Prevedo che dalla prossima settimana non si potrà parlare d'altro che dell'elezione del Presidente della Repubblica italiana.
E per questo, prima di essere sommerso dalle ovvietà sui Berlusconi, Draghi, terzi incomodi, Mattarella ripensante, e perdurante il Covid-19 incombente su tutti e tutto, ho deciso di riprendere un argomento sepolto nelle cronache giudiziarie, dimenticato da tutti meno che dai diretti truffati: il crack della Banca Popolare di Bari.
puntate precedenti:
Continua lo Scandalo della Banca d'Italia
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Popolare Bari, la Banca d'Italia Non Ha Piu' Alibi
POPOLARE BARI: Indagine su Qualcuno Corrotto in Banca d'Italia
POPOLARE BARI: Il Governatore di Banca d'Italia Visco all'Oscuro delle Indagini su "Qualcuno" del Suo Staff
Popolare Bari: Ecco Perche' Visco Non Applica i Poteri della Legge sulle Banche
POPOLARE BARI, Arrestati gli Ex Padroni Jacobini, ma Banca d'Italia Conosceva i Report di Luca Sabetta? Secondo i magistrati SI'
Banca d'Italia e Popolare Bari, lo Scandalo ad Orologeria
POPOLARE DI BARI, BANCA D'ITALIA E LO SCANDALO INSABBIATO
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Gianni De Gennaro, un anno dopo essere stato nominato presidente del CdA della Banca Popolare di Bari, in commissione parlamentare banche (audizione del 3/11 /2021) sostiene che "Quello che la Banca doveva fare era ritrovare la fiducia del territorio, ma soprattutto dei cittadini di quei territori, che credevano e hanno creduto nella Banca; soprattutto, io aggiungo poi, in una banca che è un istituto a partecipazione pubblica, quindi che ha maggiormente questi doveri."
Missione fallita, a giudicare dagli ultimi avvenimenti.
Il 13 dicembre scorso si è dimesso l'amministratore delegato della Banca Popolare di Bari, Giampiero Bergami. Il quale, durante la stessa audizione di De Gennaro davanti alla Commissione parlamentare aveva espresso preoccupazioni e difficoltà per il bilancio della banca che viaggia verso una perdita di 200 milioni per il 2021, mentre De Gennaro aveva preferito glissare e mettere in risalto la risoluzione delle precedenti criticità.
Uno vedeva grigio-nero, l'altro vedeva grigio-bianco.
Un mese prima di quella strana quanto inutile audizione, il Tribunale di Bari aveva respinto la richiesta dei piccoli azionisti truffati di ammettere la responsabilità della Popolare di Bari nel processo in corso contro i vecchi amministratori. Uno schiaffo a chi spera ancora di recuperare quello che ha perso fidandosi della banca e di chi doveva vigilare.
Sembra una questione di lana caprina ma invece è sostanziale sia per i piccoli azionisti che per l'individuazione delle responsabilità, non solo quelle degli ex manager della Popolare di Bari.
La decisione del Tribunale di non ammettere la Popolare di Bari (in quanto banca) nel processo penale crea un danno oggettivo ai piccoli azionisti i quali dovranno in pratica ricominciare da zero nelle cause civili per ottenere il rimborso di quanto hanno perso.
Escludendo la Banca dalla causa penale i piccoli azionisti in caso di vittoria in sede civile potranno rifarsi solo sul patrimonio dei manager imputati, la famiglia Jacobini e i dirigenti collusi nella malagestione. Per poter aggredire anche il patrimonio della banca in sede civile dovranno ricominciare da zero, con allungamento dei tempi ed esiti incerti perchè la nuova gestione della Popolare farebbe opposizione.
Le vicende della Popolare di Bari confermano i dubbi sulle scelte fatte, orientate all'insabbiamento e al mantenimento di assetti ed equilibri opachi, e fanno intravedere le ingerenze di "poteri forti" e "cavilli deboli" sia nel caso della decisione del Tribunale ai danni dei risparmiatori sia nelle dimissioni improvvise dell'AD Bergami.
Come spiega l'avvocato Paola Cagossi che assiste alcuni azionisti beffati:
perché la Procura di Bari, dopo aver estratto la copia forense del materiale ivi reperito, ha riconsegnato i device ed i supporti elettronici agli indagati, sicché al l Tribunale non è rimasto altro che constatare che il dissequestro ha reso irripetibile la prova rispetto al responsabile civile Banca Popolare di Bari che nella fase delle indagini non era stata avvertita dell’operazione. La rigida interpretazione dell’art. 96 cpc, peraltro caldeggiata strenuamente dalla Procura in udienza, ha determinato l’esclusione del responsabile civile da quel procedimento, con buona pace degli azionisti.
