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500 Migranti Naufragati e Uccisi dal Patto tra Meloni e Haftar


i.fan. - 15 Giugno 2023 - aggiornato il 15/06/2023 20:03:55 ID: 3811


Al largo di Pylos in Grecia un barcone con 600 migranti affonda. 500 tra morti recuperati e dispersi irrecuperabili. Atene non li ha soccorsi "perché andavano in Italia", ma il patto tra Giorgia Meloni e il generale-trafficante libico Haftar li respingeva verso la Grecia ...


All'alba di mercoledì 14 giugno 2023 accade che un peschereccio con almeno 600 migranti (ma alcuni ritengono che fossero 750) si ribalta nelle acque di fronte a Pylos, Grecia meridionale. I mezzi di soccorso arrivati dopo l'inabissamento hanno tratto in salvo solo un centinaio di persone, quasi tutti maschi.

Degli altri 500 o 600 - di cui almeno 100 bambini stipati nella stiva, secondo alcune testimonianze di sopravvissuti - non c'è traccia e mai ce ne sarà, perché nel punto in cui il barcone è affondato al largo del Peloponneso meridionale, il fondale marino scende a 4000 metri di profondità.

E' una tragedia, una strage che per molti aspetti rievoca quella sulla spiaggia di Cutro in Calabria, e rimanda alla responsabilità e alle ipocrisie dei governi nazionali - Italia e Grecia - a quella dell'Europa in generale.

Il barcone di 30 metri era partito pochi giorni fa dalla costa della Cirenaica, Tobruk, una zona della Libia controllata dal generale Haftar.

L'ambiguo macellaio il 5 maggio scorso era stato ricevuto a Roma da Giorgia Meloni in persona per siglare un "accordo sui migranti" di cui si conosce solo la versione ufficiale di Palazzo Chigi, comoda per fare propaganda che dalla "Libia niente più migranti verso l'Italia, niente più Cutro, grazie alla Meloni".

Il naufragio di Pylos è una tragedia umana, una strage programmata e sotto molti aspetti originata proprio dall'oscuro accordo tra Giorgia Meloni e il generale Haftar.

La guardia costiera della Grecia si discolpa dalle accuse di mancato soccorso affermando che erano stati inviati diversi messaggi verso il barcone per "offrire aiuto" che sarebbe stato rifiutato "perchè i migranti - in prevalenza siriani, pakistani, egiziani, afghani - volevano arrivare in Italia".

Il mare non era agitato, ma il grande numero di persone a bordo, sia nella stiva che sulla poppa, del peschereccio costituiva un pericolo imprevedibile.

 

da ekathimerini.com

 

In una delle più grandi tragedie del suo genere quest'anno, un peschereccio che trasportava migranti che cercavano di raggiungere l'Europa si è capovolto ed è affondato al largo della costa meridionale della Grecia mercoledì, lasciando almeno 79 morti e molti altri dispersi. I rapporti iniziali suggerivano che ci sarebbero potute essere circa 500 persone a bordo provenienti da Pakistan, Egitto e Siria.

Una massiccia operazione di ricerca e soccorso che sarebbe durata tutta la notte è stata lanciata dalla guardia costiera, dalla marina, dalle navi mercantili e dagli aerei. Sebbene il numero di passeggeri persi sia rimasto sconosciuto, alcuni primi resoconti hanno suggerito che centinaia di persone potrebbero essere state a bordo quando la barca si è capovolta lontano dalla riva.

La barca è affondata in acque internazionali a circa 75 chilometri a sud-ovest della città meridionale di Pylos nel Peloponneso, secondo le autorità, e 104 persone sono state salvate. La posizione è vicina al punto più profondo del Mediterraneo e la profondità potrebbe rendere difficile trovare una nave affondata. Molte delle persone che sono state salvate dal mare erano aggrappate ai detriti e non sapevano nuotare. Nessuno, secondo la guardia costiera, aveva giubbotti di salvataggio.

"Tutti i migranti sono andati da una parte – perché forse erano nervosi – e si è ribaltata. Immagina una barca di circa 25-30 metri. Secondo quello che dicono, i migranti sono circa 700 o più persone", ha detto un funzionario della guardia costiera durante un briefing con il presidente Katerina Sakellaropoulou.

Molti sopravvissuti esausti sono stati portati al porto di Kalamata ...

 


 

...

La guardia costiera greca ha detto che finora sono stati recuperati 79 corpi. I sopravvissuti includevano 30 persone dall'Egitto, 10 dal Pakistan, 35 dalla Siria e due palestinesi, ha detto l'agenzia.

Si ritiene che la barca diretta in Italia abbia lasciato l'area di Tobruk nella Libia orientale – un paese immerso nel caos a seguito di una rivolta sostenuta dalla NATO che ha rovesciato e ucciso l'autocrate di lunga data Muammar Gheddafi nel 2011.

