Dopo aver letto il report di Amnesty International sulle responsabilità dell'esercito ucraino nel coinvolgimento della popolazione civili sono stato assalito da un senso di sconforto e da molti dubbi.
Perchè la prestigiosa organizzazione internazionale che da decenni difende i diritti umani e denuncia chi li viola nel corso di guerre, repressioni, scontri etnici o religiosi o razziali, ha deciso di calare una denuncia così pesante contro l'esercito di Zelensky mentre cerca di difendersi dall'invasione e dai crimini dell'esercito di Putin? Le prove raccolte dai ricercatori della ONG sono davvero così numerose e schiaccianti? Esistono precedenti di analoghe denunce fatte in altre situazioni di conflitto in cui un palese aggredito viene accusato di difendersi con metodi non regolari?
Parto da quest'ultima domanda perchè mi viene sollecitata dalla cronaca: Israele bombarda un palazzo a Gaza per eliminare un presunto capo della Jihad islamica e provoca altri dieci morti tra cui una bambina. L'attacco israeliano è esecrabile, ma altrettanto dovrebbe essere la scelta delle milizie palestinesi assediate nella "prigione a cielo aperto" di Gaza di coinvolgere 2 milioni di civili chiusi in pochi chilometri di spazio.
E non mi risulta che la nuova "dottrina Amnesty" enunciata da Agnes Callamard sia stata usata in Siria per incolpare i difensori di Aleppo, che pure cercavano di difendere la città dai bombardamenti russi.
La sezione ucraina di Amnesty non è stata coinvolta nella ricerca e la sua responsabile Oksana Pokalchuk si è dimessa per protesta contro la Callamard.
Torno alla domanda iniziale: perchè il report di Amnesty contro l'esercito di Kyiv? Non penso che la Callamard sia da annoverare tra le decine di spie dormienti di Putin a cui viene ordinato un improvviso "risveglio".
E' più plausibile che la nuova direttrice della ONG abbia ritenuto di dover dimostrare una posizione "imparziale" di fronte ad un conflitto dirompente e divisivo al fine di accrescere il prestigio di Amnesty. Imparzialità e indipendenza sono requisiti essenziali per chi vuole difendere i diritti umani in ogni angolo del mondo contro gli intrecci geopolitici e gli enormi interessi in gioco.
Il nobile intento della Callamard sulla guerra Russia-Ucraina però si è trasformato in un passo falso, portando a conclusioni affrettate e mal documentate e fornendo alla cinica propaganda di Putin un assist insperato.
Forse la pubblicazione del report di Amnesty ha danneggiato la credibilità dell'organizzazione di difesa dei diritti umani.
O forse l'ha accresciuta dando prova di una encomiabile autonomia di giudizio anche nei confronti dei soggetti per i quali si solidarizza e simpatizza.
Personalmente posso affermare con sicurezza di non avere sufficienti elementi per criticare o difendere il report di Amnesty International. Con altrettanta sicurezza sono convinto della necessità di difendere il popolo ucraino dall'aggressione russa e di sostenerne la resistenza con tutti i mezzi, fino alla vittoria.
Come evidenziano le dimissioni della responsabile ucraina Oksana Pokalchuk, anche Amnesty International è da annoverare tra le vittime di questa guerra di cui non si intravede la fine.
stralci del documento di Amnesty International
Russia-Ucraina: “La condotta di guerra delle forze ucraine ha messo in pericolo la popolazione civile”
4 Agosto 2022
Nel tentativo di respingere l’invasione russa iniziata a febbraio, le forze ucraine hanno messo in pericolo la popolazione civile collocando basi e usando armamenti all’interno di centri abitati, anche in scuole e ospedali. Queste tattiche violano il diritto internazionale umanitario perché trasformano obiettivi civili in obiettivi militari. Gli attacchi russi che sono seguiti hanno ucciso civili e distrutto infrastrutture civili.
“Abbiamo documentato un modello in cui le forze ucraine mettono a rischio i civili e violano le leggi di guerra quando operano in aree popolate”, ha affermato Agnès Callamard, Segretario generale di Amnesty International.
“Essere in una posizione difensiva non esenta l’esercito ucraino dal rispetto del diritto umanitario internazionale”.
In altre località in cui Amnesty International ha concluso che la Russia ha commesso crimini di guerra, incluse aree della città di Kharkiv, l’organizzazione non ha trovato prove di forze ucraine dislocate nelle aree civili prese di mira illegalmente dall’esercito russo.
