Quando è cominciata a circolare la notizia del viaggio di Matteo Salvini a Mosca, in missione "per parlare di cessate il fuoco, forniture di grano e ritorno al dialogo, con rappresentanti dei governi di Russia e Turchia, nonché di altri governi e istituzioni internazionali", fonti del Cremlino dicono che a Vladimir Putin sia venuto uno dei suoi ormai frequenti attacchi di ira irrefrenabile.
Il despota russo ha inveito come se qualcuno gli avesse sventolato sotto gli occhi la foto di Joe Biden.
Il suo portavoce preferito Peskov è rimasto ad ascoltarlo in silenzio, "tanto poi gli passa...", ma non riusciva nemmeno lui a capire il motivo di uno sfogo così aspro per il semplice fatto che Salvini sarebbe arrivato a Mosca, senza alloggiare al Metropol e scegliendosi una interprete nuova, diversa dalla Irina di allora, per non dar luogo a facili battute "da alpino".
"Che .... viene a fare in Russia quel cretino?" si sarebbe chiesto Vladimir. "Pensa davvero che qui stiamo a giocare con le magliette? se dovesse varcare il confine della Russia preparategli una buona tazza di tè alla navalny e rispeditelo a Roma".
Perché Putin si è arrabbiato tanto quando ha saputo che Matteo Salvini, quello che un tempo lo vezzeggiava come uno di famiglia, come il "padre di tutti gli italiani", avrebbe bussato alla porta del Cremlino? presentandosi con un sorriso serioso "Ciao, sono Matteo, sono venuto a parlarti di pace, di grano, ... Per me sarebbe più comodo stare qualche giorno a casa coi miei figli o con la mia compagna, ma in un momento così drammatico per il mondo e per l’Italia, forse il riposo può aspettare".
I bene informati dicono che il vero motivo della rabbia di Putin sta nel fatto che non ha ancora digerito il video di Salvini con un maledetto sindaco polacco. Quel video mostrava l'effige dello zar stampata su una maglietta che il polacco sventolava sotto gli occhi di Salvini per invitarlo a vergognarsi. La maglietta con il ritratto di Putin veniva gettata nel fango e calpestata da fanatici sostenitori dell'Ucraina senza che Matteo intervenisse a salvarla (la maglietta) e la sua immagine.
"Se Salvini avesse avuto un briciolo di coraggio e di riconoscenza si sarebbe scagliato contro i nazisti che mi insultavano, invece di darsela a gambe come un vigliacco" avrebbe urlato Putin "Ditegli di non farsi vedere da queste parti, altrimenti chiamo Lavrov..."
Il quale Lavrov invece è stato avvisato subito da Peskov ed essendo più diplomatico e flemmatico di Putin (!?) avrebbe tradotto gli insulti del boss russo in con un linguaggio di cortesia "Non sappiamo nulla della missione di Salvini a Mosca, ma se vuole può mettersi in lista di attesa per una telefonata. C'è da aspettare un pò, almeno un paio di anni perché la coda è lunga, ma gli consigliamo di non rinunciare altrimenti perde la prenotazione"
Una volta superato lo scatto d'ira, Putin avrebbe liquidato l'intera questione con una battuta "quello è scemo se pensa che uno come me si fa convincere da un Salvini qualunque a non bombardare Zelensky e tutti i suoi nazisti. Quell'italiano in maglietta pensa di avere più argomenti di Biden, di Macron, di Scholz ? Ma chi si crede di essere, Xi Jinping? Per chi mi ha preso, per un Draghi qualsiasi?"
Putin si è offeso, e quindi la missione di Salvini a Mosca, accompagnato da uno spin doctor di nome Antonio Capuano da Frattamaggiore, per mettere fine alla guerra Russia Ucraina e salvare le sorti dell'umanità, è stata annullata.
Questa è la vera storia che nessun giornale ha raccontato, attribuendo invece a Di Maio e Draghi il merito (o il demerito) di aver impedito il viaggio del leghista a Mosca.
La questione però non finita e molti interrogativi sono ancora aperti.
Ma davvero Salvini pensava di poter andare a Mosca, parlare con qualche russo senza suscitare troppe polemiche, solo per qualche voto in più al comune di Sesto san Giovanni?
Ha perso completamente il lume oppure è colpa del suo nuovo spin doctor avvocato Antonio Capuano?
E perchè si è affidato proprio all'ex deputato di Berlusconi, ridottosi a consigliere comunale di Frattamaggiore ma con un'esperienza forense internazionale?
C'è una pista che potrebbe spiegare quasi tutto sul tentativo di viaggio a Mosca di Matteo Salvini.
Quella dei 49 milioni di euro di fondi della Lega spariti nel nulla molti anni fa, denaro pubblico illegalmente percepito che Salvini si è impegnato a restituire agli italiani in 99 anni, senza interessi.
Se dovesse malauguratamente scoppiare una guerra nucleare per colpa di Zelensky che non si rassegna a farsi denazificare da Putin, quei 49 milioni da restituire agli italiani scomparirebbero una seconda volta, distrutti, nuclearizzati, senza che gli italiani ne abbiano potuto godere.
Questa possibilità tutt'altro che remota preoccupa molto Matteo Salvini, che invece desidera ardentemente saldare il suo debito con la giustizia, a tal punto da indurlo ad una mossa disperata: andare a Mosca, presentarsi nella banca russa dove quei 49 milioni di euro sono "sepolti" da anni, ritirarli con sapienti triangolazioni internazionali, riportandoli subito in Italia, per restituirli ai legittimi proprietari. Magari utilizzando i buoni uffici di qualche banca turca o cipriota.
Certo che Salvini non può andare in giro a rivelare il vero scopo umanitario del suo viaggio a Mosca, accompagnato dallo spin doctor avvocato, ma un piccolo sforzo di immaginazione potremmo pure farlo, caspita!