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130 Migranti Morti a Cutro Perché Nessuno Li Ha Soccorsi


i.fan. - 26 Febbraio 2023 - aggiornato il 01/03/2023 09:11:52 ID: 3667


130 migranti morti per il naufragio di un barcone davanti la spiaggia di Cutro in Calabria. Il mare era molto mosso, ma un salvataggio sarebbe stato possibile se qualcuno avesse voluto salvarli. Dopo l'avvistamento nessuno si è sentito in dovere di intervenire, forse bloccati dal recente decreto Piantedosi?


Sono più di 60 i corpi finora recuperati dei migranti naufragati su un barcone al largo della spiaggia di Cutro in Calabria.

Ma i dispersi sono diverse decine e i loro corpi potrebbero essere stati trascinati molto lontano dal luogo del naufragio a causa del mare molto mosso e delle correnti.

Una stima attendibile porterebbe il numero dei migranti morti a circa 130.

Le prime ricostruzioni indicano che la strage poteva essere evitata se si fosse intevenuti con soccorsi e mezzi più adatti, date le condizioni meteo.

Il barcone era stato individuato già molte ore prima del naufragio. Era partito circa 4 giorni prima da Smirne in Turchia, con a bordo migranti e rifugiati provenienti dalla Siria, dal Pakistan, dall'Iraq e dall'Afghanistan.

 


 

Almeno 60 migranti sono morti in seguito al naufragio di un barcone davanti alle coste di Cutro (Crotone): tra questi ci sarebbero anche molti bambini, donne e un neonato. Alcuni cadaveri sono stati trovati sulla spiaggia in località Steccato, mentre altri sono stati recuperati in mare. I dispersi sarebbero più di un centinaio, mentre 80 persone sono state tratte in salvo. L'imbarcazione, molto carica, non avrebbe retto al mare agitato. Sul posto sono giunti polizia, carabinieri, guardia di finanza, guardia costiera, vigili del fuoco oltre al personale del 118 e della Croce rossa.

"Sulla barca eravamo in 250". I migranti erano su un'imbarcazione che è stata spezzata in due dalle onde, in una situazione di mare molto mosso. Le persone che si trovavano sul natante (si sarebbe trattato di un peschereccio) sono finite in mare e sono morte annegate. I circa cinquanta superstiti trovati sulla spiaggia hanno raccontato ai soccorritori che sulla barca erano almeno in 250.

Fermato un presunto scafista. Tra i superstiti del naufragio, secondo fonti investigative, sarebbe stato fermato anche un presunto scafista.

 



A circa 100 metri dalla riva il barcone con il quale erano partiti si è rovesciato, sbattuto dalle onde che hanno raggiunto circa quattro metri d’altezza. Alcuni di loro sono riusciti a raggiungere a nuoto la spiaggia, altri sono stati inghiottiti dalle onde.

Eppure, sabato, intorno alle 22,30, un aereo della Frontex aveva dato l’allarme, segnalando la presenza di un barcone in acque internazionali, a circa 40 miglia a Sud Est di Isola Capo Rizzuto. La segnalazione è stata ricevuta dalle unità navali di Crotone e dal Gruppo nautico della Guardia di Taranto che si sono messi in mare alla ricerca dell’imbarcazione. L’avevano anche raggiunta, ma le onde alte, hanno impedito ai soccorsi di avvicinarsi.

Il barcone era stato avvistato ieri da Frontex


Era partito quattro giorni fa dal porto di Smirne, in Turchia, il barcone naufragato all'alba di oggi davanti alle costa di Steccato di Cutro. Lo rende la Guardia di finanza spiegando che l'imbarcazione era stata avvistata nella serata di ieri a circa 40 miglia dalla costa crotonese da un velivolo dell'agenzia europea Frontex in pattugliamento. Scattato l'allarme, erano salpati una vedetta della sezione operativa navale di Crotone e un pattugliatore del gruppo aeronavale di Taranto. Le proibitive condizioni del mare hanno tuttavia impedito di raggiungere la zona e i mezzi sono dovuti rientrare agli ormeggi. E' stato quindi avviato il dispositivo di ricerca via terra (?!) e l'allarme è stato girato anche alle forze di polizia. Giunti sul luogo dello sbarco, non è stato possibile fare altro che constatare lo spezzamento del barcone ormai completamente distrutto dalle onde.

 

 


Un "caicco" partito dalla Turchia

I migranti provengono da Iraq, Afghanistan e Siria. Il numero delle vittime potrebbe salire a oltre 100. L'incertezza è dovuta al fatto che i sopravvissuti non parlano inglese e i soccorritori non hanno numeri attendibili sulle persone a bordo. Secondo alcuni, le persone a bordo sarebbero state 150 o 180, per altri almeno 250. Il barcone, un "caicco" di legno, era partito 4 giorni fa da Izmir, in Turchia. Era stato avvistato per la prima volta sabato sera da un aereo di Frontex in pattugliamento, a 40 miglia marine dalle coste calabresi. I soccorritori erano usciti in mare, con una motovedetta e un pattugliatore della guardia di Finanza, ma il mare agitato non avrebbe consentito di raggiungere il barcone e alla fine i mezzi sono rientrati per non mettere a repentaglio la sicurezza degli equipaggi. Più tardi, presumibilmente nelle prime ore del mattino, l'imbarcazione è stata spezzata in due dalle onde, scaraventando in mare le centinaia di migranti a bordo.

