La sentenza del Tribunale di Madrid che condanna i leader dell'indipendenza catalana a pene durisssime solo per aver esercitato diritti di agibilita' ed espressione democratica e' l'equivalente del tentativo con cui Pechino sta cercando di reprimere le richieste dell'opposizione pro-democrazia in Hong Kong. Con tutte le ovvie differenze, in entrambi i casi il sistema politico dominante ritiene legittimo soffocare le richieste "fuori dalla norma" che provengono da ampi settori della societa' civile. In entrambi i casi si provoca l'escalation del conflitto anziche' ricercare la mediazione nel dialogo. La sentenza di condanna di Junqueras e compagni, la richiesta di estradizione di Puigdemont ed altri esiliati, e' la dimostrazione palese di una profonda inadeguatezza del sistema politico spagnolo ad affrontare la richiesta catalana sulla base del confronto politico anziche' giudiziario. Si sperava che il leader del PSOE Pedro Sanchez avesse la capacita' di uscire dallo schema di ottuso lealismo imposto dagli altri partiti di centrodestra, non fosse altro per evitare l'ennesima chiamata elettorale senza esito, dimostrazione evidente della palude politica in cui si dibatte la Spagna negli ultimi anni. Sanchez ha fallito senza neanche provare a trovare una soluzione diversa dalla semplice richiesta di abiura fatta ai repubblicani catalani. D'altra parte ai socialisti spagnoli preme molto di piu' la ricerca del voto moderato che non il confronto con la sinistra catalana. Dopo due anni di regime speciale 155, la Catalogna ha votato in massa per i partiti indipendentisti e Madrid ha risposto alla domanda politica proveniente da Barcellona allo stesso modo di Pechino nei confronti di Hong Kong.
Niente dialogo, niente indipendenza, lo Stato e' unico e il Potere non si discute. Madrid ha risposto alla domanda politica proveniente da Barcellona allo stesso modo di Pechino nei confronti di Hong Kong. Niente dialogo, niente indipendenza, lo Stato e' unico e il Potere non si discute. Una mera coincidenza ha voluto che poche ore prima della sentenza del Tribunale spagnolo, il dittatore cinese Xi Jinping lanciasse un macabro monito agli hongkongers: " ridurremo in polvere e spezzeremo le ossa" a chiunque dovesse minacciare l'integrita' della Madrepatria cinese, i cui confini ovviamente sono decisi dal Partito e non dalle aspirazioni democratiche dei popoli. A Barcellona e nel resto della Catalogna e' partito lo Tsunami Democra'tic, espressione fluida di una protesta fluida, che punta alla mobilitazione "per obbiettivi": bloccare le strade, gli aeroporti, infrastrutture di impatto pubblico.
E poi un grande corteo per dimostrare che la sentenza del tribunale e' stato un grave errore. Come ad Hong Kong. Ma a Madrid non lo capiranno e aspetteranno il 10 novembre per rendersene conto.