Da La Repubblica del 2 agosto 2019 - editoriale del Direttore Carlo Verdelli - "La Liberta' secondo Matteo" https://www.repubblica.it/politica/2019/08/01/news/la_liberta_secondo_matteo-232570569 .... Non si preoccupi, onorevole. Le garantiamo risate grasse finche' ci sara' possibile, e finche' le sara' possibile liquidare le domande scomode con un grugnito o una minaccia. Ci ricorderemo comunque questa data, primo agosto 2019, e questo luogo, Papeete Beach. Su quella spiaggia da vacanze all�italiana, abbiamo perso un altro centimetro della nostra dignita' e anche della nostra liberta'. E per nostra non si intende di Repubblica. Per nostra si intende di tutti, anche quelli che hanno votato e voteranno Matteo Salvini. Non passa ora del giorno senza essere molestati sui network dell'informazione da una foto di Salvini, da un suo tweet o dichiarazione o video o intervista o vattelapesca. E' una situazione al limite dello stalkeraggio, di cui pero' l'autore puo' dichiararsi fondatamente incolpevole e anzi puo' ribaltare l'accusa esibendo i casi in cui i magistrati e i giornalisti lo perseguitano con inchieste e scoop, dalla Russia a Milano Marittima, passando per il Marocco e la Sicilia, e andando a rovistare negli armadi dei suoi Siri, Savoini e faccendieri. Il vento che gonfia le vele del boss leghista non e' affatto nuovo. E' lo stesso che fece spiccare il volo a Berlusconi negli anni '90 sulle macerie della Prima Repubblica, che viste dalla prospettiva attuale sembrano i giardini della Reggia di Caserta. All'epoca esisteva ancora un forte blocco sociale, politico e culturale di "centrosinistra" che campava di rendita e si avviava a dissipare il tesoretto negli anni successivi. Il quasi-ventennio di Silvio poggiava le sue premesse sullo stesso fenomeno odierno: in Italia, come in gran parte dei paesi europei, si verificano cicli economici e congiunture che spostano i consensi elettorali di quel tanto che basta per far pendere le maggioranze parlamentari da una parte o dall'altra. E quando uno schieramento non prevaleva sull'altro, bastava fare una Grosse Koalition o una unita' nazionale per prendere tempo. L'avvento del "populismo" e del "sovranismo", fenomeni diversi ma spesso confusi o sommati, ha reso piu' incerto lo scenario abituale, frastagliando e oscurando i confini tradizionali tra centrodestra e centrosinistra, ovvero conservatori e socialdemocratici/laburisti. Ma ora la situazione sta nuovamente cambiando, i "populismi di sinistra" , come Podemos in Spagna, Syriza in Grecia o M5S in Italia stanno arretrando vistosamente, in parte a vantaggio del vecchio ceppo socialista/laburista in parte ritirandosi nell'astensione. La bilancia pende verso il centrodestra o la nuova destra, in una partita tutta interna tra i vecchi conservatori e i nuovi autoritarismi, scontro che in Italia vede soccombere i delfini di Berlusconi a vantaggio di Salvini. I "meriti" di quest'ultimo sono in gran parte esagerati mentre vengono sottaciuti o ignorati i "demeriti" altrui che rappresentano la vera spinta del leghista. La carta vincente degli sbarchi degli immigrati in Italia e' stata consegnata da Renzi alla destra, piu' di quanto sarebbe successo, quando ha cercato di farne un argomento di trattativa e di potere all'interno dell'Unione Europea. Non e' bastato Minniti a ristabilire una percezione diversa. Il vero problema e' che il centro sinistra guarda alla questione immigrati ancora con le vecchie lenti dell'economicismo, che da un lato sporcano la visione solidaristica disinteressata e dall'altra non convincono neanche piu' i padroni dell'economia. "Gli immigrati ci pagano le pensioni" e' uno slogan senza senso perche' mette sullo stesso piano la convenienza economica con il sentimento di insicurezza generato dal sovraffollamento di immigrati irregolari. E cosi' i "furbi" della sinistra perdono i voti sia di chi vede la minaccia per la sicurrezza individuale e collettiva (tanti), sia di chi e' spinto da motivazioni etiche e solidaristiche universali (pochi). Si crea cosi' una situazione in cui quella fascia di societa' intermedia viene attratta dalle grida scomposte ma fondate del blocco di centrodestra e amplifica la corsa verso chi garantisce facili , anche se impossibili, sicurezze e promesse. L'insipienza di Luigi Di Maio fa da contorno al fenomeno di spostamento elettorale verso destra, con la conseguenza di dimezzare in poco tempo il patrimonio di voti e credibilita' del Movimento 5 Stelle, che era riuscito ad incunearsi nella crisi sia del PD che del centrodestra. Di Maio ha perso tutte le occasioni disponibili, dalle inchieste sui leghisti corrotti al blocco della TAV in val di Susa, per imporre un apropria agenda di governo e di comunicazione, perseguendo invece una strategia di attendismo e sopravvivenza, riuscendo addirittura a farsi marginalizzare dall'avvocato Giuseppe Conte. Il PD di Zingaretti non riesce o non vuole dimenticare Matteo Renzi e si trascina a rimorchio di quante e quali volgarita' usciranno dai facebook di Matteo leghista, che ringrazia per avergli mantenuto alta l'audience. Accade cosi' che quel 5% di societa' italiana, ago della bilancia che oscilla da sinistra a destra, passando per i 5Stelle, si sposta e si apposta per farsi un selfie con il futuro duce della scena politica. E perche' non dovrebbe, vista la promessa di non pagare le tasse e di rispedire in Africa i clandestini? Speriamo che Salvini si sbrighi a far cadere il governo Salvini. Speriamo che Salvini si sbrighi a far cadere il governo Salvini.
i.fan.
Key1: keywords:
Date Created: 11/12/2020 16:55:18