All'inizio sembrava che il problema di AstraZeneca fossero soltanto le decine di morti per trombosi, un possibile effetto collaterale del vaccino.
Poi è arrivata la notizia che negli Stati Uniti AZ avrebbe fornito dati obsoleti sul vaccino alle autorità sanitarie che devono autorizzarne la somministrazione in territorio americano.
Oggi arriva una "bomba" che dovrebbe chiudere il cerchio e fugare ogni dubbio.
La scoperta di 29 milioni di dosi di vaccino anti-covid nascoste nello stabilimento Catalent di Anagni è la prova della infinita "avidità", tanto cara a Boris Johnson, che ispira la mission dell'azienda farmaceutica, il contrabbando.
Perchè di contrabbando si tratta, e non di libero mercato o addirittura di iniziativa di beneficienza verso l'Africa, come vorrebbe farci credere l'azienda anglo-svedese.
Le dosi di vaccino "imbottigliate" ad Anagni erano destinate alla Gran Bretagna, passando per il Belgio.
Un traffico che presenta molti passaggi oscuri ed opachi, e chiama in causa anche il sistema dei controlli interni ai singoli paesi dell'Unione Europea.
Le autorità italiane, nonostante il dispiegamento di mezzi e uomini come direbbe il generale Figliuolo, non si erano accorte di nulla, a riprova che la minaccia di Draghi di bloccare l'export dei vaccini era pura propaganda, e dovrebbe spiegarci perché ha autorizzato la partenza di due milioni di fiale, apparentemente dirette in Belgio, prima dell'informativa al Parlamento e di un'indagine seria degli ispettori del ministro Speranza.
La soffiata sull'imboscata di Anagni l'aveva fatta quattro giorni fa Ursula von der Leyen a Mario Draghi con una telefonata: "potete mandare qualcuno a controllare se vicino Roma ci sono vaccini nascosti?".
I NAS vanno alla Catalent di Anagni e annunciano di avervi trovato un quantitativo enorme di fiale imballate contenenti il vaccino AstraZeneca, in giacenza per essere spedite chissà dove.
Mentre in tutta Europa la campagna di vaccinazione procede a rilento per mancanza di vaccino, in Ciociaria ci sono dosi che risolverebbero in poche settimane il problema italiano.
La scoperta di Anagni è gravissima e dovrebbe riguardare sia la magistratura che la politica.
La prima deve accertare se qualcuno ha contraffatto documenti o informazioni relative all'entrata e all'uscita del siero confezionato.
La seconda dovrebbe chiarire le responsabilità di chi - governo Draghi - aveva promesso agli italiani che avrebbe bloccato l'export opaco dei vaccini e poi non lo ha fatto. Senza la soffiata di Ursula, i contrabbandieri avrebbero varcato la frontiera senza alcun controllo.
Mi ha meravigliato il tono "tranquillo" usato da Draghi per raccontare in Senato la scoperta di Anagni. Nessuno sdegno, nessuna meraviglia, nessuna perplessità.
Draghi sembrava anzi dispiaciuto di doverne parlare, come se avesse cose più importanti da riferire.
Il caso di Anagni invece è molto grave e dovrebbe preoccuparci quanto, se non più, l'altra vicenda che ha visto protagonista sempre AstraZeneca, quella delle morti per trombosi e degli effetti collaterali gravi in migliaia di persone vaccinate.
Come ci si può fidare di un'azienda che nasconde, traffica e specula con tanta disinvoltura su un bene prezioso per la vita di milioni di persone?
Come ci si può fidare di un'AstraZeneca che ricatta governi e cittadini?
Come ci si può fidare dei governi e delle istituzioni che si lasciano ricattare e raggirare da un'azienda del genere?
Sui vaccini nascosti ad Anagni non deve calare il silenzio, nè tantomeno sarebbe accettabile uno "scambio" del tipo "chiudiamo un occhio se ci date una parte dei vaccini scoperti", come gran parte di chi ci governa sembra disposto a fare.
Abbiamo bisogno di fare completa chiarezza sulla vicenda AstraZeneca, perché vorrei vaccinarmi con serenità, sapendo che chi ha prodotto quello che mi iniettano nel corpo non è un "greed" privo di scrupoli, un contrabbandiere che ci ricatta al mercato nero dei vaccini.