I trafficanti di esseri umani hanno beneficiato dell'instabilità e hanno reso la Libia uno dei principali punti di partenza per le persone che tentano di raggiungere l'Europa sulle barche dei trafficanti.

... A febbraio, almeno 94 persone sono morte quando una barca di legno proveniente dalla Turchia è affondata al largo di Cutro, nel sud Italia, nel peggior affondamento del Mediterraneo finora quest'anno.

 

La versione delle autorità greche

La guardia costiera italiana ha avvisato per la prima volta le autorità greche e l'agenzia di protezione delle frontiere dell'Unione europea, Frontex, di una nave in avvicinamento martedì.

L'OIM ha detto che i rapporti iniziali suggerivano fino a 400 persone a bordo. Una rete di attivisti ha detto di aver ricevuto una chiamata di soccorso da una barca nella stessa zona i cui passeggeri hanno detto che trasportava 750 persone – ma non è chiaro se sia stata la nave che è affondata.

Dopo quel primo allarme, aerei di Frontex e due navi mercantili hanno avvistato la barca diretta a nord ad alta velocità, secondo la guardia costiera greca, e altri aerei e navi sono stati inviati nell'area.

Ma le ripetute chiamate alla nave che offriva aiuto sono state rifiutate, ha detto la guardia costiera in una nota.

"Nel pomeriggio, una nave mercantile si è avvicinata alla nave e le ha fornito cibo e provviste, mentre i passeggeri hanno rifiutato qualsiasi ulteriore assistenza", ha detto la guardia costiera. Una seconda nave mercantile in seguito ha offerto ulteriori rifornimenti e assistenza, che sono stati rifiutati, ha aggiunto l'agenzia.

In serata, una motovedetta della guardia costiera ha raggiunto la nave "e ha confermato la presenza di un gran numero di migranti sul ponte", si legge nel comunicato. "Ma hanno rifiutato qualsiasi assistenza e hanno detto che volevano continuare in Italia".

La barca della guardia costiera ha accompagnato la nave dei migranti, che secondo la dichiarazione si è capovolta ed è affondata all'inizio di mercoledì, provocando un'importante operazione di salvataggio da parte di tutte le navi nella zona.

Alarm Phone, una rete di attivisti che fornisce una linea telefonica diretta per i migranti in difficoltà, nel frattempo, ha detto di essere stata contattata da persone su una barca in difficoltà martedì pomeriggio. Quella barca si trovava nella stessa area generale di quella che è affondata, ma non era chiaro se fosse la stessa nave.

L'organizzazione ha informato le autorità greche e Frontex. In una comunicazione con Alarm Phone, i migranti hanno riferito che la nave era sovraffollata e che il capitano aveva abbandonato la nave su una piccola barca, secondo il gruppo. Hanno chiesto cibo e acqua, che sono stati forniti da una nave mercantile.

"Temiamo che centinaia di persone siano annegate", ha detto Alarm Phone in una nota.

Il naufragio più mortale del Mediterraneo a memoria d'uomo si è verificato il 18 aprile 2015, quando un peschereccio sovraffollato si è scontrato al largo della Libia con un mercantile che cercava di venire in suo soccorso. Solo 28 persone sopravvissero. Gli esperti forensi hanno concluso che originariamente c'erano 1.100 persone a bordo.

L'accordo tra il governo Meloni e il generale libico Haftar

 

il 4 maggio scorso il generale-faccendiere-mercenario libico Khalifa Haftar arriva a sorpresa a Roma su chiamata del governo Meloni.

titola l'Avvenire: Asse Meloni-Haftar sui migranti. Ma il generale libico cosa chiede in cambio?

... sicuramente sono stati i flussi migratori il tema centrale.

I numeri del ministero dell’Interno confermano che la rotta dalla Cirenaica è particolarmente “calda”. Infatti circa 10mila persone sono arrivate nei primi quattro mesi dell’anno dai porti dell’area controllata da Haftar. Quasi il doppio di quelli invece partiti dalla zona controllata dal governo di Tripoli.

La seconda rotta quest’anno, come quantità, dopo quella dalla Tunisia che ha superato le 24mila persone.

Una rotta però molto più lunga e ad alto rischio, sulla quale fino ad ora erano intervenute solo le imbarcazioni della Guardia costiera e della Finanza. Da alcuni giorni su questa rotta si sono spostate anche alcune navi delle ong. Dalla Cirenaica venivano i 168 immigrati soccorsi dalla Ocean Viking e fatti sbarcare a Civitavecchia, i 35 salvati dalla Life support di Emergency fatti arrivare a Livorno, i 336 soccorsi dalla Geo Barents oggi a La Spezia.