A capo della Procura di Bari c'è da qualche mese il magistrato Roberto Rossi che ha condotto le indagini proprio sulla Popolare di Bari all'indomani del crack.
In quelle indagini emersero responsabilità chiare sul famiglia Jacobini e sul management della Popolare, grazie soprattutto alla testimonianza dell'ex dirigente Luca Sabetta, assunto poco prima dell'acquisizione di Tercas da parte della banca pugliese, su suggerimento della Banca d'Italia, che dopo pochi giorni si accorse di essere solo una "foglia di fico". Il dirigente Sabetta non fu mai messo in grado di esaminare la pratica Tercas e da lì a poco fu "mobbizzato" e poi licenziato, sotto l'occhio "vigile" di dirigenti della Banca d'Italia su cui la Procura di Bari aveva iniziato ad indagare senza però procedere.
da La Repubblica
... Conflitto di interesse, dunque. Parole chiare che spiegano anche il perché la Procura di Bari abbia aperto un secondo fascicolo istruttorio intestato alle mosse di Palazzo Koch (ma nel quale al momento l’unico indagato per corruzione è Marco Jacobini) e che risponda a quelle che ora diventano le domande chiave di questa storia: quali furono davvero le ragioni che governarono le decisioni di Bankitalia sulla Popolare di Bari? E perché si astenne da decisioni tempestive utili a sottrarre agli Jacobini la governance sciagurata e familista dell’istituto?
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Domande inevase e insabbiate.
All'insabbiamento delle indagini sui dirigenti della Banca d'Italia che presero parte all'operazione della banca pugliese (nomi e fatti li trovate nelle precedenti puntate) potrebbe aver giovato la nomina di Gianni De Gennaro a Presidente della nuova Banca Popolare di Bari, dopo che il Mediocredito Centrale, cioè il Ministero dell'Economia, ne aveva assunto la maggioranza azionaria scaricando il costo dell'operazione di salvataggio 1.3 miliardi di euro sulla collettività.
Gianni De Gennaro è conosciuto per aver fatto carriera nella polizia, nel ministero degli Interni, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega per i servizi segreti e poi in aziende di Stato del settore industriale militare. Un personaggio che da più di 20 anni ha attraversato tutte le stagioni politiche.
da rainews
Due soprannomi per Gianni De Gennaro: lo "Sbirro" e lo "Squalo". La sua, una carriera costellata di successi e macchiata da un'ombra, l'irruzione della polizia nella scuola Diaz durante il G8 di Genova, che neanche l'assoluzione definitiva ha completamente cancellato: Gianni De Gennaro, dal luglio del 2013 alla guida di Finmeccanica
Nel curriculum di De Gennaro non c'è nulla che possa giustificare la nomina (settembre 2020) a Presidente del CdA della Banca Popolare di Bari, nulla se non la sua fitta rete di conoscenze politiche e dei gangli del potere istituzionale.
Uno che al momento opportuno sa su chi fare leva e come orientare l'evolversi di una situazione ingarbugliata.
Ingarbugliata come quella della Popolare di Bari, non tanto per l'evidente responsabilità dei suoi ex proprietari Jacobini, quanto per il ruolo giocato dagli organi di vigilanza - Banca d'Italia e Consob.
Soprattutto le responsabilità della Banca d'Italia nell'aver assecondato le manie di grandezza della Popolare di Bari in cambio dell'acquisizione della zavorra di banca Tercas, grazie alla quale Bankit era rientrata di un incauto prestito di centinaia di milioni di euro senza averne copertura.
Quando il magistrato Roberto Rossi ha iniziato a raccogliere le dichiarazioni di Luca Sabetta sui vertici della Popolare e sul ruolo degli ispettori della Banca d'Italia si è reso subito conto di trovarsi di fronte a responsabilità più ampie e scottanti.
E per questo sono iniziate subito le manovre per disinnescare le mine vaganti contenute nelle indagini.
Robero Rossi a settembre 2021 è stato nominato capo della Procura di Bari, quella che un mese dopo ha impedito, per un errore-cavillo, l'inserimento della Popolare di Bari nel processo penale, che a sua volta avrebbe trascinato anche la responsabilità della Banca d'Italia sotto il profilo della tutela del risparmio.
Quando ci sono di mezzo le banche il ruolo della magistratura diventa stranamente difficile.
Per i risparmiatori truffati dalla Popolare di Bari la strada per ottenere giustizia e rimborsi si allunga in salita.