Le due ipotesi sull’incidente
Sono due le ipotesi formulate al momento sull’incidente. La prima è che l’imbarcazione potrebbe essersi spezzata a riva, quando le persone che erano a bordo stavano già scendendo. Un’altra possibilità è che il peschereccio con a bordo i migranti si sia arenato su una secca che dista un centinaio di metri dalla battigia. Una volta ferma, la nave si sarebbe capovolta, a causa della forza del mare, andando in mille pezzi


«Dinanzi alla nuova tragedia che si è consumata a Steccato di Cutro causando decine di vittime, donne uomini e bambini, non possiamo stare zitti. È l’ora di svegliare le coscienze. È l’ora della profezia. È l’ora della politica, di politiche alte e altre. Diciamo di no a certi decreti governativi che di fatto ci mettono nella condizione di registrare sempre queste sciagure in mare». A dichiararlo è il vescovo di Cassano allo Ionio mons. Francesco Savino, vice presidente della Cei e delegato Migrantes dalla Conferenza Episcopale calabrese.



Il fatto che nessuno sia in grado di dire quando e perché il barcone sia naufragato dimostra che NESSUN MEZZO DI SOCCORSO STESSE MONITORANDO LA SITUAZIONE.

Dando per vera la versione fornita dalle autorità di governo, e cioè che il barcone con a bordo i migranti fosse stato avvistato il giorno prima, ma che un tentativo di avvicinamento era fallito a causa del mare grosso, perché non si è mantenuto un contatto costante con il barcone?

Perché si è lasciato che il peschereccio si andasse ad infrangere su una secca davanti la spiaggia di Cutro? Era difficile prevedere che il barcone si sarebbe spezzato a pochi metri dalla riva  causa delle onde? 

Tutti sanno che quando le onde sono alte è necessario allontanarsi dalla costa, eppure i presunti soccorritori avevano perso di vista il barcone carico di immigrati pur sapendo che il mare lo avrebbe trascinato verso la costa.

 


Il ministro Matteo Piantedosi, che ha dato il nome al decreto che impedisce di fatto i salvataggi da parte delle ONG, ha manifestato il suo cordoglio di coccodrillo per "una tragedia immane che dimostra come sia assolutamente necessario contrastare con fermezza le filiere dell'immigrazione irregolare, in cui operano scafisti senza scrupoli che pur di arricchirsi organizzano questi viaggi improvvisati, con imbarcazioni inadeguate e in condizioni proibitive. E' fondamentale proseguire in ogni possibile iniziativa per fermare le partenze e che non vengano in alcun modo incoraggiate traversate che, sfruttando il miraggio illusorio di una vita migliore, alimentano la filiera dei trafficanti e determinano sciagure come quella di oggi". 

Sulla stessa linea tutti gli esponenti del governo compresa Giorgia Meloni, preoccupati solo di giustificare agli occhi dell'opinione pubblica le proprie scelte politiche.

Il naufragio di migranti a Cutro è colpa degli scafisti e dell'Unione Europea che non fa abbastanza per contrastare il fenomeno.

Giusto! chi oserebbe dire il contrario! ma se un barcone con 200 poveri disgraziati si trova in mare a pochi chilometri dalla costa, in condizioni avverse e disperate, cosa facciamo?

Li lasciamo al loro destino "perchè la colpa è degli scafisti che speculano sulle vite umane  e dell'Europa che non ci aiuta" ? oppure pensiamo innanzitutto a salvarli, ad evitare tragedie e stragi come quella di oggi sulla costa di Calabria?


Prendiamo anche per buono l'invito ipocrita del governo Meloni a non fare polemiche politiche sui morti di Cutro, anche le responsabilità del decreto Piantedosi le vedrebbe anche un cieco.

Ma qualcuno deve comunque indagare su quanto accaduto nelle ore precedenti il naufragio, individuare chi ha valutato i rischi per i migranti in difficoltà, cosa è stato davvero fatto per tentare metterli in salvo, quali autorità erano a conoscenza e quali ordini sono stati impartiti alle forze preposte ai soccorsi, perché il barcone è stato perso di vista e lasciato in balia del mare?


Ferme restando le responsabilità di chi organizza e specula sulle disgrazie di profughi e affamati, ferme restando le ipocrisie dei burocrati europei (compresi quelli italiani) sulla solidarietà nell'affrontare le emergenze umanitarie nel mar Mediterraneo, sono evidenti le responsabilità del governo Meloni nell'aver creato una situazione di "omissione di soccorsi" per i migranti in mare. 

Non devono partire, ripetono gli esponenti della destra al governo, e se partono lo faranno a loro rischio e pericolo. Dopo aver oscenamente alluso al "turismo organizzato" dalle ONG che salvano i migranti in mare, i coccodrilli ora al governo possono verificare i frutti delle loro scellerate mistificazioni.

Sulla spiaggia di Cutro.


 

i.fan.


Key1: keywords: migranti, strage di migranti, decreto Piantedosi, governo Meloni, Cutro, Calabria, Frontex,

Date Created: 26/02/2023 19:01:57


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