E proprio gli interventi delle Ong hanno fatto emergere un’ulteriore novità. Fino ad ora su questa rotta erano arrivati solo pescherecci con centinaia di persone a bordo, poi fatte sbarcare in Calabria o nella Sicilia orientale. Solo la Geo Barents ha soccorso un peschereccio, in tutte le altre occasioni si è trattato di barchini in legno o vetroresina con 40-50 persone.

Impossibile che abbiano fatto l’intero viaggio, che dalla Cirenaica dura anche più di 5 giorni. È molto probabile che i trafficanti facciano ora trainare i barchini da “navi madri”, da riutilizzare per altri viaggi. La conferma di gruppi ben organizzati. Lo raccontano anche le persone arrivate in Calabria nelle scorse settimane. A rivelarcelo sono Zakaria, siriano, e Haseeb, pachistano, giovani mediatori culturali, che operano a Roccella Jonica con la Caritas della diocesi di Locri-Gerace e anche con le forze dell’ordine.

Hanno raccolto le storie degli immigrati e ci fanno un quadro drammatico. «I trafficanti sono libici, gruppi organizzati e armati, violenti, sono col governo di Bengasi, per questo non hanno problemi né paura». Gli immigrati arrivano via terra dall’Egitto, o in aereo dalla Turchia. «Una prima tappa la fanno a 50 chilometri dal mare, poi su auto li portano sulla costa, chiudendoli in grandi capannoni, anche in più di 500».

Tutto il viaggio è in mano alla stessa organizzazione, sia quello via terra che via mare. E può costare fino a 10mila euro. «Usano i pescherecci con centinaia di persone perché non temono di essere individuati, nessuno li ferma». E comunque non si espongono neanche ai rischi del lungo viaggio. «Non vanno mai i libici. Gli scafisti al 90% sono ragazzi che non hanno soldi per il viaggio e se lo pagano così. Ma questo non vuol dire che non abbiamo responsabilità».

 

Una tragedia provocata

 

L'ipotesi avvalorata da numerose testimonianze e considerazioni indica in un improvviso sbilanciamento del carico umano sul peschereccio la causa del ribaltamento e dell'affondamento.

 

Cosa può aver provocato lo sbilanciamento improvviso non è chiaro, le condizioni del mare non erano preoccupanti, ma il barcone era sovraccarico oltre ogni limite, visibilmente sul ponte di coperta ma probabilmente anche nella stiva.

Secondo Alarm Phone, dal barcone era arrivata una segnalazione secondo la quale il capitano che guidava il peschereccio «si era dato alla fuga a bordo di una piccola imbarcazione».

Un improvviso diverbio, con scontro fisico e armi, a bordo del barcone potrebbe aver generato il panico e lo spostamento di decine di migranti da un lato all'altro causando il rovesciamento.

Un diverbio-rissa tra coloro che volevano sbarcare in Grecia - gli scafisti e i trafficanti libici controllati da Haftar - e i migranti a cui era stato promesso di sbarcare in Italia, avendo pagato il viaggio con questa promessa.

Gli scafisti avevano l'ordine di ottemperare all'accordo tra il generale libico e il governo Meloni e quindi facevano rotta su Pylos, ma quando i migranti si sono accorti dell'inganno si sono "ammutinati", alcuni avrebbero provato a prendere il comando della rotta di navigazione.

Non ci sono ancora prove in tal senso, e forse mai ce ne saranno.

L'altra ipotesi è che gli scafisti abbiano ricevuto l'ordine dai trafficanti libici legati ad Haftar in Cirenaica di disattendere gli accordi presi tra il generale e Giorgia Meloni, forse a causa di qualche dettaglio ancora incerto, o per alzare la posta della trattativa.

Le autorità greche, probabilmente a conoscenza della nuova strategia libica di dirottare sulla penisola ellenica i barconi un tempo diretti in Italia, hanno fatto di tutto per NON raccogliere le richieste di aiuto delle ONG presenti sul posto.

Il governo di centrodestra greco ad interim, con Kyriakos Mitsotakis in attesa delle nuove elezioni di luglio che dovrebbero vederlo trionfatore con la maggioranza assoluta, si è guardato bene dall'organizzare il salvataggio, anche quando molti dei migranti a bordo si erano resi conto che arrivare in Italia sarebbe stato molto più rischioso.

Un'altra strage di innocenti, rimpallati  come biglie tra i governi europei, le diplomazie internazionali, i trafficanti di morte nel Nord Africa, dalla Tunisia alla Libia.

Qualcuno nel Parlamento italiano è ancora in grado di chiedere ai ministri del governo Meloni di venire a raccontare quale sono i contorni dell'accordo con il generale trafficante Haftar?

 

 

( in aggiornamento)


 

i.fan. twitter: menoopiu


Key1: keywords: strage di migranti, Giorgia Meloni, Grecia, Libia, Diritti Umani, generale Haftar, Pylos, Cutro,

Date Created: 15/06/2023 10:02:00


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