La lettera-circolare della preside Annalisa Savino indirizzata agli studenti che ha fatto andare su tutte le furie il ministro del governo Meloni responsabile dell'istruzione e del merito Giuseppe Valditara è un documento prezioso per due motivi.
Il primo, che migliaia di cittadini hanno fortemente apprezzato: essersi rivolta ai giovani studenti con parole sincere, semplici ma forti per richiamare la loro attenzione sul grave episodio di pestaggio organizzato da un gruppo di destra ai danni di studenti di un liceo fiorentino.
Una pagina densa di sentimenti, che definire solo antifascisti sarebbe addirittura riduttivo. Le parole della professoressa Savino sono una lezione viva e pulsante sul senso morale e civico di una comunità.
E qui si spiega il secondo motivo di interesse della lettera: le parole e le argomentazioni sono così forti e limpide da aver mandato su tutte le furie il ministro Valditara, talmente arrabbiato da non essersi reso conto della gravità delle cose dette contro la Preside, tranne poi ritrattare come fanno tutti i politicanti.
Le dichiarazioni e le minacce di Valditara sono state un boomerang, perché hanno consentito di chiamare a raccolta una moltitudine di sentimenti da tempo sopiti o mascherati da altre circostanze e dall'insipienza retorica delle sinistre al governo.
Quindi ciò che ha provocato lo scoppio d'ira di Valditara, la lettera-circolare, merita di essere analizzato, perché contiene gli elementi di una debolezza politica intrinseca che un fronte progressista dovrebbe imparare a sfruttare per rilanciare un programma di lotta e opposizione al governo Meloni.
Provo a fare un'analisi dettagliata del contenuto della lettera di Annalisa Savino, evidenziando quelle che a me sembrano le frasi di maggior effetto nel suscitare rabbia incontrollabile in un soggetto politico di destra.
Cari studenti,
già questo incipit la dice lunga sulla complicità tra la preside e gli alunni. Dimostra che non c'è distanza tra l'istituzione scolastica e la mandria di ragazzotti da mettere in riga.
in merito a quanto accaduto lo scorso sabato davanti al Liceo Michelangiolo di Firenze, al dibattito, alle reazioni e alle omesse reazioni, ritengo che ognuno di voi abbia già una sua opinione, riflettuta e immaginata da sé, considerato che l’episodio coinvolge vostri coetanei e si è svolto davanti a una scuola superiore, come lo è la vostra. Non vi tedio dunque, ma mi preme ricordarvi solo due cose.
- male, molto male. Si lascia intendere che i ragazzotti siano capaci di avere un'opinione, e si abdica al ruolo di "indirizzamento" che invece la scuola dovrebbe svolgere. Valditara inizia ad accusare alcuni disturbi.
Il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a sé stessa da passanti indifferenti.
- di male in peggio. Questa professoressa non conosce la Storia, non ha studiato la marcia su Roma. Sta insinuando che il fascismo sia nato dal terrore causato dalle squadre di giovani arditi, da qualche incidente capitato ad un antipatico deputato socialista ... Valditara legge tutto di un fiato, vuole capire dove vuole andare a parare questa "impropria" preside.
‘Odio gli indifferenti’ - diceva un grande italiano, Antonio Gramsci, che i fascisti chiusero in un carcere fino alla morte, impauriti come conigli dalla forza delle sue idee.
- No, no!! Antonio Gramsci no! nel 2023 non si può ancora stare a parlare e magnificare Antonio Gramsci, un comunista, un sovversivo, un recluso ...
Valditara schiuma, un liquido verde si affaccia dalle labbra violacee.
Inoltre, siate consapevoli che è in momenti come questi che, nella storia, i totalitarismi hanno preso piede e fondato le loro fortune, rovinando quelle di intere generazioni. Nei periodi di incertezza, di sfiducia collettiva nelle istituzioni, di sguardo ripiegato dentro al proprio recinto, abbiamo tutti bisogno di avere fiducia nel futuro e di aprirci al mondo, condannando sempre la violenza e la prepotenza. Chi decanta il valore delle frontiere, chi onora il sangue degli avi in contrapposizione ai diversi, continuando ad alzare muri, va lasciato solo, chiamato con il suo nome, combattuto con le idee e con la cultura.
- Basta!! Ha superato ogni limite. Questa preside c'è l'ha con me, con il mio partito e il mio governo. Questa preside oltraggia la Patria, insulta la difesa delle frontiere dalle orde di immigrati, predica la rovina della famiglia. Questa preside fa politica contro il governo, merita di essere rimossa e tacitata.
Ormai Valditara ha perso il controllo, è incontenibile, chiama radio e televisioni per organizzare la controffensiva. Il popolo è sicuramente dalla sua parte. Chiede a gran voce di riportare ordine e disciplina nelle scuole, cacciare i neoantifascisti.
Ma invece, con grande sorpresa, ad insorgere e ad indignarsi sono migliaia di ex, il popolo dell'astensione di sinistra, che improvvisamente si emoziona leggendo la lettera di Annalisa Savino.
Le sue parole, e le circostanze in cui le ha scritte e pronunciate, contengono la chiave per aprire il cuore infreddolito e tachicardico dei progressisti. Senza illusioni.
Senza illudersi che questo disgustoso rigurgito passi da sé. Lo pensavano anche tanti italiani per bene cento anni fa ma non è andata così.
Il ministro Valditara e i suoi colleghi del governo Meloni si intravedono nel "disgustoso rigurgito".
Diciamo la verità, la lettera della preside Annalisa Savino è stata scritta avendo in mente i personaggi come il ministro Giuseppe Valditara, una lettera a metà strada tra la trappola e una lezione di civiltà.
La reazione di Valditara è stata scomposta ed arrogante, a riprova che la Preside ha toccato corde sensibili.
Grazie ministro improprio Valditara. I tuoi insulti alla Preside Savino hanno fatto ringiovanire l'antifascismo, gli hanno tolto quella stanca retorica cornice costruita da decenni, facendolo rigenerare e rimotivare nella lettera di una preside ai suoi studenti.
Grazie. Ora sappiamo come parlare di antifascismo ai giovani.