Prima hanno arrestato i leader del movimento che organizza(va) ogni anno la veglia per ricordare la strage di studenti in Piazza Tiananmen il 4 giugno 1989.
Poi oggi sono andati a smantellare il "Museo 4 Giugno", il luogo dove gli hongkongers avevano depositato per decenni le memorie della strage e delle veglie di solidarietà organizzate fino allo scorso anno, ultima occasione prima dell'introduzione della famigerata "legge di sicurezza nazionale".
Il ricordo del massacro di studenti, immortalata dall'immagine del giovane Tankman che sfida i carri armati di Pechino, è considerato una minaccia per la sicurezza nazionale della Cina e quindi va rimosso con qualunque mezzo.
Come i Talebani distruggono tutto ciò che non è conforme alla loro dottrina, così il regime di Xi Jinping ha bisogno di cancellare qualsiasi traccia della libertà di cui un tempo Hong Kong andava fiera.
Le foto che documentano la primavera di Pechino del 1989, le immagini dei grandi raduni per commemorare il 4 giugno, le caricature dei leader comunisti cinesi, le lettere di studenti che pensavano di avere la ragione dalla loro parte.
Il materiale conservato nel museo 4 giugno non era una minaccia per la sicurezza dei cinesi, ma al dittatore Xi Jinping poco importa, a lui non piacciono i musei dove si conservi una storia diversa da quella ufficiale. Per questo vanno chiusi, smantellati, distrutti.
I Talebani hanno molto da imparare dal maestro Xi Jinping.