipatica a Giorgia Meloni, e il nuovo capo dei servizi segreti italiani lo rassicura su come far rientrare Almasri in Libia senza farlo passare per un aeroporto.

C'è un volo su un aereo di Stato che guarda caso, parte da lì a poco proprio con destinazione Tripoli, Libia.

E' notte, tra lunedì e martedì, e nessuno si accorgerà di nulla, Almasri scomparirà nel buio, qualcuno protesterà ma nessuno potrà dare la colpa al governo Meloni che si è limitato ad applicare le leggi e i regolamenti da veri professionisti.

 

Peccato però che all'arrivo dell'aereo dei servizi segreti a Tripoli con a bordo Almasri e alcune sue guardie del corpo ci fossero anche alcuni dei mercenari utilizzati dal criminale libico per compiere i suoi affari.

 

Erano ad attendere il loro capo e con i cellulari hanno ripreso la scena: un aereo che atterra, una scaletta da cui scende Almasri e il simbolo della bandiera italiana sulla fusoliera dell'aereo. 

Caspita, non solo lo hanno scarcerato ma si sono anche premurati di riaccompagnarlo a casa !

 Bravi, gli italiani amici del criminale Almasri!

 

 

Martedì 21 gennaio le immagini di Almasri liberato dagli italiani e scortato dai suoi mercenari festanti a Tripoli iniziano a circolare.

Giorgia Meloni viene informata e inizia lo scaricabarile tra i ministri Tajani e Nordio, con l'intermezzo dei servizi segreti che hanno fatto viaggiare il criminale libico su un aereo segreto con lo stemma della bandiera italiana ...

 

Imbecilli? o Impuniti?

 


C'è un altro particolare che smentisce le bugie del governo italiano. Almasri è stato arrestato dalla Digos al termine della partita Juventus - Milan del 18 gennaio a Torino. Era in Italia da alcuni giorni proveniente dalla Germania ed era all'oscuro del mandato di cattura della CPI, la quale ha notificato la richiesta di arresto la mattina del 18 gennaio. Qualcuno nei giorni precedenti aveva avvisato la Corte della presenza del libico in Italia.

Non era la prima volta che Almasri si era goduto una vacanza in Italia. Tutto lascia pensare che fosse un frequentatore abituale degli stadi di calcio, e non solo.


 

Per giustificare il gravissimo atto con cui Almasri è stato sottratto alla giustizia della Corte Penale, Giorgia Meloni si produrrà nelle solite piroette verbali aggressive e allusorie.


"c'è stato un disguido involontario ... può capitare a tutti ... ma a noi nessuno può darci lezione di legalità ... siamo contro i trafficanti e i criminali ... è colpa della sinistra se i migranti arrivano in Libia ... Almasri ha pagato il viaggio in aereo di tasca sua ...


 

i.fan.


Key1: Almasri keywords: Almasri Njeem Habish, governo Meloni, Corte Penale Internazionale, Libia, crimini contro l'umanità, ministro Nordio, Antonio Tajani, Giorgia Meloni, servizi segreti,

Date Created: 23/01/2025 10:11:35


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