- Se è vero che dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina sono morti solo 6000 soldati russi, perché Putin è stato costretto a lanciare una mobilitazione per arruolarne altri 300mila (come minimo, c'è chi dice che saranno più di un milione)?
A cosa servono le migliaia di reclute inesperte e demotivate su un campo di battaglia cruento e difficile?
Mettendosi nei panni di un giovane russo che viene arruolato solo con il ricatto di finire in prigione, è lecito immaginare che non appena arriverà in Ucraina e verrà assegnato ad una qualsiasi missione, rischiosa o di normale amministrazione, farà di tutto per farsi arrestare dopo essersi arreso senza combattere.
Anche se fosse convinto della giustezza della causa russa, cioè l'annessione violenta dei territori occupati per "liberare le popolazioni" filorusse, appena si renderà conto degli orrori della guerra, non avendoli mai visti o sentito parlare grazie alla censura di regime del Cremlino, il giovane "mobilitato" verrà assalito da grandi crisi depressive, che cercherà di alleviare con alcol e allucinogeni di ogni tipo.
Putin sarà riuscito nell'impresa di ravvivare gli incubi russi dell'Afghanistan, senza peraltro trarne un grande vantaggio sul piano militare.
I contraccolpi sulla popolazione russa, da Mosca a San Pietroburgo, saranno devastanti. Famiglie che passeranno dall'esaltazione della missione per la Patria alla disperazione in lacrime alla vista dei cadaveri o dei corpi mutilati dei loro figli.
Quanto tempo potrà resistere il regime all'ondata di sdegno e disillusione?
Quante carceri dovrà costruire per metterci dentro tutti coloro che scenderanno in piazza per protestare?
- Se è vero che i referendum servono per rendere "russi" i territori occupati in Ucraina (Donbass, Kherson, Zaporizhzhia) perchè minacciare di usare le armi nucleari contro Kyiv rendendo inabitabile tutta l'area dal Mar Nero alla Bielorussia?
Facciamo invece l'ipotesi che Putin abbia calcolato il rischio implicito nella "mobilitazione" e non intenda incorrere nei contraccolpi prevedibili.
L'unico modo è quello di far finire presto la guerra a suo vantaggio, di azzerare qualsiasi resistenza ucraina e di utilizzare i 300mila nuovi soldati solo in chiave di ordine pubblico temporaneo a Donetsk, Kherson o Zaporizhzhia.
Per poter realizzare questo obiettivo - fine della guerra senza un utilizzo eccessivo di truppe - ha un solo modo, incerto, rischioso e criminale: usare armi nucleari tattiche e chimiche direttamente sui centri nevralgici dell'Ucraina, ovvero lanciare un missile a testata nucleare su Kyiv e sul bunker di Zelensky per distruggere la catena di comando della resistenza ucraina e terrorizzare i sopravvissuti ed il resto del mondo.
Il calcolo matematico delle probabilità di riuscita di una simile mossa porta ad un risultato vicino allo zero.
La reazione degli Stati Uniti e della Nato ad un attacco nucleare russo sarebbe immediata, anch'essa guidata dall'illusione di poterla contenere e circoscrivere ad un uso "tattico".
I modelli elaborati da alcuni centri di analisi militare danno invece per sicura una escalation atomica globale che causerebbe la morte immediata o prossima di circa 5 MILIARDI di esseri umani, ovvero i 4 quinti dell'umanità.
Putin ha detto che la sua minaccia nucleare "NON è un bluff".
Il suo pagliaccio preferito Medvedev la ripete 3 volte al giorno, fino a quando non si avvererà.
Biden e Xi Jinping sono stati avvisati dai rispettivi servizi segreti che la Russia si sta preparando all'uso delle armi nucleari come unica soluzione possibile per "mettere fine alla guerra".
I cinesi (come l'India) finora hanno tergiversato pensando di poter stare a guardare senza troppi rischi ed ora si trovano ad ammettere di aver fatto male i conti.
Putin lancerà la bomba atomica su Kyiv prima del prossimo Natale.
Questo è il messaggio che le cancellerie d'Europa hanno ricevuto senza mezzi termini.
L'unico modo per fermare il criminale russo è di fermare Zelensky e convincerlo ad accettare (anche senza dichiararlo) la perdita dei territori sottoposti a referendum-farsa.
E' un'ipotesi probabile e che molti purtroppo ritengono auspicabile. Una soluzione che non pone fine alla guerra ma la circoscrive ad un conflitto locale endemico latente, con un accordo sottobanco tra Russia, USA e NATO.
Circoscrivere e dimenticare, far passare il tempo e forse anche i protagonisti attuali, sperando che poi qualcosa o qualcuno trovi una soluzione più gradevole.
Nessuno avrà il coraggio di dirlo nè agli ucraini nè ai russi.
Questi ultimi sono i depositari, senza saperlo, dell'unica possibilità che la matematica dell'invasione russa dell'Ucraina assegna al lieto fine: la Russia si sveglia e manda al diavolo il regime di Putin sostituendolo con un governo di persone più presentabili, l'Ucraina entra in Europa e cerca di superare gli incubi di Buca, Mariupol, Izyum.
In tal caso tra 20 anni forse potremmo parlare di scampato pericolo per le sorti dell'umanità.
Ora è ancora il tempo del terrore e dell'angoscia.
Il dito di Mostro Putin è poggiato sul bottone del Game Over.
GIA' NOTI I RISULTATI DEI "REFERENDUM" DI PUTIN IN UCRAINA
Questi sono i risultati dei "referendum" imposti da Putin nelle regioni occupate dell'Ucraina.
Nella LPR (Luhansk) e DPR (Donetsk), le due regioni del Donbass, la pistola referendaria è: "Sei a favore dell'ingresso della repubblica in Russia come soggetto della Federazione Russa ?" Nella regione di Kherson e Zaporizhzhia il missile referendario invece diventa: "Sei a favore della secessione della regione dall'Ucraina, della formazione di uno stato indipendente da parte della regione e del suo ingresso nella Federazione Russa come soggetto della Federazione Russa?"
Ecco i risultati secondo il Ministero della Difesa russo che ha organizzato i referendum: nella DPR il 94% dei cittadini ha votato a favore della Federazione Russa, nella LPR il 93%, il 71% a Zaporizhzhya e il 63% nella regione di Kherson.
Anche se il voto ufficialmente finirà tra tre giorni, questi risultati non sono più modificabili.
Garantisce Putin.