Tra aprile e luglio, i ricercatori di Amnesty International hanno trascorso diverse settimane a indagare sugli attacchi russi nelle regioni di Kharkiv, del Donbass e di Mykolaiv. L’organizzazione ha visitato luoghi colpiti dagli attacchi, ha intervistato sopravvissuti, testimoni e familiari di vittime, ha analizzato le armi usate e ha svolto ulteriori ricerche da remoto.
Durante queste ricerche, i ricercatori di Amnesty International hanno riscontrato prove che le forze ucraine hanno lanciato attacchi da centri abitati, a volte dall’interno di edifici civili, in 19 città e villaggi. Per convalidare ulteriormente queste prove, il Crisis Evidence Lab dell’organizzazione per i diritti umani si è servito di immagini satellitari.
La maggior parte dei centri abitati dove si trovavano i soldati ucraini era a chilometri di distanza dalle linee del fronte e, dunque, ci sarebbero state alternative che avrebbero potuto evitare di mettere in pericolo la popolazione civile. Amnesty International non è a conoscenza di casi in cui l’esercito ucraino che si era installato in edifici civili all’interno dei centri abitati abbia chiesto ai residenti di evacuare i palazzi circostanti o abbia fornito assistenza nel farlo. In questo modo, è venuto meno al dovere di prendere tutte le possibili precauzioni per proteggere le popolazioni civili.
ATTACCHI LANCIATI DAI CENTRI ABITATI
Sopravvissuti e testimoni degli attacchi russi nelle regioni di Kharkiv, del Donbass e di Mykolaiv hanno riferito ai ricercatori di Amnesty International che l’esercito ucraino era operativo nei pressi delle loro abitazioni e che in questo modo ha esposto la popolazione civile alle rappresaglie delle forze russe.
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BASI MILITARI ALL’INTERNO DEGLI OSPEDALI
In cinque diverse località, i ricercatori di Amnesty International hanno visto le forze ucraine usare gli ospedali come basi militari. In due città decine di soldati stavano riposando, passeggiando o mangiando all’interno di strutture ospedaliere. In un’altra città i soldati stavano sparando nei pressi di un ospedale.
Il 28 aprile un attacco aereo russo ha ucciso due impiegati di un laboratorio medico alla periferia di Kharkiv dopo che le forze ucraine avevano installato una base nelle immediate adiacenze.
Usare gli ospedali a scopi militari è un’evidente violazione del diritto internazionale umanitario.
BASI MILITARI ALL’INTERNO DELLE SCUOLE
L’esercito ucraino colloca abitualmente le sue basi all’interno delle scuole dei villaggi e delle città del Donbass e della regione di Mykolaiv. Le scuole sono temporaneamente chiuse ma molte sono situate vicino a insediamenti urbani.
In 22 delle 29 scuole visitate, i ricercatori di Amnesty International hanno trovato soldati o rinvenuto prove delle loro attività, in corso al momento della visita o precedenti: tenute da combattimento, contenitori di munizioni, razioni di cibo e veicoli militari.
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La tattica delle forze ucraine di collocare obiettivi militari all’interno dei centri abitati non giustifica in alcun modo attacchi indiscriminati da parte russa. Tutte le parti in conflitto devono sempre distinguere tra obiettivi militari e obiettivi civili e prendere tutte le precauzioni possibili, anche nella scelta delle armi da usare, per ridurre al minimo i danni ai civili. Gli attacchi indiscriminati che uccidono o feriscono civili o danneggiano obiettivi civili sono crimini di guerra.
“Chiediamo al governo ucraino di assicurare immediatamente l’allontanamento delle sue forze dai centri abitati o di evacuare le popolazioni civili dalle zone in cui le sue forze armate stanno operando. Gli eserciti non devono mai usare gli ospedali per attività belliche e dovrebbero usare le scuole o le abitazioni dei civili solo come ultima risorsa, quando nessun’altra alternativa sia percorribile”, ha dichiarato Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International.
ULTERIORI INFORMAZIONI
Il diritto internazionale umanitario chiede a tutte le parti in conflitto di fare il massimo possibile per non collocare obiettivi militari all’interno o nei pressi di centri abitati. Altri obblighi circa la protezione delle popolazioni civili prevedono la loro evacuazione da luoghi prossimi a obiettivi militari e un preavviso efficace su ogni attacco che possa avere conseguenze per le popolazioni civili.
Il 29 luglio Amnesty International ha trasmesso al ministero della Difesa di Kiev le conclusioni delle sue ricerche. Al momento, non è ancora pervenuta una risposta.